Il Duo Bottasso strega Loano

senza titolo (1 di 1)-1145di Alfredo Sgarlato – Secondo appuntamento per la rassegna “Racconti d’inverno”, ideata dalla Compagnia dei Curiosi nell’ambito del decennale del Premio Città di Loano per la Musica Tradizionale. Presso la Biblioteca comunale, gremita di spettatori oltre le più rosee aspettative, il Duo Bottasso presenta il suo primo disco “Crescendo”. A fare da apripista il cantautore ingauno Mauro Pinzone, che dopo “Fuori la città”, la sua canzone più amata dai fans, presenta alcuni pezzi nuovi, uno dei quali,, ancora senza titolo, scritto il giorno prima. Nel finale dell’esibizione il duo raggiunge Mauro e lo accompagna nell’ultima canzone. Quindi tocca ai fratelli Bottasso, Nicolò al violino e alla tromba e Simone all’organetto diatonico.

senza titolo (1 di 1)-1148Fin dalle prime note il pubblico presente capisce di aver fatto benissimo a dimenticare la tv o internet e sfidare la sera invernale (peraltro piuttosto tiepida) per andare a scoprire due giovani musicisti: la musica proposta dal duo è a un livello veramente alto. Molte composizioni sono di Simone Bottasso, che parte dalla propria conoscenza delle musiche tradizionali per contaminare melodie e ritmi. Abbiamo il ballo delle quattro province che, dopo che i musicisti liguri hanno sentito il jazz suonato sulle navi, diventa “Monkerrina”. I tradizionali occitani accanto a uno scandinavo, una “Polska”,  qualcosa di totalmente diverso dalla polca che si balla in Italia. Una composizione di Gilson Silveira, brasiliano ormai laiguegliese di adozione, in medley con una di Silvio Peron, maestro delle valli occitane. Una ninna nanna basca, con Nicolò alla tromba, non fa addormentare, ma tiene ben attento il pubblico con la sua soave melodia.

senza titolo (1 di 1)-1146Le composizioni originali sono molto belle, e l’interplay tra i due musicisti perfetto. Simone e Nicolò si scambiano i ruoli di solista e ritmica, spesso è il violino a tenere il ritmo con l’ostinato o il pizzicato, spesso i due strumenti, picchiettati sulle casse armoniche, diventano percussioni. Le lunghe divagazioni strumentali non perdono mai di vista la melodia. Simone introduce i brani raccontando gli eventi storici o le situazioni personali che li hanno ispirati. Realtà o leggenda? Si stampi la leggenda, risponderebbe John Ford. I brani sono presentati in duo e in versione strumentale, molti sono gli ospiti presenti sul disco, tra cui la magnifica voce di Elena Ledda, ma anche nella versione più scarna non perdono minimamente fascino, data la bravura tecnica e il feeling dei due musicisti piemontesi. Davvero una rivelazione, una serata molto bella per gli appassionati di musica senza frontiere, peccato non aver visto nessun rappresentante dell’amministrazione comunale.

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*Foto di Martin Cervelli