Giochi alla Fase 3, Benveduti ad Agipronews: “Governo incapace di mettere mano a una legge nazionale”

"quando la Regione ha concesso la proroga era in attesa di un provvedimento governativo sul quale orientarsi. Il provvedimento non c’è stato"

Andrea Benveduti

Roma / Genova | «A quanto mi diceva poco fa il presidente al telefono, le sale giochi e scommesse riapriranno la settimana prossima, probabilmente il 16 giugno. A meno di ulteriori interventi governativi». Andrea Benveduti, assessore leghista allo Sviluppo Economico della Liguria, ha appena parlato con il Governatore Toti, reduce dalla Conferenza delle Regioni nella quale sono state approvate le linee guida per la ripartenza del settore. Quando accenna con Agipronews a eventuali “ulteriori interventi del Governo” non nasconde una certa ironia. 

Assessore, qual è la sua opinione su questo lungo lockdown delle sale? «Credo che sia una delle tante stranezze alle quali abbiamo dovuto soggiacere in questo periodo. Ma ora siamo a pochi giorni dalla riapertura e non è più il caso di prendere posizioni in merito. Se poi Conte dovesse decidere altrimenti, allora il discorso cambierebbe».

La Regione Liguria ha peraltro una sorta di primogenitura nei confronti del gioco: è stata la prima, tre anni fa, a concedere la proroga alle autorizzazioni per le slot, che altrimenti avrebbero dovuto essere rimosse, ai sensi della legge regionale. «Ritengo che materie come questa debbano essere studiate, pianificate e gestite. Fare fughe in avanti per poi trovarsi in mezzo al deserto mi sembra indice di faciloneria. In realtà, quando la Regione ha concesso la proroga era in attesa di un provvedimento governativo sul quale orientarsi. Il provvedimento non c’è stato e oggi non vediamo motivi per cambiare direzione».

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Quindi la Regione non ha al momento in programma interventi legislativi sui giochi. «No, anche perché rischieremmo di affrontare un faticoso percorso legislativo per poi doverlo riadattare alle eventuali decisioni prese in sede nazionale. Mi sembra più corretto aspettare un’iniziativa del Governo, semmai avranno la competenza per mettere mano al settore, e magari su quella regolarsi, o anche reagire se sarà il caso. Di sicuro dobbiamo tenere conto delle aspettatve di chi lavora nel settore dei giochi. Parlo soprattutto di occupazione, posti di lavoro. Diciamo anche che in Regione siamo a fine legislatura (le elezioni regionali potrebbero tenersi a settembre, ndr), non ci sarebbe neanche la possibilità di muoversi. Vedremo eventualmente dopo le elezioni, se ci sarà ancora questo Governo e se magari ci sarà una bozza di provvedimento nazionale su cui lavorare. Altrimenti rischiamo di andare alla cieca». 

In effetti, la legislazione regionale è a macchia di leopardo. Proprio ai vostri confini, il Piemonte ha invece da mesi quasi azzerato il gioco sul territorio. «Mi chiedo che senso abbia focalizzare tutta l’attenzione sul gioco fisico, quando basta andare sul web per avere innumerevoli offerte di gioco. Quanto al distanziometro, pensiamo alla realtà dei piccoli paesi: considerare off limits tutto il territorio nel raggio di 500 metri dalla chiesa o dalla scuola vuol dire cancellare totalmente l’offerta. Serve invece una normativa che comprenda tutte le forme di gioco. Se chiudo tutte le sale e mantengo intatta l’offerta online, non mi pare di aver risolto alcun problema». MF/Agipro