di Sandra Berriolo – Presentato intorno all’assolato mezzogiorno – all’aperto – il Palio dei Rioni A.D. 2013, che si terrà ad Albenga dal 18 al 21 luglio. Il motto di quest’anno è: “parlatene, anche polemizzando ma purché ne parliate!”, così chiese agli astanti giornalisti Donna Guarnieri. Ora, io non sono giornalista ma se sua Signoria lo desidera posso sforzarmi. L’anno scorso mi ero divertita con le foto anacronistiche (Gino, le hai poi comprate le lenti a contatto?) e quest’anno magari pure. Visto che sarà un evento “in grande stile”, come annunciò immantinente all’inizio del proclama il suo vice, Don Nucera, e potrò sbirciare la bellezza di “circa 1000 albenganesi impegnati nell’evento. Sessanta cantine per circa dieci persone ciascuna e poi i figuranti, gli addetti del Comune, i volontari, annessi e collaterali. Insomma un numero interessante di persone coinvolte”.

Sempre Nucera garantisce una “migliorata organizzazione, giochi adeguati anche per l’utenza femminile e infantile ed un ulteriore passo avanti verso la verità storica di ciò che succedeva ad Albenga nel 1227”. Perché questo è l’anno in cui Vaccarezza aveva promesso contributi che pare stentino ad arrivare. Pardon, il 1227 è l’anno in cui Federico II mandò un legato imperiale ad Albenga per dare l’appoggio del Sacro Romano Impero alla città, quindi l’epoca di riferimento della rappresentazione. Il legato della Provincia, Vaccarezza appunto, prima ha arringato la folla esprimendo encomio per “la valorizzazione delle potenzialità della città; tali potenzialità solo Albenga le possiede quindi se comincia a correre di strada ne può fare tanta. Perché una città di livello si riconosce quando è gradevole per chi ci abita e di conseguenza anche per chi la visita”. Poi è stato redarguito da sua Signoria, Donna Guarnieri, appunto perché sembra che i bonifici dei contributi stentino ad arrivare.

Nessuno ha citato il “pagamento della gabella” che anche quest’anno i visitatori dovrebbero sborsare. Non se ne fa parola neppure sui depliant che invece elencano il ricco programma di eventi e di piatti su cui piomberà l’arrembaggio dei gourmet. Non vi elenco i duelli, i giullari e gli accampamenti di soldati. Mi piace però rilevare: il laboratorio didattico, la Mostra di abbigliamento civile e militare dell’epoca (presso l’associazione Veggia Arbenga in Via Roma), il gruppo musicale coi tamburi (la chitarra che conosciamo noi e il pianoforte ancora non c’erano) e l’apertura serale dei Musei della città. Insomma cercate i depliant, mettete da parte “un fiorino” moltiplicato per 4 sere e cercatemi. Sono a far fotografie alle stranezze mentre bevo un “officinale mentotum” o un “chupitum”. Ci vediamo giovedì.

* Fotogallery a cura dello © Studio Fotografico Rossello – Albenga