Confartigianato Liguria a Roma per il futuro delle imprese

Anche la Liguria è presente alla manifestazione nazionale di Rete Imprese Parlamento Aula 01Italia, che riunisce oggi, in piazza del Popolo a Roma, artigiani e commercianti di tutto il Paese per chiedere al futuro governo maggiori garanzie e attenzioni per le microimprese italiane.

Circa 60 mila manifestanti, un migliaio dalla sola Liguria, scendono in piazza per chiedere rapide e concrete azioni per risollevare le imprese italiane dalla crisi. Presenti in piazza anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Renzo Guccinelli, e le deputate liguri del Pd Anna Giacobbe e Mara Carocci. «Raggiungere piazza del Popolo è stata una maratona – dice Giancarlo Grasso, presidente Confartigianato Liguria, presente alla manifestazione – Ma siamo davvero tantissimi, da tutto il Paese, per difendere il lavoro, l’occupazione e soprattutto il futuro delle famiglie italiane. Auspichiamo che il forte segnale lanciato oggi da tutti noi sia raccolto dal governo perché si impegni a investire risorse per le imprese e dare così risposte concrete agli italiani: l’economia del Paese non può basarsi solo sull’esportazione, ma deve rimettersi in moto a partire dal proprio mercato interno».

Con un’incidenza del 94%, le Mpmi rappresentano davvero il futuro dell’Italia: il tessuto produttivo di micro, piccole e medie imprese italiane conta oltre 4,3 milioni di realtà sparse sul territorio italiano, per circa 24 milioni di occupati. Ma le difficoltà sono molteplici, come testimonia il fatto che nel 2013 hanno chiuso i battenti quasi mille imprese al giorno (in totale 372 mila in Italia), con un calo particolarmente negativo, quasi del 2%, nell’artigianato: nella sola Liguria, tra 2012 e 2013, hanno chiuso la saracinesca quasi duemila aziende artigiane.

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Non aiuta anche la forte tassazione: infatti la pressione fiscale cosiddetta “legale” (cioè su ogni euro dichiarato allo Stato) è addirittura del 54% del Pil. Ancora più pesante il confronto con l’Europa: la tassazione continentale media sul reddito è inferiore del 20% rispetto a quella italiana. A pesare sul lavoro delle piccole e medie imprese ci sono anche la lentezza e la farraginosità di una burocrazia che costa alle Pmi circa 30 miliardi all’anno (7 mila euro su ciascuna azienda), la diminuzione dei finanziamenti bancari, in calo del 6% solo tra 2012 e 2013, contro una spesa corrente aumentata del 10%.

In questo quadro vanno a inserirsi le richieste di Rete Imprese Italia e declinate concretamente in un documento, per dire basta a un fisco che schiaccia le imprese e le famiglie e sottrae risorse allo sviluppo, al calvario burocratico e ad una tassazione locale irresponsabile. Rete Imprese Italia chiede che si tolgano vincoli e costi che pesano sul lavoro per poter assumere i giovani, che le banche comincino a investire sull’economia reale, che lo stato saldi i propri debiti con le imprese e faccia interventi di forte impulso alla ripresa economica, con misure urgenti per consentire alle imprese di resistere alle difficoltà e tornare rapidamente allo sviluppo.