Depuratore, Melgrati: “Alassio chiede incontro decisivo”

Marco Melgrati

“Ho personalmente richiesto una riunione operativa per la definizione dell’assetto depurativo del comparto alassino” riferisce il sindaco di Alassio Marco Melgrati tornando sulla questione depurazione a seguito di quanto approvato nell’ultimo piano d’ambito e dopo aver preso visione della relazione redatta dalla Servizi Ambientali Spa dell’8 giugno scorso, dove, da una dettagliata analisi tecnica sulla capacità depurativa dell’impianto di Borghetto Santo Spirito, la stessa dichiara che ad oggi nelle III fasi di realizzazione di nuove opere, “non si prende in considerazione l’eventuale ulteriore ampliamento del bacino verso Ponente ovvero verso l’agglomerato di Alassio”.

“A seguito di ulteriori controlli sul proprio territorio da parte degli enti preposti che hanno generato sanzioni amministrative per la mancata depurazione – scrive Melgrati  al Presidente della Provincia di Savona, all’ATO della Provincia di Savona, al Presidente delle Acque Pubbliche Savonesi Scpa, dei Servizi Comunali Associati Srl e dei Servizi Ambientali Spa – si chiede che venga organizzato un tavolo di lavoro in cui discutere i possibili scenari e prendere decisioni in merito al proseguo della pratica al fine di trovare una possibile soluzione per la depurazione del refluo alassino”.

“Se si vuole riassumere l’iter del depuratore alassino, si delinea una vicenda dai contorni grotteschi – il commento di Melgrati – Nel 1993 – sì 1993, ventotto anni fa – quando assunsi la carica di assessore ai Lavori Pubblici della Città di Alassio,  sindaco Avogadro,  il Piano Regionale della depurazione prevedeva un impianto per i Comuni di Alassio e Laigueglia, situato in  Alassio nella zona di S. Anna; tanto è vero che venne redatto un progetto di un impianto di pretrattamento, finanziato a bilancio e mai realizzato perché l’allora amministrazione Provinciale di Sinistra mi annunciò  l’impossibilità di  dare il nulla osta allo scarico a mare del pretrattamento, di competenza Provinciale, se non fosse esistito il trattamento completo con la depurazione. In allora quanto previsto dal Piano Regionale della depurazione era stato traslato nell’ATO provinciale, che prevedeva 3 depuratori nella zona di ponente: uno ad Alassio, uno ad Albenga, con opzione di conferire a Borghetto S.S. e uno ad  Andora  insieme a Testico e Stellanello. Del depuratore comprensoriale Ingauno nemmeno l’idea, nemmeno l’ombra!”.

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“Era il 2004 quando, durante il mio primo mandato di sindaco, il Consiglio Comunale di Alassio – prosegue Melgrati –  dichiarò di pubblico interesse una proposta di progettazione, costruzione e gestione in projet financing del depuratore consortile di Alassio presentata da Acqua Azzurra s.c.a.r.l. Il progetto fu dichiarato, e accettato dal Comune di Alassio che avviò la gara, arrivata a conclusione con unica partecipante la società multinazionale “Severn Trent”, unica ad aver garantito con fideiussione i 9milioni e 600mila euro già previsti come finanziamento nell’accordo Stato-Regione, finanziamento concesso dal governo Berlusconi e subito cancellato dal Governo Prodi”.

“Per un certo periodo si è poi parlato del depuratore ingauno – prosegue il primo cittadino della città del Muretto – con la strana posizione di Laigueglia che non voleva conferire con Alassio per una motivazione “logistica” ossia per l’attraversamento del proprio territorio con tubazioni, criticità che inevitabilmente si sarebbe presentata nel caso del conferimento con il depuratore ingauno. Scomparsi anche i fondi per il depuratore ingauno, nel piano d’ambito provinciale fa la sua comparsa il depuratore unico a Borghetto Santo Spirito: immaginatevi l’investimento per collegare il nostro territorio con l’impianto di Borghetto”.

“Non abbiamo mai abbandonato l’idea di muovere verso una depurazione autonoma – aggiunge ancora Melgrati – prova ne sia l’impianto di pretrattamento che abbiamo avviato nel gennaio del 2019 e che ha già significativamente tolto dal mare tutti i rifiuti di dimensione superiore ai 2mm di diametro. Un intervento che, in considerazione della vocazione turistica e non industriale di Alassio, ha di fatto risolto il problema della qualità delle nostre acque, ma che, per normativa Europea non è comunque sufficiente per ovviare a sanzioni e, va da sè, per ottenere la prestigiosa bandiera blu non solo per il porto ma anche per le nostre spiagge”.

“Gli ultimi eventi – conclude Melgrati – ci hanno dato ragione ancora una volta: impensabile per costi di realizzazione e per dimensionamento dell’impianto il conferimento dei reflui alassini a Borghetto. Ma a questo punto urge una presa di posizione. Noi siamo pronti ad muovere in autonomia: ci sono le risorse, gli spazi e le tecnologie ad impatto zero. Abbiamo già fatto una studio di fattibilità e un progetto di massima con l’analisi dei costi e ricordo che a Mentone sotto la piazza principale sul mare c’è il depuratore, e a Montecarlo è in un palazzo vicino alla stazione e allo stadio, in pieno centro cittadino”.