Decreto dignità, sindacati: no alla reintroduzione dei voucher nel turismo

Davide Guarini

No alla reintroduzione dei voucher nel turismo dove la contrattazione nazionale di settore da decenni si misura “con le esigenze di flessibilità delle imprese, individuando diverse soluzioni negoziali condivise e utili a rispondere alle problematiche di una domanda in larga parte condizionata da una strutturale stagionalità”. Così i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uilltucs, in una nota congiunta trasmessa al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi Di Maio e ai presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, intervengono al dibattito politico sulla reintroduzione dei buoni lavoro nel comparto turistico previsti negli emendamenti al Decreto Dignità che nei prossimi giorni verrà discusso alla Camera dei Deputati.

“La paventata reintroduzione dei voucher, peraltro già presenti ora nel nostro ordinamento seppur vincolati a determinati requisiti – affondano le tre sigle nella nota unitaria – avrebbe l’effetto di vanificare le scelte contrattuali fin qui operate, favorendo il rischio di sostituzione che i dati degli anni precedenti hanno fortemente evidenziato: i buoni lavoro, del valore nominale di 10 euro, venduti nel turismo nei primi sei mesi del 2016, furono 10.410.045 e, parallelamente, i contratti a tempo determinato stipulati per stagionalità diminuirono”

Nella missiva i sindacati di categoria Cgil Cisl Uil sottolineano anche che la contrattazione nazionale del turismo individua strumenti di flessibilità prevedendo “il lavoro extra e di surroga, che consente di poter assumere lavoratori con contratti della durata massima di 3 giorni; apprendistato in cicli stagionali per giovani fino a 29 anni; contratti a tempo determinato stagionale e somministrazione di lavoro a tempo determinato”. “Inoltre – prosegue la nota – i Ccnl prevedono dispositivi di flessibilità sull’orario di lavoro come il part time anche di 15 ore settimanali con clausole elastiche; part time weekend della durata di otto ore settimanali e possibile gestione di orari multi periodali funzionali a far fronte a picchi di attività in tutti i periodi dell’anno”.

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“Il Turismo – si legge nella missiva – determina annualmente il 12% del P.I.L. del nostro paese ed occupa quasi due milioni di lavoratori; nonostante questi dati rilevanti, il settore soffre di elementi di precarietà – nella durata dei rapporti di lavoro e nel reddito – che possono trovare tutela attraverso un’azione mirata nella contrattazione collettiva e con uno specifico e coerente sostegno legislativo. Se è vero che una parte del lavoro nel Turismo ha infatti carattere di stagionalità, difficilmente si può sostenere che il medesimo lavoro presenti carattere occasionale ed imprevedibile”.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs esortano infine le istituzioni del Governo Conte sulla necessità “che questo comparto rilevantissimo nella crescita dell’economia italiana divenga oggetto di una nuova Governance partecipata, di indirizzi strategici, di investimenti e non di iniziative che abbiano come unica finalità quella di fornire alle imprese uno strumento volto a produrre esclusivamente una compressione del reddito dei lavoratori e, soprattutto, ad aumentare la maggiore precarietà del rapporto di lavoro che, invece, il Decreto vuole contenere”.

I sindacati si rendono infine “disponibili ad attivare tutte le sedi di confronto utili per discutere delle prospettive di crescita, delle problematiche, delle potenzialità del settore del turismo, di cui il lavoro è aspetto centrale” ed invitano il dicastero a “modificare l’orientamento rispetto alla introduzione dei voucher”.

«Il nostro auspicio – ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini – è che la discussione in Parlamento tenga conto delle segnalazioni e delle richieste delle Parti Sociali e in particolare dai sindacati, sulla inopportunità di reintrodurre i voucher nel settore del turismo dove la contrattazione individua validi strumenti di flessibilità finalizzati a conciliare l’occupazione con la stagionalità, fenomeno strutturale del comparto e dove l’urgenza è semmai riferita all’allungamento dei rapporti di lavoro e alla revisione della Naspi”.