Liguria: saranno dieci i poli tecnico-professionali

Saranno dieci i poli tecnico-professionali e sette i settori di sviluppo su cui rossettiRegione Liguria, Istituti tecnici, enti di formazione e aziende hanno intenzione di puntare nei prossimi anni per rendere efficaci i percorsi formativi e assicurare un lavoro ai giovani. Lo ha deciso la Giunta regionale su proposta dell’assessore al bilancio e alla formazione, Pippo Rossetti. L’obiettivo è quello di creare reti e sinergie tra la formazione e i giovani e le imprese per favorire l’occupazione, in pratica una rete integrata tra scuola e mondo del lavoro.

I dieci poli opereranno in sette settori economici: dai servizi alla persona, all’agro-alimentare, dalla meccanica alle professioni del mare e della logistica, dall’efficienza energetica e dalle tecnologie verdi al turismo e allo sviluppo delle tecnologie per la cultura, la comunicazione e l’informazione. Saranno questi le aree trainanti del prossimo futuro in Liguria, a dirlo non è solo la Regione Liguria, ma Confindustria, associazioni di categoria e gli enti di formazione che lavoreranno insieme alle scuole, ai poli di innovazione e agli Istituti tecnici superiori.

Il provvedimento approvato punta a valorizzare il contributo delle imprese nella definizione dei fabbisogni formativi, a portare nelle aule le competenze del lavoro e ad aprire i percorsi di istruzione tecnica e professionale con visite e stage in azienda, rafforzando il rapporto tra il sistema dell’istruzione e della formazione e i sistema della ricerca tecnologica più avanzata.

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“L’obiettivo dei poli tecnico professionali – spiega Rossetti – è quello di assicurare maggiore stabilità e qualità dell’offerta formativa in corrispondenza con i fabbisogni professionali del mercato e superare la frammentarietà degli interventi”. “Sono molto soddisfatto dell’avvio dei poli tecnico professionali – conclude Rossetti – frutto di un lavoro sul territorio che ha visto dialogare i mondi dell’istruzione, della formazione e dell’impresa. Una sfida in un momento di crisi per consentire ai giovani che iniziano un percorso di studi nel sociale o nel settore turistico o della meccanica di avere una possibilità concreta di inserimento lavorativo e dare anche maggiore stabilità al sistema”.