“Il medico di Brassens” in scena all’antico Teatro Sacco di Savona

Savona. Sabato 1 dicembre alle 21 all’antico Teatro Sacco di Savona andrà in scena lo spettacolo “Il medico di Brassens” di Georges Brassens raccontato dal dottor Bousquet (e da qualche canzone tradotta da Fabrizio De André). La regia è di Ferdinando Molteni con Franco Bonfanti (Il dottor Bousquet), Elena Buttiero (la pianista) e Ferdinando Molteni (Il cameriere-cantante).

Una produzione Allegro con Moto. Il dottor Bousquet (Franco Bonfanti) entra in un caffè. Nel locale ci sono una pianista (Elena Buttiero) e un cameriere-cantante (Ferdinando Molteni). Bousquet si siede. Ordina un pastis. Dalla radio esce Supplique pour être enterré à la plage de Sète, la canzone che rappresenta il testamento spirituale di Brassens.

Bousquet comincia a ricordare. Sono passati vent’anni dalla sua morte. E lui racconta quegli ultimi giorni, ma soprattutto la grandezza di un artista formidabile. Ricorda il Brassens cantante di successo, il poeta, l’anarchico. Lo rievoca utilizzando le sue stesse parole, che ha scolpite nella memoria. Ne rivela la complessità, ma anche l’immediatezza. Ne racconta il tormentato rapporto con le cose materiali, con il successo, con le donne. E restituisce a Brassens la dimensione che davvero gli appartiene: quella di un grande scrittore che ha utilizzato una chitarra per raccontare il suo mondo. Ogni capitolo della vita di Brassens è contrappuntato dalle sue musiche. E dalle sue canzoni tradotte da Fabrizio De André, come Delitto di paese, La leggenda di Natale, Marcia nuziale, Il gorilla e altre.

Advertisements

Ama e rispetta Brassens, Bousquet, il piccolo dottore di Saint-Gély-du-Fesc. E ne racconta, dunque, la storia. La storia di un uomo complicato che però considerava il mondo racchiuso nel suo paese di pescatori. «Tutti i paesi sono miei paesi – diceva Brassens –. Ma, per me, tutti i francesi sono di Sète». Sète è il posto dove era nato e dove voleva – sulla spiaggia – essere sepolto. Ci andò vicino. Brassens riposa, infatti, a pochi passi dal mare, nel cimitero dei poveri. Mentre l’altro grande poeta di Sète, Paul Valery, è sepolto nel camposanto in collina. Perché Brassens scelse la famiglia del dottor Bousquet? Probabilmente la risposta a questa domanda, la chiave della sua vita e dei suoi ultimi dolcissimi e drammatici giorni, è tutta in questa frase: «Ho bisogno d’amare e di essere amato».