di Franco Astengo – L’anno 2012 appena terminato ha sicuramente meritato la definizione di “Annus Horribilis”: probabilmente si è trattato, dal punto di vista economico, sociale, politico, dell’anno peggiore dalla fine della seconda guerra mondiale.
In tempi passati abbiamo sicuramente attraversato fasi molto travagliate, penso in particolare a quelle contrassegnate dal processo di ricostruzione post-bellica, ma la differenza, in quel tempo, era rappresentato dal fatto che, a fronte, di una povertà assoluta gli indicatori erano comunque in crescita e, la politica, grazie alla presenza dei grandi partiti di massa, forniva comunque l’idea (molto di più di un’idea, in verità) d capacità di guida autorevole e onesta.
Adesso come adesso le cose stanno, invece, assai diversamente.
Prendo spunto, per avviare questa riflessione, dalla parte conclusiva dell’articolo di Eugenio Scalfari, apparso Domenica 30 Dicembre, sulle colonne di “Repubblica”, laddove lo storico fondatore del quotidiano di Piazza Indipendenza, contesta le tesi apparse qualche giorno prima sul “Corriere della Sera” a opere degli ultraliberisti Giavazzi e Alesina, sul “restringimento delle sfere di competenza dello Stato”, insomma le vecchie ricette “meno stato più mercato”, attraverso la concezione dello”stato minimo”.
Scalfari ha un guizzo da vecchio liberalsocialista (non lo ricorda mai, ma fu deputato dello PSU tra il 1968 e il 1972, poi restò fuori dal Parlamento per via di una clamorosa lite con Craxi sulla composizione delle liste a Milano) e afferma che, al modo di Giavazzi e Alesina, si rimetterebbe indietro l’orologio della storia, risalendo il tempo fino all’epoca “manchesteriana” dell’800: quella mirabilmente descritta da Federico Engels.
Purtroppo le cose non stanno come le analizza Eugenio Scalfari: l’orologio della storia è già stato messo all’indietro, da tempo e in particolare in questo 2012.
Tutti gli indicatori economico-sociali si sono collocati all’indietro, senza speranza alcuna di ripresa: mi riferisco ai dati veri, quelli dell’impoverimento generale, della disoccupazione non solo giovanile (ormai arrivata a livelli non sopportabili) alla capacità d’acquisto dei singoli e delle famiglie.
Un quadro d’impoverimento e di paura in un Paese governato male, dove servizi e infrastrutture dalla sanità alle ferrovie sono ormai ridotti a livelli di assoluta mediocrità e sottoposto ancora a tagli finanziari e ad aumenti di tariffe per gli utenti più deboli
Un Paese, collocato all’interno di un’Europa il cui tratto più caratteristico è sicuramente quello del “deficit di democrazia”, affidato a uno stuolo di presunti “tecnici”,collocati in realtà proprio sul terreno più delicato dell’economia e dello stato sociale sulla frontiera ideologica di un liberismo cha applica le sue ricette senza tener conto delle persone, della loro vita, delle loro esigenze primarie: tanto per citare un episodio emblematico, tanti anni fa, un gruppo di giovani ricercatori universitari, Monti, Fornero, Deaglio, Tremonti, Ricossa scrissero un manuale di economia politica, giudicato ottimo dallo stesso Federico Caffè. Aggiunse però il più illustre epigono di Keynes in Italia “peccato che in questo manale non siano previste le persone in carne ed ossa”.
Il governo dei “tecnici“ e la modifica di ruolo, forzatamente imposta, dal Presidente della Repubblica alle funzioni previste dalla Costituzione, hanno rappresentato l’altro aspetto fortemente negativo che ha contraddistinto il 2012.
Si è completato il disegno di una “Costituzione materiale” di stampo presidenzialista posta al di sopra della “Costituzione formale” basata sulla Repubblica Parlamentare: si è così completato il disegno portato avanti dal precedente governo populista, personalista, di estrema destra con pulsioni razziste.
