COP26 rinviata al 2021, Wwf: “inevitabile, ma oggi più che mai la transizione giusta è la priorità”

Le nuove date della conferenza riprogrammata per il 2021, ospitata a Glasgow dal Regno Unito in collaborazione con l'Italia, saranno fissate dopo ulteriori discussioni con le parti

Nuvole e Alpi liguri

Genova / Roma | La conferenza annuale delle Nazioni Unite per il Clima COP26, che era prevista a Glasgow dal 9 al 20 novembre di quest’anno e doveva essere anticipata dalla COP dei giovani e da una pre-COP in Italia, è stata rinviata a causa della crisi del COVID-19. L’annuncio è arrivato ieri con una decisione  presa dai rappresentanti della COP per le Nazioni Unite (United Nations Framework Convention on Climate Change), insieme a Regno Unito e Italia. Le nuove date della conferenza riprogrammata per il 2021, ospitata a Glasgow dal Regno Unito in collaborazione con l’Italia, saranno fissate dopo ulteriori discussioni con le parti.

Nell’annuncio, le Nazioni Unite hanno aggiunto che questa riprogrammazione della COP26 garantirà  a tutte le parti di potersi concentrare sulle questioni da discutere in quella che sarà  una conferenza di vitale importanza e permetterà  di avere più tempo per i preparativi necessari. E che continueranno a lavorare con tutte le parti coinvolte per aumentare l’ambizione sul clima, costruire la resilienza e ridurre le emissioni.

“Date le circostanze, la decisione di posticipare la COP26, era inevitabile – afferma Manuel Pulgar-Vidal, leader Clima ed Energia del WWF Internazionale –. La nostra priorità  collettiva deve essere quella di mettere la salute e la vita al primo posto, ed è per questo che l’emergenza Coronavirus deve essere trattata seriamente. Ma l’azione per il clima è e rimane una priorità  globale non negoziabile. Questo significa che dobbiamo concentrarci sulla creazione di nuove opportunità  di lavoro a basse emissioni di carbonio e sull’aumento della resilienza economica ed ecologica delle nostre società . Per farlo i Paesi devono continuare a lavorare per agire molto più rapidamente e profondamente di quanto non abbiano fatto in passato, devono aumentare l’ambizione, affrontare la crisi climatica in modo socialmente equo, decarbonizzando le economie e i sistemi energetici, aumentando le soluzioni basate sulla natura e contrastando l’agricoltura non sostenibile e la deforestazione, anche attraverso i pacchetti di stimolo alla ripresa economica. È particolarmente importante che i piani di ripresa dei Paesi siano allineati alle indicazioni della comunità  scientifica”.

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“Un rinvio della COP era diventato necessario, visti i ritardi nei negoziati provocati dall’emergenza sanitaria globale – aggiunge Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – ma ora è necessario usare al meglio l’ulteriore tempo a disposizione, imparando dalla crisi attuale che occorre prevenire ed evitare le emergenze, oltre che essere attrezzati per affrontarle. Anche per la crisi climatica è indispensabile azzerare le emissioni climalteranti (prevenire) e attrezzarsi per quegli impatti del riscaldamento globale già  in atto che non riusciremo a evitare; nell’immediato, occorre puntare a target di riduzione delle emissioni molto più ambiziosi. Oggi i medici e gli operatori sanitari tutti sono i nuovi eroi, ma non sono stati adeguatamente ascoltati quando potevano aiutarci a limitare i danni. Analogamente, dobbiamo dare ascolto alla comunità  scientifica sul clima e accelerare la decabonizzazione, facendone anche un’occasione di rinascita dell’economia. L’imminente ciclo di investimenti che vedrà  i Governi approntare pacchetti di misure senza precedenti è forse l’ultima chance che abbiamo per mettere sul binario giusto l’economia e puntare sulle energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la riconversione industriale e dei servizi in senso green, insomma sui settori davvero destinati ad avere un futuro. È anche una formidabile occasione per una transizione giusta, che minimizzi l’impatto sociale e, anzi, crei nuove opportunità  e milioni di posti di lavoro”.

Esistono importanti e specifiche opportunità  per la creazione di nuovo posti di lavoro nell’economia a zero emissioni, ad esempio nei settori ad alta intensità  di lavoro come le infrastrutture digitali, l’isolamento e l’efficienza energetica, il trasporto pubblico sostenibile, la diffusione di impianti fotovoltaici e solari e il ripristino degli ecosistemi. “La situazione allarmante che stiamo affrontando sottolinea anche la necessità  di un’azione urgente per fermare l’imminente perdita di vite umane a causa della crisi climatica e riequilibrare il nostro rapporto con la natura. Viviamo tutti sullo stesso pianeta e i Paesi sono più forti se lavorano insieme – conclude Manuel Pulgar-Vidal – La cooperazione internazionale basata sulla creazione di società  socialmente, economicamente ed ecologicamente resilienti è la migliore opzione per risolvere crisi presenti e future come il COVID-19 e la crisi climatica globale”.