Il pianista Ramin Bahrami, dal 1987 profugo dall’Iran (Paese in cui morì il padre, rinchiuso in carcere per ragioni politiche) e stimato tra i massimi interpreti di Johann Sebastian Bach e delle sue Fughe, e l’Isola di Lampedusa, avamposto di migranti in fuga dai loro paesi, saranno premiati domenica 18 maggio a Finale Ligure a conclusione della settima edizione della Festa dell’Inquietudine, dedicata quest’anno al binomio inquietudine e fuga.
La cerimonia di premiazione è in programma alle 15 all’Auditorium di Santa Caterina.
Bahrami riceverà il premio Inquieto dell’Anno, riconoscimento assegnato a personaggi che “indipendentemente dal loro campo di interesse o di attività, si contraddistinguono per il loro essere inquieti, cioè vivaci intellettualmente e sentimentalmente, desiderosi di conoscere e di conoscersi, di intendere il conosciuto e il conoscibile, di intraprendere iniziative e avventure nuove”.
“Bahrami è un inquieto in fuga. – commentano al Circolo degli Inquieti – E per questo noi in lui riconosciamo e a lui affidiamo anche il compito di diffusione del messaggio di armonia degli opposti, di amore dei diversi, di complementarietà dei mondi”.
Al grande pianista esule sarà affiancata nella premiazione l’isola di Lampedusa, territorio in cui gli abitanti hanno trasformato il disagio in accoglienza.
Il Sindaco dell’isola siciliana sarà collegato via Skipe per ricevere “virtualmente” la Medaglia che la Presidenza della Repubblica ha assegnato alla Festa e che il Circolo degli Inquieti ha deciso di conferire a Lampedusa. “Gli accadimenti degli ultimi giorni hanno impedito agli amministratori o ai volontari impegnati nei soccorsi dei migranti di essere presenti. Nei prossimi giorni faremo pervenire loro il nostro riconoscimento”, aggiungono al Circolo.
Il premio “Inquieto dell’Anno” non ha un valore venale e consiste in una pentola di terracotta sghimbescia, schiacciata da un lato e contenente un piccolo drappo di lino con il titolo di Inquieto ricamato. Arrivato alla diciassettesima edizione, è stato conferito, tra gli altri, negli anni scorsi a Don Luigi Ciotti, Milly e Massimo Moratti, Raffaella Carrà, Oliviero Toscani, Gad Lerner, Gino Paoli, Antonio Ricci e Guido Ceronetti.
Ramin Bahrami, classe 1976, musicista che ha vissuto le rivolte e i cambiamenti politici nel suo Paese, il padre incarcerato dal regime lo costrinse a emigrare in Europa a soli 11 anni, trovando rifugio proprio in Italia: si è diplomato con Piero Rattalino al Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Nella sua carriera esibizioni presso le maggiori istituzioni musicali d’Italia, teatri, stagioni e prestigiosi festival internazionali. Nel gennaio 2009 Ramin Bahrami è insignito del Premio “Città di Piacenza – Giuseppe Verdi” dedicato ai grandi protagonisti della scena musicale, riconoscimento assegnato prima di lui a Riccardo Muti, Josè Cura, Leo Nucci e Pier Luigi Pizzi. Bahrami si è inoltre esibito in prestigiose sedi italiane, come il Teatro La Fenice di Venezia, l’Accademia di Santa Cecilia a Roma, dove è apparso nella prestigiosa rassegna “Solo Piano”, l’Auditorium Rai di Torino e il Teatro alla Scala di Milano, dove ha tenuto un recital nel dicembre 2012. Dello stesso anno il libro Come Bach mi ha salvato la vita, Mondadori.