Albenga, a Palazzo Peloso Cepolla apre il cantiere di restauro

Il cantiere di palazzo Peloso Cepolla durerà a lungo, in quanto si tratta di un programma vasto, che verrà gestito dalla Soprintendenza in pieno accordo con il Comune di Albenga e con l’Istituto di Studi Liguri

Palazzo Peloso Cepolla sede Museo navale di Albenga - effe

Albenga | La mattina di ieri, mercoledì 27 maggio, è iniziata con un buon segnale per la città antica: l’installazione del cantiere per il restauro del palazzo Peloso Cepolla. Il lavoro, dopo un primo sopralluogo dell’impresa, era stato bloccato dall’emergenza Covid.19 e ha subito un lungo periodo di attesa, secondo le disposizioni nazionali.Ora finalmente l’Impresa Formento, assegnataria del restauro e che mantiene i necessari accordi con la Soprintendenza per i Beni Archeologici, Architettonici e Artistici della Liguria, ha avuto il “via libera”. Si apre così in piazza San Michele un altro cantiere, accanto a quello che ormai da alcuni mesi fronteggia il palazzo del Comune e la Cattedrale; ma certo il cantiere di palazzo Peloso Cepolla durerà a lungo, in quanto si tratta di un programma vasto, che verrà gestito dalla Soprintendenza in pieno accordo con il Comune di Albenga e con l’Istituto di Studi Liguri, che ha curato e finanziato il progetto.

Il programma inizia ora con l’urgente consolidamento delle strutture per continuare con la necessaria risistemazione dei tetti. Il lavoro si estenderà progressivamente alle tre facciate: quelle cinque-seicentesche di piazza San Michele, che congloba la torre, e di via Roma e quella, di estremo interesse, verso via Cavour; qui infatti la ricostruzione cinquecentesca del palazzo ha utilizzato le facciate delle precedenti case tardo medievali, tra cui una bella facciata dipinta, esempio dell’evoluzione delle abitazioni di Albenga tra Quattro e Cinquecento.

Gli interventi comprenderanno successivamente il restauro delle decorazioni pittoriche interne, che costituiscono una preziosa testimonianza della vita e della cultura di una delle principali famiglie di Albenga attraverso alcuni secoli e ne documentano i rapporti con l’ambiente culturale non solo ligure ma aperto a un vasto ambito, certo attraverso la fitta rete commerciale ed economica che esse intrattenevano nel mondo mediterraneo.

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Seguirà infine il riallestimento del Museo Navale Romano, qui creato nel 1960 dall’Istituto di Studi Liguri, dopo la provvisoria sistemazione delle anfore nel salone del palazzo D’Aste al momento della scoperta della nave romana nel 1950; museo che conserverà la scenografica schiera di anfore ideata da Nino Lamboglia accanto ai più moderni allestimenti multimediali. Il palazzo riprenderà anche il suo valore di Centro per l’archeologia subacquea, giungendo così a dare ad Albenga, ancora una volta, il ruolo museale e di formazione alle ricerche all’avanguardia che le compete a livello internazionale.