Genova, all’Annunziata il presepe di Sant’Egidio (foto)

Comunità di Sant’Egidio: “Questo presepe ricorda che Gesù non nasce in una casa sontuosa, ma nei luoghi dimenticati, nelle periferie, povero tra i poveri”

Presepe a Genova nella basilica della Santissima Annunziata del Vastato

Genova | Anche in occasione del Natale 2019, la Comunità di Sant’Egidio ha affidato l’allestimento del presepe, che sarà esposto fino al 2 febbraio 2020 nella basilica della Santissima Annunziata del Vastato, agli artigiani napoletani di via San Gregorio armeno, i quali hanno saputo coniugare magistralmente la loro tradizione e la realtà genovese.

Gesù, Maria, Giuseppe, i tre Magi e gli angeli sono rappresentati da statuine in legno con occhi in vetro, appositamente confezionate nei laboratori artigianali napoletani; alle loro spalle un rudere con a lato tre bianche colonne le quali ricordano la basilica della Ss. Annunziata del Vastato, sede della preghiera intorno a cui si raccoglie ogni sera Sant’Egidio a Genova.

Tali elementi tipici della tradizione napoletana si combinano con l’abbraccio del capoluogo ligure alla natività. La città è ben riconoscibile nelle strade e nei monumenti, via di Sottoripa, la chiesa di San Matteo, la Lanterna, Porta dei Vacca: qui camminano i suoi abitanti, impegnati nella vita quotidiana e nel servizio ai poveri. Gesù nasce e nel presepe, intorno alla mangiatoia, ci sono tutti gli uomini e le donne che il Vangelo (Mt 25) chiede di accogliere, rappresentati da semplici statuine: affamati ed assetati, forestieri, malati, carcerati, nudi e piccoli.

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Ai due estremi del presepe, quasi in cerchio intorno a Gesù, mani amiche portano un piatto caldo a uomini e donne che hanno sete e fame, come Sant’Egidio fa tutti i giorni nella mensa di via delle Fontane e nelle strade della città. In un’aula nascosta sotto la natività, “forestieri” trovano le parole per raccontare la vita e i loro viaggi della speranza, alla stregua di quanto avviene alle Scuola di lingua e cultura italiana per migranti del centro storico e di Sampierdarena.

Nella casa famiglia una donna anziana attende con gioia chi le fa visita, davanti a un uomo dalla pelle scura, malato di Aids, che riceve le cure grazie alle quali potrà tornare a vivere: così succede a molti africani grazie al Programma Dream che Sant’Egidio ha portato in decine di paesi africani. A destra della rappresentazione i “carcerati” ed a sinistra i “nudi” per i quali si cercano vestiti, come realmente si fa nei Centri “Genti di Pace” e infine dietro alla sacra famiglia ci sono i “piccoli” che giocano alla Scuola della Pace sotto lo sguardo fraterno di un giovane amico. “Questo presepe ricorda che Gesù non nasce in una casa sontuosa, ma nei luoghi dimenticati, nelle periferie, povero tra i poveri”.

*Credit: Foto a cura di Luciano Rosasco