Parchi liguri, Botto e Tosi (M5S): “altro agguato alle Aree protette”

“Nelle disposizioni collegate alla manovra, la Giunta regionale ha previsto che gli enti locali interessati da una proposta di modifica delle aree protette si dovranno esprimere sul merito entro 15 giorni e che, in caso di non pronuncia, varrebbe il silenzio-assenso"

Castello della Pietra di Vobbia nel Parco Antola

Genova | “Le aree protette danno fastidio alla Giunta Toti, che ancora una volta dimostra quanto siano loro indigeste. E ancora una volta, nonostante le figuracce collezionate, la maggioranza regionale continua ad attaccare i Parchi. Ma che cosa c’è dietro? Quali interessi e quali appetiti stanno cercando di soddisfare? Le domande sono lecite, visto che non si fermano nemmeno di fronte alle bocciature della Consulta e si ostinano a cercare altre diaboliche vie per tagliare le aree protette”, dichiarano la senatrice genovese del M5S Elena Botto e il capogruppo regionale Fabio Tosi.

“Ricordiamo che la Corte Costituzionale, con sentenza numero 134 del 20 maggio 2020, aveva bocciato cinque articoli della legge regionale dell’aprile 2019. La Consulta contestava “la violazione della normativa statale, che prevede invece che il piano del parco prevalga su tutti gli altri strumenti di pianificazione territoriale; la modifica del funzionamento degli organi consultivi, le “comunità del parco”, senza demandare tali questioni ai rispettivi statuti; la cancellazione dei riferimenti alle aree protette di interesse locale”. Sentenza poi disattesa dal presidente Toti, che ostinatamente continua la sua politica contro le aree protette della Liguria come dimostra anche il blitz dell’articolo 30 del collegato alla Legge di stabilità per l’anno 2021, che apporta modifiche alla legge regionale n. 12 del 1995 “riordino delle aree protette”, fa sapere in merito Tosi.

“Nelle disposizioni collegate alla manovra, la Giunta regionale ha previsto che gli enti locali interessati da una proposta di modifica delle aree protette si dovranno esprimere sul merito entro 15 giorni e che, in caso di non pronuncia, varrebbe il silenzio-assenso – spiegano Botto e Tosi -. Crediamo che l’iter sia incostituzionale. Infatti, il parere di modifica dei confini dei parchi degli enti locali da rendere entro 15 giorni non è applicabile ai sensi dell’articolo 16 comma 3 della legge 241/90, che esclude la materia ambientale. Il silenzio-assenso poi non si può applicare in materia ambientale come previsto dal comma 4 dell’art. 20 della legge 241/90 e la legge quadro 394/1991 non prevede il silenzio-assenso per la definizione dei parchi. Inoltre, ricordiamo che la Corte Costituzionale si è più volte espressa per l’illegittimità del silenzio-assenso nell’ambito della tutela ambientale”.

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“In merito, depositerò un’interrogazione al Ministro per gli affari regionali, cui spettano le competenze per stabilire cosa può legiferare una regione e cosa non può legiferare, coinvolgendo anche il Ministro per l’ambiente per quanto di competenza. Crediamo sia urgente ed opportuno avviare le verifiche del caso ed eventualmente impugnare la legge regionale dinanzi alla Corte costituzionale”, fa sapere Botto.