Elogi ad Alassio per la mostra di Franco Ravera

di Claudio AlmanziAlassio. Grande successo nella “Città del Muretto” per Franco Ravera che sembra essere riuscito a ribaltare il noto ed antico proverbio “Nemo propheta in patria”, riuscendo a conseguire invece in questa mostra elogi dai propri concittadini, grande interesse da parte della critica e considerazione dagli esperti ed appassionati d’arte. La personale è ospitata presso la Sala Carletti in via XX Settembre.


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Ravera, che ha al suo attivo numerose ed importanti personali e collettive, fra le quali quelle a Finale Ligure, Sanremo, Sorrento, Roma ed Albenga, è un artista vero, senza pregiudizi, che sa spaziare nel mondo variegato del colore e della forma, con forte gusto dell’ equilibrio. Pronto all’ innovazione, sovverte spesso tutto quello che ci si aspetterebbe dopo aver visto il travolgente Novecento. Ravera, che è nato a Genova nel 1951, attualmente vive ed opera ad Alassio, nel suo studio in via Mazzini 4, ed aderisce all’UCAI (Unione Cattolica Artisti Italiani) della diocesi di Albenga- Imperia, un sodalizio che riunisce una cinquantina di artisti provenienti dalle province di Savona, Cuneo ed Imperia.

“Cerco di esprimermi – ci ha spiegato l’artista- e nello stesso tempo di suscitare emozioni in coloro che saranno i fruitori della mia arte. Per questo sono sempre attento a questi due aspetti: me stesso ed il mio ipotetico spettatore. Poi naturalmente cerco sempre di fare laboratorio, di andare sempre oltre, di non fermarmi a soluzioni già provate o viste”. Così, con occhio quasi fanciullesco, mescola la tradizione all’ avanguardia e, con una forte solidità esecutiva, narra di mondi possibili, ma immaginari ricordandoci un Gianni Arde prima maniera o un Auro Albertini maturo, sempre con un forte filo narrativo a cavallo fra Calvino e Queneau.

“Ogni suo pezzo è fresco e vivace- dice di lui l’editor Armando D’Amaro, noto esperto d’arte e collezionista- ed aperto a mille soluzioni, per questo è giusto l’accostamento a certo Pinot Gallizio, così come nasce immediato un riferimento ai più recenti Auro Albertini o Gianni Arde, o ancora al grande Basquit”. Ravera fa un singolare uso del colore e trova personali soluzioni plastiche e stilistiche. Predilige la tecnica mista: gesso, terra e altri materiali sembrano quasi il tentativo di recuperare dall’affresco rinascimentale la solidità di un fondo impregnato di colore e materia che si fonde, dando origine a forme di onirica immaginazione rivolte alla realizzazione di un giusto equilibrio di fra la forma ed il contenuto.

“Le ultime mie mostre – conclude lo stesso Ravera- erano state l’occasione per far conoscere al pubblico le mie ultime soluzioni. Di recente ho fatto degli ulteriori passi avanti verso una continua ricerca e sperimentazione, due cardini che sono alla base del mio percorso artistico”. Chi vorrà lo potrà verificare personalmente visitando, fino a sabato, la sua mostra personale allestita alla Sala Carletti, in via XX settembre, 7, ad Alassio.