Scott Hamilton scalda la piazza di Albenga (con fotogallery)

di Alfredo Sgarlato – Torna il sereno e l’Albenga Jazz Festival torna nella sua sede naturale di Piazza San Michele. La Presidente dell’associazione Le Rapalline In Jazz Barbara Locci e il Direttore Artistico Alessandro Collina ringraziano tutti coloro che hanno permesso lo svolgimento della manifestazione e presentano il protagonista della serata: Scott Hamilton. Nato a Providence (la città dello scrittore H.P.Lovecraft) Hamilton sin da ragazzo si è dimostrato uno dei migliori interpreti del sax tenore, continuando una tradizione stilistica che vede in Ben Webster e Coleman Hawkins gli iniziatori, un suono scuro ma vellutato ed elegante che fa del tenore lo strumento perfetto per le ballads più romantiche. Scott attacca con uno dei cavalli di battaglia suoi e di quasi tutti i jazzisti, What is this thing called love, ed è subito magia tra musicisti e pubblico.

Gli accompagnatori di Hamilton sono Aldo Zunino al contrabbasso e Alfred Kramer alla batteria, una delle sezioni ritmiche più affiatate in circolazione e Martien Oster, da Amsterdam, alla chitarra. Il chitarrista titolare doveva essere l’ottimo Sandro Gibellini, però è indisposto, ma Oster è tutt’altro che una riserva: è un musicista che suona abitualmente con Diana Krall, Toots Thielemas, Lonnie Smith, solo per fare qualche nome…

Le ballads si alternano coi temi swinganti come Stompin’ at the Savoy e Perdido, descrivere parole la classe e la bellezza del suono di Hamilton è impossibile, un musicista così si può solo ascoltare. Zunino e Kramer in ottima forma accompagnano precisi e duettano ottimamente col leader nei breaks. Oster inizia un po’ titubante, poi prende quota e esegue una serie di validi a solo, sia con lunghe frasi fluide alla Barney Kessel, sia con fraseggi di accordi spezzati. Non manca l’omaggio all’Italia con Estate, la canzone di Bruno Martino che, snobbata alla sua uscita come motivetto da night, dopo essere stata incisa da Chet Baker, Gilberto Gil e Michel Petrucciani, è diventata obbligatoria in ogni repertorio.

Sono le ballads come Estate o Darn that dream, resa celebre da Miles Davis, a incantare il pubblico, che ha riempito Piazza San Michele come di rado l’abbiamo vista e ha applaudito continuamente i musicisti. La chiusura è con uno splendido tema di Duke Ellington, Tonight I shall sleep with a smile on my face, e conclusione migliore non poteva esserci.

Stasera gran finale con Gianni Coscia, uno dei giganti del jazz italiano.

8 Commenti

  1. Ottimo evento, specialmente per quanto mi riguarda per aver potuto sentire il grandissimo Sandro Gibellini. Una stella del panorama chitarristico italiano e non solo, che si “mangia” tranquillamente molti blasonati nomi internazionali….
    Bravissimi tutti comunque!
    Rigurdo ai mortaretti e salsiccia sono daccordo: un successo.. e non avrebbe potuto essere diversamente visto il calibro dei personaggi.

  2. Ottimo evento, specialmente per quanto mi riguarda per aver potuto sentire il grandissimo Sandro Gibellini. Una stella del panorama chitarristico italiano e non solo, che si “mangia” tranquillamente molti blasonati nomi internazionali….
    Bravissimi tutti comunque!
    Rigurdo ai mortaretti e salsiccia sono daccordo: un successo.. e non avrebbe potuto essere diversamente visto il calibro dei personaggi.

  3. La classe non è acqua: si è visto chiaramente. Per riempire le piazze e le sale senza attirare la gente con tarallucci e vino ci vuole qualità.

  4. La classe non è acqua: si è visto chiaramente. Per riempire le piazze e le sale senza attirare la gente con tarallucci e vino ci vuole qualità.

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