Generazioni a confronto a Su la Testa

di Alfredo Sgarlato – Si conclude la nona edizione di Su la Testa con una serata più strettamente dedicata ai cantautori. Il primo è Stefano Vergani, dalla Brianza. Ironico, raffinato, con forte presenza scenica, le sue canzoni colgono aspetti minimi eppure importanti della vita quotidiana. Molto interessante, peccato per il timbro di voce un po’ troppo simile a quello di molti altri musicisti.

Segue, il selezionato dal contest, Samuele Puppo, di Celle. Spiega Alberto Calandriello, organizzatore del contest e presentatore dei pomeriggi a Palazzo Scotto Niccolari, che tutti i partecipanti potevano essere scelti, ma Samuele ha stupito per il contrasto tra l’età giovanissima, sedici anni, e la bravura tecnica. Puppo ha scelto di cantare in inglese: ci racconta, nell’incontro pomeridiano – che ha visto coinvolti anche Chiara Obina, Mauro Pinzone, Zazza e ilvergani grandissimo Claudio Lolli – che ha sempre ascoltato musica in inglese e gli viene naturale usarlo per scrivere, anche se è un handicap professionale. Samuele canta tre sue canzoni e in effetti, è impossibile credere che sia ancora così giovane, data la perizia con cui conosce la chitarra e la già consumata capacità di tenere il palco. Ed ha anche una bella voce. Una rivelazione in un festival che ne ha regalate molte.puppo

Nella seconda parte, dopo che l’attore Gabriele Puggelli, accompagnato da Gianni Zaglio al Sax, ha letto il racconto “Il killer” di Pupi Bracali, un momento di grande emozione per tutti i presenti: arriva Claudio Lolli, una colonna portante nella storia della musica italiana. Accompagnato da tre accompagnatori di lungo corso, Roberto Soldati e Paolo Capodacqua alle chitarre e Danilo Tomasetta al sax, tre musicisti di grande tecnica e gusto, annuncia di cantare canzoni d’amore, di tutti i tipi d’amore. Amore per i padri, rappresentati da Gramsci e Giancarlo Cesaroni, fondatore del Folk Studio. L’amore di una ragazza per sostanze distruttive, l’incubo di una generazione, in da “Da zero e dintorni” (contenuta in un disco fantastico, “Disoccupate le strade dei sogni”, 1977). Ovviamente si conclude con il medley tra “Ho visto anche zingari felici” e “Anna di Francia”, dal disco capolavoro del 1976, che fondeva canzone d’autore e progressive rock. Purtroppo Lolli ha avuto problemi di salute e la sua esibizione è più breve di quanto gli spettatori avrebbero desiderato, ma anche così la commozione è stata forte e quest’uomo intelligente e visionario sarà per sempre nei nostri cuori.present

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Si conclude con Naif Herin, cantante polistrumentista e autrice aostana, che ha scritto anche per Paola Turci e Arisa. Devo dire che la sua proposta non mi convince appieno. Se gli arrangiamenti, con basso e tastiere memori della New wave e una raffinata sezione d’archi tutta al femminile, sono molto intelligenti, i testi mi sembrano un po’ prevedibili e devo confessare che questi timbri di voce così sottili non fanno per me. Ma è questione di gusto personale ed è giusto apprezzare il coraggio di presentare materiale totalmente inedito.

naifNel complesso un’edizione di Su la Testa di alto livello. Il pubblico presente si è sempre divertito, gli stili variavano, tutti i musicisti sono apparsi come persone piacevoli aldilà della musica suonata, che ovviamente non può prescindere dal gusto personale. Una testimonianza di come lo stato della musica italiana sia buono e Su la Testa si stia imponendo come isola felice per musicisti che osano dire qualcosa di proprio. Ringraziamo l’Associazione Zoo e l’insostituibile Alessandro Mazzitelli dietro al mixer, e li aspettiamo al varco per la decima edizione.

*Foto di Mario Rossello