Agroalimentare e gastronomia, pesanti esclusioni dal Decreto Ristori

Fuori dai 53 codici inseriti nel decreto le pizzerie e rosticcerie da asporto, la produzione di gelati e pasticceria fresca. Esclusa anche tutta la filiera dell’agroalimentare. Costi (Confartigianato): «Discriminazione inaccettabile, chiediamo una correzione del decreto in sede di conversione»

Luca Costi Confartigianato Liguria

Approvato in settimana il decreto Ristori che prevede un contributo a fondo perduto per le imprese con uno dei 53 codici individuati (vedi tabella allegata): tra gli altri, ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie e catering, taxi e ncc, palestre ed eventi. Le imprese che avevano già presentato la domanda per il contributo previsto nel decreto Rilancio non dovranno fare alcuna richiesta e beneficeranno del nuovo ristoro attraverso l’accredito sul conto corrente, da parte dell’Agenzia delle entrate, entro il 15 novembre.


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Per chi farà la domanda per la prima volta (per esempio le imprese con un volume d’affari sopra i 5 milioni di euro, escluse dal precedente decreto) i tempi slitteranno al 15 dicembre e il criterio sarà lo stesso: il fatturato dell’aprile 2020 dovrà essere inferiore del 66% di quello di aprile 2019. L’importo sarà erogato sulla base del fatturato 2019 e del coefficiente attribuito alle singole categorie: si stima un contributo tra i mille e i 150 mila euro.

Ma tra i settori individuati dal decreto manca tutta la filiera dell’agroalimentare e soprattutto la produzione di gelati e pasticceria fresca e le pizzerie e rosticcerie da asporto, che hanno difficoltà di sopravvivenza solo con il domicilio e l’asporto che è offerto ora da tanti esercizi e ristoranti.

«La chiusura anticipata – sostiene il segretario di Confartigianato Liguria, Luca Costi – colpisce tutta la filiera dell’agroalimentare e in particolare i settori delle pizzerie da asporto e rosticcerie, nonché la produzione di gelati e pasta fresca. Una discriminazione inaccettabile che chiediamo di correggere in sede di conversione del decreto».

Sono 2.638 le imprese liguri del settore ristorazione senza somministrazione (le pizzerie e rosticcerie che rientrano nel codice 561020), di cui 1.520 a Genova, 243 a Imperia, 354 alla Spezia e 521 a Savona, attualmente escluse dai ristori. Anche le imprese di produzione di gelati e pasticceria fresca (codici 105200 e 107120) non rientrano dei settori beneficiati e rappresentano 161 imprese in Liguria (Ge 72, Im 25, Sp 27, Sv 37).