PAROLA DI CASSIOPEA – La Check list dell’amore…

di Cassiopea – L’eminente dottoressa americana Joy Browne definisce con accurata precisione i tre momenti fondamentali della consapevolezza amorosa: e se lo dice Novella 2000 sicuramente è vero.

– Primo momento: simpatia. Vi piacete. Modalità Check list: elenco mentale delle sue azioni, pro e contro.
– Secondo momento: passione. Vi desiderate: forti segnali fisici, soddisfacimento dei sensi. Passo avanti: passione con uno scopo, cioè non vi basta più una notte hot, volete anche risvegliarvi insieme, dormire insieme abbracciati.
– Terzo momento: intimità. Vi amate. Il vero amore ha bisogno di tempo per manifestarsi: compatibilità, accettazione reciproca, fiducia, condivisione. Sentimento speciale per quella persona in particolare, amarne anche i difetti…

Mi attizza un sacco la modalità Check list perciò mi soffermerei qui per alcune considerazioni. Siamo in discoteca (ma potremmo essere in qualunque altro luogo: per strada, al bar, al concerto, in tavernetta), gioco di sguardi che si incrociano. Lei: tipica Barbie attempatella strizzata nei suoi mutandoni pancia-piatta, tradizionale camicetta “vedo non vedo”, push up, tacco 15 dolorosissimo, trucco e parrucco ad hoc per la serata. Lui… come sarà?

Scateniamo la check list. Escludiamo d’ufficio quelli che profumano nella gamma dalla naftalina alla pomata per emorroidi e che passano la serata raccontandoti la loro operazione alla cistifellea, quelli tipo Vasco Rossi in decomposizione, pelati ma con capelli lunghi mai lavati (quelli sì che hanno vissuto una vita spericolata… e si vede), quelli con lo stecchino perennemente in bocca. Il dubbio è: lo cambieranno o è sempre lo stesso? Le domande piovono a cascata: è sempre lo stesso dopo o prima di averlo usato? Quelli che per dimostrarti la loro possente forza fisica attaccano briga già subito al parcheggio con un poveraccio che non c’entra niente e che suscitano in noi il ragionevole dubbio che lo stesso vigore potrebbe ritorcersi contro di noi verso fine serata.

Quelli che, solo perché ti hanno offerto da bere, ti dicono che devi passare la serata con loro, con prestazioni proporzionate all’ordinazione. Quelli che ti guardano di 3/4 e sembra che ti dicano (e infatti poi te lo dicono) “Hey bella, vieni che è la tua serata fortunata” finché non si scoprirà che il loro pacco è imbottito di cotone, provando più o meno la stessa delusione di quando da bambine abbiamo tutte spogliato il Ken, marito belloccio di Barbie, trovandolo desolatamente asessuato. Quelli che si vede che si sono preparati l’espressione a casa davanti allo specchio, ore ed ore di prove estenuanti e che sembrano lo stesso e, a maggior ragione, cerebrolesi. Quelli che tengono troppo al look, perfettini… troppo! Troppo Ridge di Beautiful (il nostro Bruttiful di provincia) che mentre ti abbracciano controllano nello specchio che tu non gli sgualcisca la piega perfetta della camicia.

Quelli che preferirebbero passarti sopra con la macchina piuttosto che rigare leggerissimamente il parafanghi (questa è l’esasperazione di quello di prima). E, sempre sul genere, quelli che guardando la foto di voi due insieme esclamano: “Siamo proprio belli” ma non hanno occhi che per loro stessi. Voi siete un contorno, una gradevole cornice come un tralcio di edera o un bouquet di fiori messo lì vicino, ma molto di lato. Quelli depilati (sopracciglia), tutto il corpo (ciclisti o culturisti o edonisti o gay o tutti e quattro insieme), ad ogni modo poco interessanti. Quelli boccale di birra e rutto libero, sinceri e rustici taglialegna che appena passano ti affibbiano una pacca sul sedere. Quelli romantici col portachiavi a forma di busto di Mussolini e gli altri, quelli che ancora lottano perché si affermi lo stalinismo in Italia e che ci tengono moltissimo ad annunciarti il loro credo nonostante i reiterati tentativi di suicidio tuoi e di tutti i malcapitati presenti, così come tutti i fanatici religiosi (qualunque forma religiosa) che tendono a volerti convertire proprio quella sera lì e, di nuovo, non si rendono conto di istigare al suicidio o all’autodistruzione.

Infine, proprio mentre il tuo viso sta drammaticamente crollando verso il collo e le meravigliose scarpe Shu Uemura, fetish da collezione costate uno stipendio, ti stanno tritando i piedi, la guaina contenitiva sta esplodendo e ti viene voglia di urlare o almeno di ululare alla Luna perché ti rendi conto, non senza desolazione, che tanti sforzi non valevano la pena per la sagra della porchetta, finalmente… appare lui.

Un uomo normale – leggasi: decente (senza vistosi tic, cicatrici, senza divisa da SS, senza camicia aperta più catenazza Nigga bung bung, senza capelli rasta, senza SUV, senza mezzobusto di Lenin, senza tatuaggio del Che, senza rosario… – insomma una persona qualunque che ti dice solo “ciao, piacere, sono Marco, tu come ti chiami?” (va bene qualsiasi nome ma detto in quel modo, con semplicità, naturalezza).

E scopri che non è un manager della Fiat, né un trapezista, né un corridore motociclistico, né un magnate del petrolio in Qatar. È uno normale con cui si può passeggiare e chiacchierare, che non è un genio in niente e perciò non ti umilia facendoti sentire continuamente una cretina. Lui non è laureato alla Bocconi, non è un fotomodello e non ha partecipato a nessuna soap opera. È uno che ti offre una pizza e si parla di cinema, di quello che ti è capitato ieri, di tutto e di niente e si ride anche di cose piccole e buffe, ma si ride un sacco.

Lui ha una camicia, un paio di jeans e un maglione non vistosamente firmati, la sua faccia forse è anonima perché è simile a quella di tanti altri, però allo stesso tempo ti accorgi che nessuno è come lui. Adesso è un po’ che ci esci e le scarpe Shu Uemura stanno in soffitta. Niente trucco e niente guaine. Per correre sulla spiaggia vanno bene dei pantaloni a caso e una felpa, intanto a lui piaci lo stesso…

L’altro giorno fissavo l’orizzonte e mi chiedevo: “chissà se vale la pena andare avanti con questa storia e magari farci l’amore?”. Ma questo ve lo dirò, forse, soltanto nel prossimo articoletto.

Baci baci. La vostra appassionata Cassiopea.

P.S.: scrivetemi! e-mail: cassiopea@albengacorsara.it

* Parola di Cassiopea: la rubrica Corsara di Cassiopea

2 Commenti

  1. la donna (ma anche l’uomo) in amore si comporta come nello scegliere un auto…la cerca affidabile…sicura…sobria ed elegante…che consumi poco e che garantisca alto chilometraggio….possibilmente chilometri zero….ma se gli offrono un passaggio su una macchina sportiva….che consuma da bestie…..e viaqggia da paura….non disdegna…in barba ai buoni propositi!!!!!

  2. gentile sig. Cassiopea, sono un uomo normale, di quelli che piacciono a lei. potrebbe darmi il suo num. di cell. così la invito al cinema, a una pizza, dopodichè mi viene un attacco di panico e scappo?

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