NOTE A MARGINE – Sicurezza ad Albenga: che fare?

di Fabrizio Pinna – In attesa che il dibattito e il punto generale sulla questione della sicurezza ad Albenga migri dalle sempre infuocate e un po’ sterili polemiche sui giornali e i social network per approdare infine nella sede istituzionale del parlamentino ingauno – secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi dal capogruppo del Pd Mariangelo Vio, la minoranza formalizzerà la richiesta per la convocazione di un Consiglio comunale ad hoc – dopo l’ondata crescente in questi ultimi mesi di spaccate e furti che ha colpito diffusamente in particolare gli esercizi commerciali della città, è notizia di cronaca oggi l’arresto di tre criminali, due extracomunitari e un italiano, tutti recidivi, probabilmente colpevoli di numerosi colpi in città. Nonostante le molte difficoltà comuni in questi casi, proseguono infatti serrate le indagini delle forze dell’ordine per individuare i responsabili.

Una boccata d’ossigeno anche per l’amministrazione ingauna, alle prese non solo con gli affondi della minoranza, ma anche con il crescente malumore dei commercianti, di alcuni esponenti della coalizione di maggioranza e di parte consistente dello stesso elettorato di riferimento: «Questo risultato è frutto dell’estenuante lavoro di tutte le forze di polizia, in particolare dei Carabinieri di Albenga, a cui va ancora una volta il mio più sentito ringraziamento, a nome di tutta la città. Ci auguriamo che questa sia la conclusione di una fase che ha creato grossi disagi e problemi al territorio e alla comunità, che purtroppo lascia un po’ l’amaro in bocca se pensiamo alle condanne che saranno inflitte a questi soggetti non rispettosi delle libertà altrui», ha dichiarato oggi il sindaco Rosy Guarnieri con cauto ottimismo.

«La condanna, anche se dovesse essere comminato loro il massimo della pena prevista, non risolverebbe comunque le problematiche che i loro riprovevoli atti causati dalle loro azioni», ha però aggiunto: «La società tutta deve condannare moralmente questi individui, che approfittando di un sistema non sufficientemente rigido né rispondente alle esigenze della popolazione onesta, ritenendosi protetti da un clima di impunità, diventano sempre più arroganti e continuano a delinquere». «Non dobbiamo piegare la testa davanti a questi soggetti, e auspicare che le condanne siano sempre confacenti al disagio sociale creato, e insistere affinché, alle sentenze di condanna, vengano promossi anche i provvedimenti di rimpatrio, perché è giusto rispedire a casa gli autori di reati, dove consentito da accordi bilaterali». «Il momento – ha concluso il sindaco Guarmieri con un appello – è cruciale, delicato e, purtroppo pericoloso, e per questo chiedo che tutti quanti si impegnino, e accentuino sensibilità e azioni volte a proteggere maggiormente le persone che vivono nella legalità e che hanno il sacrosanto diritto di vivere liberamente e serenamente nelle rispettive proprietà».

Le responsabilità dei Governi e della politica nazionale che si è dimostrata negli ultimi trent’anni (sic!) incapace di approntare una legislazione adeguata è un dato di fatto risaputo, lamentato anche dalla precedente amministrazione Tabbò: a partire dalla certezza ed efficacia della pena che rimangono al momento puramente aleatorie, con scarcerazioni molto spesso quasi immediate anche per pregiudicati e pluri-recidivi (è il caso anche dei due extracomunitari arrestati oggi, vagabondi senza permesso di soggiorno, processati ancora una volta per direttissima solo un paio di giorni fa per atti di vandalismo sul Viale Martiri in stato di ubriachezza, ma subito dopo di nuovo a piede libero). Di come affrontare il fenomeno, fisiologico e storicamente costante, dei più alti tassi di delinquenza dovuti ai fenomeni migratori, rimane anche questione di adeguatezza di politiche di integrazione efficaci, ma sensibilità e culture politiche differenti quando si cristallizzano in ideologie di certo non aiutano a trovare soluzioni pragmatiche e realistiche. E qui manca anche una adeguata politica europea.

Ad ogni modo, aspettando Godot, il legislatore nazionale ed europeo, i problemi non semplici e mai risolti, ovviamente non solo ad Albenga, rimangono comunque – al di là del crescente impegno delle forze dell’ordine che stanno adottando nuove strategie interforze e programmi, per così dire, intercomunali – come gli enti locali e i Comuni possano di fatto contribuire ad arginare i fenomeni di criminalità e microcriminalità, intervenendo sul doppio piano sia della sicurezza reale sia della sicurezza percepita, i quali incidono entrambi sulla qualità della vita dei cittadini e che nei periodi di crisi si accentuano.

La domanda, insomma, rimane la classica “che fare?”. Le proposte concrete emerse nel dibattito/scontro ad Albenga tra maggioranza e minoranza finora non sembrano molte. Le condanne “morali” di chi delinque, difficile possano aiutare; e per la topografia della città, che comprende frazioni molto distanti, rimane notoriamente problematica la sorveglianza delle forze dell’ordine – le quali dispongono di risorse regolate e limitate – per aspettarsi un presidio del territorio più capillare: che siano presenti o meno amministratori in qualche pattuglia, non cambia la situazione.

Anche lo snellimento delle pratiche burocratiche e un fondo aggiuntivo, in collaborazione tra amministrazione comunale e associazioni di categoria, incentivi proposti le scorse settimane su iniziativa del sindaco per aiutare ulteriormente i commercianti nel dotarsi di sistemi d’allarme e videosorveglianza, in futuro potranno agevolare le indagini delle forze dell’ordine e metterle in alcuni casi in condizioni di intervenire più rapidamente, ma poco influiranno come deterrente nei confronti di una microcriminalità di “emarginati” e sbandati, spesso con problemi di droga e alcolismo, che probabilmente non ha nemmeno la capacità di domandarsi se valga la pena rischiare anni di carcere o passare la vita a entrare e uscire di prigione per poche centinaia di euro e a volte persino meno. Insomma: che fare, in concreto? Aspettando Godot, questa volta il Consiglio comunale, la domanda al momento rimane aperta.

* Note a margine di Effe: la rubrica Corsara di Fabrizio Pinna

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