Si è governato esclusivamente attraverso i decreti legge, espropriando un Parlamento che in verità meritava di essere espropriato, non si è modifica la legge elettorale che, qualcuno proprio oggi, ha definito “incivile”: eppure a Febbraio andremo per la terza volta consecutiva nel giro di sette anni a votare con questo tipo di sistema che impedisce la scelta alle elettrici e agli elettori, fornisce un esagerato premio di maggioranza alla Camera determinando, altresì, condizioni di probabile instabilità nell’altro ramo del Parlamento che, tra l’altro, non si è riusciti a modificare nelle sue funzioni fondamentali.Rimane così l’Italia un caso particolare di “bicameralismo ridondante”.
Insomma: una valutazione complessiva ci indica, senza tema di smentite, che anche sul piano dell’esercizio democratico abbiamo fatto dei passi indietro.
Infine, la sinistra: il bilancio è sconsolante, sconsolante davvero. Si sono verificati due fenomeni di annessione, alla vigilia di una difficile tornata elettorale.
Il primo riguarda quell’area che aveva ritenuto doversi collocare all’interno del recinto del centrosinistra, percorrendo la strada delle elezioni primarie per la candidatura a “capo della coalizione”: una linea rivelatasi del tutto fallimentare dal punto di vista della capacità d’attrazione in termini di suffragi, che alla fine si è risolta nell’assunzione di un ruolo secondario di supporto per un PD alle prese, in maniera sorprendente (ma non capisco proprio dove stia la sorpresa) con la fortissima contraddizione di dover condurre una campagna elettorale “contro” un governo sostenuto a spada tratta nonostante i provvedimenti anti-popolari assunti, e i cui componenti adesso si candidano sul fronte delle riforme e dell’Europa come avversari. Una situazione che non era stata prevista dai dirigenti del PD che non appaiono, neppure adesso, pienamente consapevoli dello stato di cose in atto.
L’altra “sinistra” (uso questa definizione per comodità, pur non avendo mai accettato, in nessun tempo, l’usata teoria delle “due sinistre”) ha finito, invece, dopo aver oscillato a lungo tra diverse anime del movimentismo, con il farsi arruolare da quello che il Corriere della Sera, con qualche ragione, ha definito “partito giudiziario” ch a questo elemento aggiunge quello di un ritorno all’esasperata personalizzazione della politica, oltre ad una sorta di monotematicità programmatica e di tendenza all’esclusione di determinati elementi dal punto di vista sociale e politico.
Seguiremo nei prossimi giorni lo sviluppo di questa vicenda nel corso della quale si rischia, nuovamente, la marginalizzazione parlamentare della sinistra d’alternativa.
Mi sia concessa una battuta circa l’apparente “vexata questio” della presenza dei segretari di partito in questa lista, definita della “Rivoluzione civile”: la presenza dei segretari non dovrebbe essere valutata al riguardo della loro appartenenza o meno al “ceto politico”, ma in base ai risultati ottenuti nel corso della loro presenza ai vertici dei partiti.
Sotto quest’aspetto non dovrebbero esserci dubbi: i disastri combinati, dalla presenza assolutamente disastrosa al governo, dal fallimento totale della “Sinistra Arcobaleno”, alle scissioni e riscissioni reiterate e sviluppate in quest’area il bilancio parla da solo e pare proprio strano che i militanti si acconcino senza riflettere a questo negativo stato di cose, senza riuscire a proporre un cambiamento.
Allora: 2012 “Annus Horribilis”? Assolutamente sì e mi fermo con questo tipo di valutazione, senza proclami di speranza. La speranza è una virtù teologale e non una categoria politica e di conseguenza non deve esser usata sviluppando questo tipo di analisi che implicano invece, capacità di lettura adeguata, di proposta politica, di aggregazione sociale: tutta merce che mi pare proprio difficile da reperire in circolazione.
* Franco Astengo – Savona, politologo
MI permetto di segnalare un articolo molto interessante che condivido e che propone un tema poco affrontato in questo anno “tecnico” ma emblematico di cosa significhi concretamente la sospensione dell’esercizio della democrazia. Quando le ripercussioni vanno ad incidere su tematiche Costituzionali, ci si rende conto di come la vita civile possa subire le ripercusisoni di comportamenti sbrigativi e poco condivisi di modifiche della Legge fondamentale dello Stato.
