Servizi ai beni culturali: sindacati e associazioni datoriali siglano un avviso comune rivolto al governo

Chiedono maggiore sostegno per i danni causati dall’emergenza sanitaria e sociale covid-19

Genova - Teatro Carlo Felice

Genova / Roma | Il comparto dei servizi ai Beni Culturali è fra quelli maggiormente penalizzati dalla crisi generata dal Covid-19 essendo strettamente collegato con il turismo ed avendo subito chiusure obbligate durante il primo lockdown e dopo il DPCM del 3 novembre 2020. (Secondo i dati ISTAT durante il primo lockdown sono stati persi 19 milioni di visitatori e 78 milioni di euro nei soli musei statali).

Nella produzione e gestione dei servizi al pubblico, delle attività ed eventi culturali per il patrimonio culturale, – che siano statali, comunali o privati – operano in tutta Italia migliaia di imprese che danno lavoro ad oltre 70mila lavoratori.

Le imprese culturali versano in condizione di estrema difficoltà” si legge nell’Avviso comune siglato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, UILTuCS, Alleanza delle Cooperative Italiane Turismo e Beni Culturali, AICC Confindustria e Confcultura, per chiedere interventi urgenti a sostegno del comparto. Una crisi che si protrarrà ancora per diverso tempo e che ha generato una situazione ormai difficilmente sostenibile e i cui termini di superamento sono, ancora all’oggi, di difficile previsione, considerato tra l’altro, che “parte rilevante delle attività di riferimento è soggetta a gare di appalto e/o concessioni, alcune in corso d’opera, nel caso in cui non si dovesse determinare l’auspicata ripresa, si potrebbero prefigurare problematiche in ordine alla tenuta occupazionale.”

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Il potenziamento degli strumenti di integrazione salariale all’oggi definiti rischia di rivelarsi insufficiente per fronteggiare il perdurare della crisi, visto che, in alcune realtà, ancora non sono pervenuti i contributi maturati nel periodo di lockdown.

I titolari dei dicasteri dei Beni e le Attività Culturali e del Turismo, del Lavoro e delle Politiche Sociali e  dello Sviluppo Economico – e, per conoscenza, il Presidente del Consiglio dei Ministri – hanno ricevuto richieste e proposte formalmente inviate dalle Organizzazioni Sindacali e dalle Associazioni datoriali per definire i prossimi interventi per il comparto dei servizi beni culturali.

Assicurare ulteriori risorse per il funzionamento degli ammortizzatori sociali; stanziare fondi ad hoc per la formazione dei lavoratori e per definire percorsi di riqualificazione utili alla ripartenza post Covid; far fruire le misure di sostegno alle imprese e la combinazione di politiche passive ed attive del lavoro in modo flessibile, alternando ammortizzatori sociali, formazione, decontribuzione al fine di garantire i livelli occupazionali; ridefinire e adeguare le gare in corso di aggiudicazione e i prossimi bandi di gara, per salvaguardare la tutela e la continuità occupazionale e reddituale; definire la riorganizzazione del regime fiscale per il settore culturale, anche attraverso politiche di incentivazione per l’innovazione e la produzione culturale. Sono alcune delle istanze alle quali si aggiunge la richiesta al MiBACT di chiarire le procedure per la rapida erogazione alle imprese culturali dei minori introiti anche a titolo di aggio durante il periodo del primo lockdown, e l’istituzione di un tavolo di lavoro comune che coinvolga anche MiSE e Ministero del Lavoro.