(M C) –  Pochi i commenti della ex amministrazione caduta oggi e quelle poche parole sono rabbiose, pur se farcite da dichiarazioni di felicità  e euforia. Alle affermazioni della Guarnieri che ha dato dei pezzenti ai suoi tre ex membri della maggioranza, si unisce il consigliere Aldo Marino che condivide in toto le parole dell’ex sindaco.

“Siamo stati mandati a casa dai pezzenti della politica – scrive Aldo Marino – confermo le parole del mio Sindaco Rosy Guarnieri. Siamo stati mandati a casa da coloro che hanno girato a destra e a sinistra senza vergogna senza un briciolo di pensiero politico. Siamo convinti che il nostro operato sia stato trasparente e che se Albenga oggi ha 13 milioni in meno di debiti sulle spalle è per la nostra oculata gestione. Oggi non ha vinto nessuno ne sono convinto”.

“Le scelte giuste o sbagliate che siano le abbiamo fatte e ce ne assumiamo tutti la responsabilità, nessuno di noi si nasconde perchè nessuno di noi ha motivo di vergognarsi di nulla come affermano i consiglieri che oggi si sono dimessi. Pensavamo che la prima repubblica fosse finita e invece ci siamo ritrovati 3 soggetti che ne sono la peggior espressione. Non sarò di certo io o il mio partito a giudicarli ma gli elettori nella prossima tornata elettorale semprecchè trovino un partito che abbia il coraggio di candidarli. La minoranza ha recitato il suo ruolo come è giusto che sia ma siamo stati traditi da chi per l’ennesima volta ha avuto una possibilità di riabilitarsi agli occhi dei cittadini e invece per l’ennesima volta ha recitato il ruolo di traditore”.

“Da oggi Albenga è libera!!!!! Abbiamo un unico rammarico che è quello dei numerosi progetti che si bloccheranno gioca forza dopo questa scelta scellerata. Siamo già in campagna elettorale sicuri che questi FIGURI della becera politica ad Albenga non ci saranno più e che i giovani di destra quella vera quella liberale ci daranno un’altra volta una mano e ci metteranno la faccia per tornare a governare la nostra città”, chiosa Marino.

(* foto  dei firmatari dello scioglimento del consiglio comunale)