Conclusa la quarta edizione del Forum Dieta Mediterranea

“Dobbiamo investire di più in cultura, sfruttare l’aspetto emozionale, I protagonisti della sessione del Forum Dieta Mediterranea dedicata a cultura e comunicazionefornire alle imprese gli strumenti culturali per conquistare nuovi mercati. La Dieta Mediterranea è infatti ben percepita dal consumatore e questo per le aziende può diventare un valore, così come per le strutture pubbliche e private: ci sarà infatti sempre più richiesta di educare all’alimentazione i bambini, come di strutturare la cultura”. Con queste parole Enrico Lupi, Presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio e di Re.C.O.Med, ha aperto ieri mattina l’ultima sessione della quarta edizione del Forum Dieta Mediterranea organizzato da Camera di Commercio di Imperia e Azienda Speciale PromImperia.

Con la conclusione del simposio, è dunque partito ufficialmente dall’Auditorium della CCIAA di Imperia il count down verso Expo 2015: una sfida, che il Forum Dieta Mediterranea vivrà da protagonista. Non solo perché l’esposizione universale di Milano sarà teatro della quinta edizione del Forum nel mese di settembre 2015 nel Padiglione Italia, ma soprattutto perché è proprio da questo importante appuntamento che si potrà cogliere l’opportunità di avviare una diffusione dei princìpi della Dieta Mediterranea anche al di fuori dei suoi confini tradizionali e creare – oltre che nelle nuove generazioni – anche in paesi esterni all’area mediterranea una cultura del cibo basata su una alimentazione sana ed equilibrata quale la Dieta Mediterranea stessa si propone di essere.

“La riflessione interdisciplinare sul valore del cibo dal punto di vista culturale, percettivo e persino di costruzione di uno stile di vita individualizzato – ha spiegato il Prof. Mario Morcellini del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale all’Università La Sapienza di Roma – consente di intravvedere in esso una dimensione tutt’altro che banalmente materialistica: il Made in Italy cessa di essere un puro esercizio di marketing e diventa bandiera identitaria e di condivisione di una comunità di destino. Possiamo essere largamente ottimisti sul futuro della Dieta Mediterranea, la previsione è positiva e le parole chiave da tenere presente perché ciò avvenga sono: rapporto tra cultura e lavoro delle imprese, competitività, sostenibilità”

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Sulla componente identitaria del cibo, ha dissertato approfonditamente anche Gabriele di Francesco, docente di Sociologia Generale all’Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara, il quale ha aggiunto che “Il cibo riesce in sostanza a connotare un territorio costruendo anche specifici, condivisi e ben individuabili “giacimenti enogastronomici” che vedono la presenza e l’intimo legame di varie componenti: il vino, i prodotti tipici, la storia, le tradizioni, la cultura popolare e, non ultima, la creatività accorta degli operatori”.

Tra gli altri interventi della sessione – moderata dalla giornalista de Il Secolo XIX Milena Arnaldi – spunti interessanti sono pervenuti dal confronto tra cultura del cibo e cibo come cultura e dal ruolo della Dieta Mediterranea nella Piramide Alimentare curato da Valeria Del Balzo, docente della Scuola Superiore in Scienze dell’Alimentazione dell’Università La Sapienza di Roma, che ha esposto come tra i termini alimentazione e nutrizione ci sia una sostanziale differenza: “alimentarsi significa scegliere ciò che si mangia, nutrirsi è la conseguenza fisiologica dell’atto di mangiare. La Dieta Mediterranea é un complesso di tradizioni alimentari, conoscenze e tecniche artigianali, rappresentazioni e paesaggi, che i popoli del Mediterraneo riconoscono come parte integrante del loro patrimonio culturale. Tra i popoli diversi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, scopriamo infatti alimenti e diete rappresentativi di una radice comune. Tanto è vero che la nuova piramide della Dieta Mediterranea Italiana moderna, è stata costruita sui principi comuni a tutti i paesi del Mediterraneo ma allo stesso tempo fa riferimento agli alimenti tipici della tradizione del paese, tiene conto della situazione geografica e socio-culturale e delle variazioni dei consumi alimentari, con uno scopo: promuovere una maggiore aderenza al modello alimentare mediterraneo, da sempre considerato sano ed equilibrato. Partendo dal rispetto della cultura mediterranea, sono stati inseriti alcuni concetti caratterizzanti quali “tradizioni, convivialità, frugalità, sostenibilità, stagionalità e territorialità”.

Si è parlato dunque approfonditamente di cultura, ma anche di comunicazione e marketing del cibo, con il giornalista enogastronomico Marco Lombardi: “chi fa giornalismo enogastronomico ha grandi responsabilità perché a seconda di come viene data una informazione si può favorire un prodotto piuttosto che un altro. Bisogna fare molta attenzione comunicando essenzialmente la qualità del prodotto e trasmettere informazioni con la massima sincerità – ha aggiunto – perché anche in Italia, dove il livello culturale dei consumatori è medio elevato, comunicare in un certo modo può avere un potere enorme e una influenza molto grande sull’opinione pubblica. Lo sforzo che dobbiamo fare tutti insieme noi comunicatori del cibo è di essere il più equilibrati possibile e dare un quadro generale dei fatti evitando sensazionalismi: la notizia che arriva al consumatore può infatti subire distorsioni e rivelare una verità solo parziale dei fatti”.

Tra gli altri interventi, quello dello scrittore giornalista Tom Mueller e quello di Margherita Bovicelli, Console onorario italiano in Grecia e rappresentante Fondazione culturale “The Routes of the Olive Tree” che ha portato il proprio contributo sul tema “Mediterranean Diet and Gastronomic Civilization of Greece”.