Legge di stabilità? Cauto ottimismo dell’Anci; sindaco di Albenga Guarnieri critica: “lascerà in mutande sia i sindaci che i cittadini”

di Fabrizio Pinna – Non è ancora chiaro cosa verrà fuori in sede di approvazione definitiva in Parlamento della nuova Legge di stabilità 2014 varata martedì dal Consiglio dei Ministri, ma il rischio che ancora una volta lo Stato finisca per scaricare sui Comuni e gli enti locali parte delle “inefficienze” di una politica che finora si è dimostrata inadeguata nell’affrontare la crisi profonda di questi ultimi anni rimane ancora tutto da scongiurare. L’Anci (l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) ha accolto con cauto ottimismo alcuni elementi presenti nella bozza della Legge, come “l’allentamento del Patto di stabilità per un miliardo, l’esclusione di nuovi tagli nei trasferimenti ai Comuni e l’integrazione con fondi statali per un miliardo sulla Service tax”.

Tuttavia, se davvero quest’ultima tassa, con i dovuti correttivi, garantirà “la certezza che nel 2014 i Comuni potranno godere delle stesse risorse che avrebbero introitato con Imu e Tares” – parole del Presidente dell’Anci e sindaco di Torino, Piero Fassino – rimane al momento un’incognita. L’Anci, ha dichiarato il presidente Fassino, vuole impegni precisi e “chiederà un immediato confronto con Governo e Gruppi parlamentari per assicurare ai Comuni quella certezza di risorse essenziali per garantire l’erogazione dei servizi ai cittadini’’.

La partita, insomma, è ancora aperta ma preoccupazione, dubbi e scetticismo sono molto diffusi tra i sindaci e anche nei Comuni del savonese, a partire da Albenga, c’è chi si prepara già agli scenari peggiori. Difficile «oggi, dare un giudizio e discutere su di una bozza licenziata dal Consiglio dei Ministri, perché in aula potrebbe subire modifiche, emendamenti, o anche non essere accolta benevolmente dal Parlamento, oppure considerata non sufficientemente risolutiva dei problemi da parte della solita Europa», sostiene il sindaco di Albenga Rosy Guarnieri, ma «Da quello che abbiamo potuto apprendere dagli organi di stampa circa questa bozza di provvedimento, istintivamente viene da pensare che, ancora una volta, questa legge sia mirata a lasciare in mutande sia i sindaci che i cittadini. Le sigle possono cambiare, Tarsu, Tares, Imu, Trise, ma la sostanza rimane sempre la stessa: i sindaci dovranno chiedere ai cittadini non solo lo 0,30 al mq su Tarsu sui servizi indivisibili, ma dovranno maggiorare le imposte per recuperare l’Imu prima casa che non verrà trasferita ai comuni».

Gli interventi sulle rigidità del molto criticato Patto di Stabilità potrebbero eliminare per i Comuni alcuni problemi, ma anche in questo caso – sostiene il primo cittadino ingauno – rimangono più dubbi che certezze: «L’allentamento del Patto di Stabilità, di cui ancora non abbiamo una chiara conoscenza, potrebbe forse intervenire sulla spendibilità di quelle somme, quali mutui accesi e non attivati, di quelle opere che sono state congelate per l’impossibilità di spendere quanto già a disposizione, per lavori già oggetto di gare d’appalto: nel nostro caso, influirebbe su opere quali il completamento del sottopasso, la riqualificazione delle fontane pubbliche, sull’ampliamento di via San Calocero e sui 600 mila euro di manutenzioni degli asfalti. Ci auguriamo che almeno questa diventi realtà, ma restiamo un po’ scettici. Se manca la liquidità, se mancano le entrate, e se sempre maggiore sarà l’impegno che viene richiesto ai comuni per intervenire in sostituzione dello Stato, difficilmente sarà possibile aiutare le nostre famiglie e le nostre aziende in grave difficoltà».

«Già un volta ci hanno fatto credere che permettendo i pagamenti avrebbero risolto i nostri problemi, ma questi provvedimenti sono stati utilizzati solo da quei comuni che avevano avviato opere senza sostenibilità economica e quindi il pagamento di debiti contratti. I comuni virtuosi, che contestano la legge, ma la applicano, operando nella legalità, vengono sempre più penalizzati», prosegue il sindaco ritornando sulla questione dei tributi e dei servizi: «Se dovessimo applicare un euro a m/q aggiuntivo alla Tarsu o Tares per recuperare l’Imu prima casa che lo Stato si fa promotore di eliminare – senza rispettare il trasferimento ai comuni – non sarebbe sufficiente per Albenga. Non si avrebbe la quadra del bilancio di previsione per garantire i servizi senza aumenti, quindi ancora una volta i comuni si troveranno a dover recuperare le cifre in più. Lo stato fa il bel gesto, si prende gli onori, ma scarica tutti gli oneri ai comuni. I quali, per poter rispondere a tutte le esigenze di servizi pubblici – raccolta rifiuti e tutto quanto necessario a garantire una qualità di vita – dovranno sempre chiedere ai cittadini, che pagheranno sempre di più», conclude Guarnieri.

2 Commenti

I commenti sono bloccati.