Lutto perinatale: convegno e Mostra fotografica “Madri Sospese”

Albenga | diverse figure sanitarie si confronteranno davanti a una platea di professionisti e genitori sull’importanza delle parole, come strumento di cura |

Il 15 ottobre l’associazione italiana Ciaolapo promuove in Italia dal 2007 il “Babyloss awarness day” (www.babyloss.info) giornata internazionale della consapevolezza sul lutto perinatale, un giorno dedicato alla riflessione, sensibilizzazione e consapevolezza su un tema molto difficile da raccontare e da comprendere, come la morte intrauterina, l’aborto, la morte neonatale e la morte improvvisa del lattante.

Dal 2007 l’associazione Ciaolapo (www.ciaolapo.it) , fondata da Claudia Ravaldi e Alfredo Vannacci, medici e genitori di Lapo morto a termine gravidanza, si occupa di questa tematica, sia promuovendo e svolgendo ricerca e corsi di formazione specialistici, sia offrendo supporto a famiglie e operatori, grazie anche a un’estesa rete di volontari e professionisti formati, distribuiti in tutta Italia.
In Liguria i referenti di Ciaolapo offrono sostegno con gruppi di aiuto per i genitori in lutto attivi a Genova, presso l’ospedale Gaslini, e ad Albenga, presso il distretto sanitario albenganese.

Grazie a questa collaborazione con le strutture sanitarie del territorio i volontari di Ciaolapo vogliono quest’anno celebrare la giornata dedicata alla sensibilizzazione sul lutto perinatale con un convegno scientifico aperto anche alla cittadinanza in cui diverse figure sanitarie si confronteranno davanti a una platea di professionisti e genitori sull’importanza delle parole, come strumento di cura nelle situazioni di perdita perinatale.

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Il lutto perinatale è la condizione che insorge in tutti i genitori che perdono un figlio in epoca gestazionale o subito dopo la nascita. Lo stesso processo emotivo che si sperimenta ogni volta che si perde una persona cara; solo che in questo caso la persona non è visibile, nei primissimi mesi neppure ai genitori. Eppure esiste e la sua perdita lascia un gran senso di vuoto, vuoto che necessita di tempo per essere riempito dell’amore di quella relazione interrotta troppo precocemente. Per questo obiettivo le parole sono molto importanti, parole di accoglienza del dolore, che lo riconoscano piuttosto che nasconderlo o evitarlo, per agevolarne l’accettazione e la trasformazione.

Parole in grado di curare come le abilità tecniche e i principi attivi di cui dispongono gli operatori. Questo è uno dei messaggi che Ciaolapo cerca di diffondere con le sue numerose attività di sostegno ai genitori e formazione agli operatori ed è obiettivo anche del convegno che si terrà ad Albenga il 15 ottobre dalle 9 alle 13 presso la sala del consiglio comunale in Piazza San Michele 17 con il patrocinio della regione Liguria e del comune di Albenga, delle Asl e degli Ordini dei medici delle province di Savona e Imperia, dei collegi delle ostetriche liguri, e delle associazioni di medici Albenga Salute e Alassio Salute.

Nell’ambito del convegno sarà inoltre inaugurata la mostra fotografica promossa da Ciaolapo “Madri sospese” creata dalla fotografa e mamma speciale Alessandra Fucillo, che racconta attraverso le immagini il percorso di cura e di elaborazione del lutto perinatale di molti genitori che si sono offerti volontari.
Da sempre Ciaolapo promuove la consapevolezza culturale e il cambiamento psicosociale anche attraverso l’arte.
La fotografia è una delle tante espressioni che è possibile utilizzare per narrare le storie dei genitori in lutto, rendendole dicibili.

La fotografa Alessandra Fucillo descrive il suo progetto:

“Sono una mamma come tante altre e quello che mi è capitato è successo a moltissime donne. Ho due ferite sul cuore che si sono trasformate in bellissime note musicali, ma ancora oggi non posso toccare e vedere i miei figli ogni giorno, posso solo immaginarli, creare spazio e serenità per loro. Sono grata però a tutte le persone che mi hanno aiutata in questo cammino aspro e duro e il progetto fotografico che segue è una restituzione, un simbolo di gratitudine universale che ho nei confronti di tutte le persone che mi hanno riportata nella luce dopo che i miei bambini sono svaniti. Sono una fotografa professionista e (…) il progetto fotografico Madri sospese ha come obiettivo principale una mostra fotografica che potrà girare per l’Italia e che si comporrà di circa 30 immagini che saranno stampate su pannelli in forex, che misureranno circa 70x50cm. Il titolo nasce da una prima considerazione che spesso viene sottovalutata: siamo già madri, dal momento stesso in cui leggiamo il risultato del test di gravidanza e lo siamo nonostante i nostri bambini non ci siano più.

“Per me è stato difficile ammetterlo e comprenderlo, perché, come molte altre mamme, mi sentivo inadeguata alla maternità, sentivo di essere in difetto, sentivo come se “dentro di me la vita non potesse fluire”, come mi ha detto una delle mamme che ha collaborato attivamente al progetto. Ho aggiunto l’aggettivo “sospese” perché corrisponde alla sensazione che ho provato, in primo luogo per il vuoto percepito e in secondo luogo per le opinioni che venivano dall’esterno: mi riferisco a quel senso di ingiustizia che si prova quando molti danno per scontato che non sei una madre e che basterà riprovare per dimenticare; tutte le mamme che hanno vissuto la mia esperienza sanno quanto siano sbagliate queste considerazioni e quanto facciano male. Trovo straordinaria la capacità di rinascita delle madri che ho conosciuto e che danno speranza anche a me di potere affrontare una nuova gravidanza e di portarla anche a termine”.

“L’idea è quella di fotografare le mamme che si offrono volontarie avendone prima ascoltato la storia; in tutti i dialoghi che ho avuto con le mamme sono nate delle bellissime immagini che abbiamo insieme trasformato in fotografia. Non per tutte la fotografia che ne risulta simboleggia una rinascita, perché c’è assoluta libertà di espressione. Nel mio caso, per esempio, c’è un autoscatto che si rifà al momento di vuoto assoluto provato nella fase iniziale del lutto. Alcuni scatti sono stati pensati e realizzati in studio, altri in casa e altri nella natura. Infine questo progetto ha l’obiettivo di farmi vivere una catarsi e di offrire la possibilità ad altre mamme di provare la stessa sensazione di “leggerezza” che provo io stessa quando mi vedo da fuori in una fotografia che porta con sé dolore, speranza, bellezza, vita e morte.”

La mostra sarà esposta presso la Biblioteca civica di Albenga dal 15 al 29 ottobre.