Alassio, implode l’amministrazione Avogadro: dimissioni di massa degli assessori e consiglieri comunali

di Fabrizio Pinna – In caduta libera ad Alassio l’amministrazione del sindaco Roberto Avogadro che stamattina è stato travolto dalle dimissioni di massa di consiglieri e assessori, con Angelo Vinai, Fabio Lucchini, Marco Melgrati, Angelo Galtieri, Rinaldo Agostini, Luca Villani, Alessandro Scarpati, Jan Casella e gli assessori Domenico Bogliolo, Matteo Monti ed Emanuele Schivo (consigliere con delega) determinati a porre la parola fine al Consiglio e andare dritti a nuove elezioni alla prima data utile in primavera (probabilmente a maggio).

Su questo tutti d’accordo, (ex) maggioranza e minoranza. «Molti, troppi dei contenuti previsti dal documento per il rilancio dell’azione amministrativa, siglato ad Ottobre, non sono stati evasi. Siamo stati leali e per ragioni di responsabilità abbiamo atteso i tempi previsti dalla verifica di Gennaio lavorando in maniera silenziosa, senza raccogliere le provocazioni o alimentare inutili dispute ma stando ben attenti ai segnali, non faziosi, provenienti dalla città. Il clima purtroppo non è migliorato, gli atteggiamenti dannosi persistono e le polemiche sterili continuano ad essere all’ordine del giorno prendendo costantemente il sopravvento sulla programmazione amministrativa», dichiarano Bogliolo e la segreteria alassina del Pd.

E oggi la svolta inevitabile: «La misura è colma, non siamo disponibili a continuare a caricare problemi, ben al di là delle deleghe di competenza, sulle spalle del nostro Assessore ed a vedere ogni sforzo vanificato dalla prima estemporanea dichiarazione di un Sindaco che in poco più di un anno è riuscito a compiere ben due capolavori, il primo di intelligenza ed il secondo di incredibile ottusità politica. Riteniamo che, oggi, responsabilità significhi agire al fine di ridare la parola agli alassini nei tempi il più possibile brevi». «Insieme all’Assessore Matteo Monti ed al Presidente del Consiglio Emanuele Schivo, ai quali va tutta la nostra stima, il nostro Assessore Domenico Bogliolo ha deciso di dimettersi. Abbiamo posto la parola fine al percorso di Melgrati stando all’opposizione ed ora intendiamo porre la parola fine a quello di Avogadro, questa volta, dopo aver vissuto un periodo all’interno della sua maggioranza. Dopo aver ereditato una situazione economica disastrosa lasciamo, con orgoglio, una un bilancio risanato soprattutto grazie a noi ed una collina protetta dalle aggressioni del cemento: elementi che stanno alla base del futuro dell’economia alassina», conclude il Pd alassino.

«La situazione è precipitata e così non poteva andare avanti; questa amministrazione, in particolare Avogadro, ha preso decisioni scellerate che alla fine hanno compromesso tutta l’attività politica», concorda il consigliere di minoranza Angelo Galtieri per il quale il destino dell’amministrazione Avogadro era però già segnato fin dalla sua nascita, dopo la “vittoria problematica” – poco più di un anno e mezzo fa – nella tornata elettorale del maggio 2011: «le tensioni sono sorte già da quando era stato eletto e i rapporti tra maggioranza e opposizione sono sempre stati ai ferri corti. Non ultimo c’era stato anche un ribaltone con l’ingresso di nuove figure in giunta e in consiglio. Qualcosa stava già scricchiolando da diversi mesi e non si poteva più andare avanti per il bene del paese».

«Grande soddisfazione e un forte sospiro di sollievo» per la definitiva “implosione” dell’amministrazione Avogadro arriva dall’ex sindaco Marco Melgrati, suo avversario storico più veemente, a da tutto il Pdl: «A chi accusava strumentalmente e falsamente il gruppo del P.d.L. di un possibile “inciucio” con la maggioranza, questa è la risposta più limpida. Il gruppo del P.d.L. ha da subito tenuto alta la guardia sulle nefandezze perpetrate da questa amministrazione, e fatto opposizione, all’inizio in solitario, sempre dura e forte, senza nemmeno concedere una magari legittima apertura di credito iniziale, intravedendo già da subito i segni dell’incapacità amministrativa di questa giunta».

Molti gli errori “clamorosi”, secondo Melgrati: «A determinare questa decisione hanno pesato le scelte scellerate compiute dall’inizio del mandato, dalla rimozione della statua di Totò, dall’inversione di via Dante, poi rimangiata parzialmente, alla decisione di spostare il mercato in corso Europa, stoppata dal TAR, a quella del ripristino del Balun d’Arasce in piazza Partigiani, alla chiusura del molo Bestoso, alla volontà di realizzare la pista ciclabile in via Dante eliminando 150 posti auto, all’affidamento a cooperative “foreste” peraltro “morose” delle spiagge comunali, togliendole agli operatori alassini; alla inaugurazione della struttura del nuovo Poggiofiorito senza poter trasferire gli anziani per inagibilità (una struttura nuova!), alla incapacità di rendere agibili le tribune del campo sportivo, via via fino all’assurda decisione di realizzare l’ara cineraria nel cimitero di Alassio, la goccia che ha fatto traboccare il vaso».

E il Pdl non risparmia critiche rivolte anche al Partito Democratico che ha sostenuto la giunta fino ad oggi: «Una vittoria elettorale, quella della lista A come Alassio, frutto della divisione dei moderati, da sempre maggioranza nella città del muretto, che aveva portato questa “armata Brancaleone” ad amministrare con il supporto determinante del Partito Democratico, presente in giunta prima con uno poi con due assessori, fino alla “trombatura” di Boggiano, perché “scomodo” e troppo “curioso” nei confronti di alcune operazioni non certo “cristalline”. Partito Democratico che il giorno della vittoria aveva issato sul Comune, in spregio alle leggi, il proprio vessillo». «La speranza – conclude il Pdl alassino – è che si apra una nuova fase dove tutti i moderati contribuiscano ad una formazione magari meno politica ma più orientata al bene della nostra amata Città, facendo tesoro degli errori del passato, per un nuovo rilancio turistico e produttivo di Alassio, senza cattiveria, senza astio, senza livore, ma con spirito di servizio».

Respinge tutte le critiche il sindaco Roberto Avogadro, il quale si è detto stupito della “sfiducia” piombatagli addosso – a suo parere inaspettatamente – oggi anche dagli esponenti della sua stessa maggioranza: “un pezzo di maggioranza che ha sempre vissuto di paure e di poca fiducia nei propri mezzi si è tirata indietro” ha dichiarato, ribadendo di aver amministrato “bene” nell’interesse della città. Le molte scelte contestate? Decisioni impopolari, ha ripetuto come già altre volte gli scorsi mesi, ostacolate dalle “lobby” alassine. Avogadro – peraltro impegnato anche alle politiche nella lista ligure Udc per la Camera – si è detto intenzionato a “non arrendersi” e pronto ripresentarsi alle prossime amministrative. Ipotesi realistica o solo una risposta di pragmatica, sull’onda delle polemiche? Di sicuro è difficile al momento prevedere, dopo le rotture e molteplici frizioni avute durante il suo mandato, con quali “alleati” potrebbe riproporre la sua candidatura a primo cittadino.

** Alassio caduta amministrazione Avogadro, Casella (Sinistra) e Villani (Lega): guardare al futuro

*** Alassio verso il commissariamento: a maggio le nuove elezioni

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