La Nonna del Corsaro Nero – Albenga, Seconda giornata del Palio: da vedere e da gustare…

di Sandra Berriolo – Si vede che non mi sento bene, lo ha detto anche il Sindaco, ma ho trovato altri due motivi per andare al Palio di quest’anno. Prima la Mostra di abbigliamento storico e poi un frugale pasto ma sano e tonificante. Non ci vuole molto tempo a visitare la mostra di abbigliamento del tredicesimo secolo, ma ne vale la pena. La trovate al pianterreno di Palazzo Oddo, nei locali della Veggia Arbenga. È organizzata e gestita dai ragazzi del Gruppo della Compagnia di Chiaravalle che vi daranno tutte le spiegazioni che desiderate.

Purtroppo pochi i vestiti, tutti ricostruzioni degli originali dell’Europa del sud, quindi verosimili anche per la nostra zona. Semplici anche per la nobiltà, in lino e lana ricamata, con cinture in cuoio o stoffa per il popolo. Quello che distingueva i ricchi erano anche i copricapi di fattura più elaborata e le cinture: più lunghe e con fibbia lavorata denotano maggior potere economico. Le scarpe sono inaspettatamente ben confezionate e dotate di stringhe o laccetti anche decorativi. Vi prego di fare il confronto con certi vestiti che si vedevano indossati dai figuranti nelle edizioni precedenti del Palio: il 1200 non è il Rinascimento, una volta per tutte!

I ragazzi vi indicheranno poi l’uso delle armi esposte e le due armature attraverso le quali si vede l’affermarsi dell’araldica per vestiti e scudi man mano che il tempo passa. Una piccola mostra che sarebbe bello ampliare nei prossimi anni. Un modo per pensare al tipo di vita che si poteva fare e quanto noi ne siamo lontani ed inconsapevoli.

Per rifocillarsi oggi vi consiglio invece le gustose proposte della Taverna della Valle Arroscia, rione San Siro. Proposta semplice e cronologicamente verosimile con la zuppa di ceci e il tagliere di salumi e formaggi del nostro entroterra, serviti sulla foglia di fico, accompagnati da vini locali e non dal modaiolo mojito. I legumi, da sempre per l’uomo cibo di base insieme ai cereali, hanno nutrito battaglie e vite contadine, nobiltà e clero in epoche in cui il colesterolo non era ancora conosciuto e il diabete temuto. Oggi gli esperti li consigliano, allora non c’erano neppure gli esperti.

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo


1 Commento

  1. se invece non temete il colesterolo il miglior dolce all’Antro delle Megere e il miglior mojito, pardon officinalis mentorum, alla Taberna della Testa Rialzata

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