VERDE SPERANZA

di Sandra Berriolo – Leggo che Gino Rapa protesta per la prossima costruzione di un edificio al posto di un campetto di erbacce in via Carloforte. Dice che c’è la cementificazione ad Albenga, che non ci sono più spazi verdi per la gente. Ma dai! E se anche fosse? A cosa può servire un piccolo campo di erba incolta tra i palazzi? Intanto a far intristire i vecchietti del Trincheri, là di fronte. Molti di loro nati e cresciuti in campagna, a vederla ora là fuori e non poterla usare, coltivare, toccare gli fa venire un sacco di malinconia. Quindi meglio evitarglielo. E poi, ammettiamolo, un pezzo di terra – anche giardino o uliveto che sia – richiede cura ed impegno in ogni stagione. Invece i pavimenti in legno di casa li posso pulire qualunque sia il clima fuori e rimandarne la pulizia se l’umore della mia giornata non è incline.

Inoltre tra gli steli dell’erba si nascondono un sacco di scocciatori: formiche, lumache, coccinelle, lombrichi, ragnetti, afidi; e poi ancora grilli che cantano a tutte le ore, a volte ranocchiette strepitanti, uccellini che imitano i kamicaze e pigolano insistentemente e quanti altri. Tutti questi animaletti molesti ed inutili spesso emigrano verso i nostri possedimenti ben puliti e lustri, in cerca di cibo – li chiamano antagonisti – e si insinuano nelle nostre piante e nelle nostre vite senza averne avuto né titolo né richiesta. Eppure spargiamo regolarmente pesticidi sulle rose e i gerani perché non siano visitati da scocciatori e noi possiamo fare bella figura coi passanti e con gli ospiti a cena. Per non parlare di quei delinquenti di cani e gatti che in un’area verde possono correre inseguendo non si sa cosa e poi depositare il loro PIL liberamente, adducendo la scusa che concima. Sinceramente preferisco il suddetto Pil in mezzo ad un marciapiede, almeno lo vedo e posso schivarlo.

Gino ripensaci, la vita va avanti, basta con la bucolica. La verdura la coltiva il supermercato, le piante il vivaio, il latte lo fa la centrale del latte, i pesticidi la stessa multinazionale che fa le medicine. Aggiornati!

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo

4 Commenti

  1. Partendo dall’ SOS dei monelli rilancio e….provoco. Sarebbe bello se ad Albenga ci inventassimo uno spazio verde pubblico comunitario. Un giardino di tutti, nel verso senso del termine. Uno spazio della collettività per la collettività dove ad esempio si possa portare, quando non la si usa più invece che metterla in soffitta, una biciclettina per bambini da lasciare al libero uso al gioco di altri piccoli ingauni. E’ fondamentale un cambio di mentalità e di cultura ma se a Londra ad Hyde Park ci sono sdraio e seggiole a disposizione di tutti (e rimangano li senza che nessuno le porta via!) dimostriamo per una volta che anche da noi si può fare. Sarebbe poi bello se ad Albenga l’ assessore all’ edilzia/urbanisitca fosse un tecnico NON indigeno, scelto sulla base di curriculum x sorteggio dall’ordine degli ingenieri/architetti della provincia di savona, con delega anche all ambiente. Sarebbe poi bello se si potessero vincolare i terreni agricoli rimasti impedendo varianti e cambi destinazione d’uso, se si vietassero trasferimenti di volumentrie ed indici per costruire, se si piantasse un albero per ogni nuovo nato creando un polmone verde cittadino….. In tema di attenzione alla natura e modus vivendi piu eco friendly sarebbe bello anche promuovere campagne educative sui regimi alimentari nelle scuole per favorire stili di vita sani e prevenire fattori di rischio, favorire e stimolare la “spesa km zero” con potenziamento mercatino prodotti agricoli del sabato in collaborazione con associazioni di categoria, spingere il presdio slow food per il carciofo…. C’e’ bisogno di sognare, per noi, per i nostri figli, per la nostra città. I sogni sono le gambe del cambiamento della storia. Si deve, si può.

  2. non faranno intristire i vecchietti del Trincheri bensì qualche altro “Giovane” vicino… 😉

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