Immagino che l’autore sia proprio lo stesso Chiarissimo Prof. Astengo autore di qauesti bellissimi articoli, e non un omonimia.
Comunque, piacendo al gentilissimo Editore, il quale publbicando link anche di altre testat emostra estrema sensibilità e apertura all’informazione libera (cosa assai rara oggi), vorrei postare questo link:
http://www.democrazialegalita.it/index.php/politica/item/154-un-parlamento-delegittimato-non-puo%E2%80%99-modificare-la-costituzione
Ecco che cosa fece il leader sostenuto per un anno dal cartello ABC…
Anche questo può essere un elemento per connotare il 2012 come “annus orribilis”?
http://www.liberoquotidiano.it/news/867931/Altro-che-risanatore-dei-conti-Monti-moltiplic%C3%B2-il-debito-italiano.html
“Altro che risanatore dei conti: Monti moltiplicò il debito italiano
Il premier sarà l’uomo che quando fu dal 1989 al ’92 sottosegretario al bilancio fece schizzare il disavanzo pubblico”
Accolgo con piacere questo bellissimo articolo che condensa i motivi per cui l’anno passato può essere davvero definibile come “ANNUS HORRIBILIS”.
Io non colgo davvero caratteri emergenziali dovuti a questa crisi generalizzata che io ormai considero tale ma indotta da elementi finti e pilotati come lo spread e mi soffermo sui passi indietro sul piano della democrazia costituzionale gravemente disattesa, sull’ìimbarbarimento del sistema istituzionale ormai ridotto all’osso dall’aberrante principio liberal-socialista con cui si è perseguita la strada della de-statalizzazione dei servizi publbici. Nondimeno gravi se non destabilizzanti possono essere considerati gli inviluppi del sistema politico, con il totale assogettamento di qualsiasi formula politica alla scuola di pensiero tecnocratica finanziaria. Ma quest’anno è stato quanto mai nefasto e degno di essere ricordato soprattutto a causa del “progresso” del piano della Troika verso la formazione dell’europa delle banche che ha fagocitato il sogno degli europei di veder realizzata l’europa dei pooli. In questo senso, il governo nominato, con l’assist di una maggioranza di cartello improponibile ha messo ulteriori e pericolosi tasselli per blindare il bieco progetto in corso. Mi sovviene il MES, il FISCAL COMPACT e per ultimo, a corollario funzionale, il PAREGGIO DI BILANCIO. Sarà difficile liberarci o modificare questi onerosi impegni, assunti in totale indipendenza dal volere del popolo sovrano. Impegni che come confermato da eminenti economisti tra cui moltissimi premi Nobel, allo stato attuale della regressione si rivelano quanto mai inopportuni e deleteri per qualsiasi intento di ripresa economica.
Poco importa che il partito che si vuol definire di sinistra sia stato depredato dell’unico programma di governo che aveva, l’agendina Monti, ritornato nelle mani di chi lo perseguiva con piglio di fedele buon esecutore, poco importa se i partiti del cartello ora, dopo un anno di inaudita e sottomessa approvazione di qualsiasi inquità a cura dei tencici, ora vogliono darsi un poco credibile aspetto “alternativo”, poco importa se siamo di fronte alla caduita di questa seconda repubblica… Abbiamo perduto importantissimi pezzi di sovranità nazionale e siamo arretrati sul piano del sociale.
Ecco perchè è stato un anno “orribilis”… per aver visto compiuto un altro passo verso l’assogettamento agli oscuri poteri finanziari e bancari eurocratici, sempre più lontani dalle esigenze dei popoli che hanno determinato e provocheranno ancora gravi e incostituzionali ingerenze sulla politica interna del nostro Paese.
Per fortuna sovviene il voto…
L’ultimo voto utile per poter rovesciare i piani della SPECTRE.