Frida Kahlo, Diego Rivera e Nickolas Muray, artisti e amanti in mostra a Palazzo Ducale

rivera-portraitofnatashagelman-1943-919929_0x440di Alfredo Sgarlato – Grandissima coda anche in ore inusitate per visitare, al Palazzo Ducale di Genova, la mostra dedicata a Frida Kahlo e Diego Rivera. L’esposizione si apre con alcune opere giovanili di Rivera. Il messicano non era un artista particolarmente originale, è facile vedere come nelle prime opere si rifacesse all’impressionismo, poi al cubismo, poi al realismo; ma dai bozzetti, specie i ritratti di donna, si nota che Rivera era comunque molto dotato tecnicamente. A quarant’anni Rivera, ormai affermato come pittore e leader politico, sentì parlare di una giovane pittrice, Frida Kahlo. Andò a conoscerla e dopo un paio di giorni si recò dal padre a chiederla in sposa. Diego-Rivera-I-Girasoli-1943-copiaFu grande artista Frida Kahlo? Certamente seppe fare di sé stessa un’ icona, molti decenni prima della lezione di Warhol. Potremmo fare della psicoanalisi da strapazzo e pensare che fu dal terribile incidente occorsole o dall’aspetto non propriamente corrispondente ai canoni dell’epoca (eppure nelle foto dove non si vedono i baffi appare piuttosto graziosa) a trarre questa volontà di autoaffermazione. In ogni caso Frida Kahlo non fu solo un’astuta inventrice di sé stessa: sapeva dipingere, eccome. Si possono confrontare i ritratti dipinti da lei e dal marito: entrambi coi ritratti di amici illustri si guadagnavano da vivere. Paradossalmente Rivera eccelleva nei ritratti maschili, in cui restituiva il carisma del personaggi dipinti, mentre la moglie sapeva ritrarre magnificamente le donne, che rendeva sensuali e sublimi. Guardiamo i ritratti dell’amica Natasha Gelman, dipinta da entrambi: Rivera la rende pensosa, Frida languida e pronta all’amore. Di Rivera vediamo anche le opere del periodo politico, le più interessanti, specie quando è ispirato dalla tradizione messicana. Della Kahlo, non abbiamo solo autoritratti, anche opere poco note di ispirazione surrealista, come “Il sopravvissuto”, in cui si nota una vena autoironica e sarcastica, che colpì Breton. o-FRIDA-KAHLO-facebookNella parte finale abbiamo una ricca serie di fotografie della coppia, spesso colta insieme ad animali. C’è anche un video che li vede insieme al rivoluzionario Lev Trotskij, un uomo che per le proprie idee fu assassinato, e non solo minacciato via face book (vabbè, all’epoca non esisteva ancora; ma la posta funzionava benissimo). Molti di questi scatti sono di Nickolas Muray, a cui è dedicata la mostra nel sottoporticato. Nato in Ungheria come Miklosz Murai, trasferitosi in U.S.A. divenne Muray e un abile fotografo. Si racconta di lui che fosse un uomo dotato di fascino e simpatia irresistibili: divi e persone comuni amavano essere ritratti da lui, che usava un otturatore silenzioso, in modo da catturare i soggetti durante la conversazione. Fu così che riuscì a ritrarre il suo idolo Monet, che mori pochi mesi dopo, ma dichiarò di aver passato con Muray una giornata magnifica. Bellissimi i ritratti dei divi del cinema: Marilyn Monroe fu amica di Muray, ma quelli più belli sono i ritratti di Greta Garbo, oltre a quelli della propria figlia Arija. Dopo la morte di Nickolas si scopri che di Marilyn era stato amante, così come di Frida Kahlo, che fu il vero amore della sua vita, illuso che lei lasciasse Diego per lui.

05-Nickolas-Muray-Nudo-blu-100x67Le due mostre sono molto piacevoli, e ci sono sembrate più centrate e razionali di altre precedenti, di cui non era sempre ben comprensibile il criterio alla base. Si possono visitare fino all’8 febbraio, chi andasse fino al 6 gennaio può anche vedere una serie di foto di Franco Fontana scattate al cimitero monumentale di Staglieno. Quindi, dal 5 marzo, appuntamento con l’espressionismo tedesco.