DALLA MIA CORRISPONDENTE… A NEW YORK

di Sandra Berriolo Ho chiesto ad una cugina (Elena Berriolo) che abita nella grande mela di raccontarmi la sua esperienza con la mia omonima Sandy. Ecco il suo pensiero.

«I newyorchesi sono famosi in America per due ragioni, prima perché sono stronzi e poi perché sono resistenti. Nelle situazioni difficili, la seconda qualità diventa evidente.

Sono vent’anni che vivo New York, una città che non ha mai smesso di stupirmi, nel bene e nel male. Quando sono arrivata Tribeca (quartiere di Manhattan a sud ovest, vicino alla foce del fiume Hudson e a nord di Wall Street) che è il quartiere dove abito ancora oggi, era ancora territorio di conquista, abitata da artisti e musicisti, quasi deserta di gente alla sera, ma densa di ratti grossi quasi come gatti. Con il passare degli anni ho visto diminuire i roditori, che hanno lasciato spazio all’espansione, molto più pericolosa, dei bancari e di quelli di Wall Street. Ora gli artisti e i musicisti sono circondati e schiacciati dai mostri multifantamiliardari, una guerra senza scampo, dato che a New York, sono i più forti, quelli cioè che hanno più probabilità di vincere, ad ottenere protezione contro la gente normale.

L’undici settembre 2001, l’espansione di cui sopra era già cominciata e Tribeca e Soho erano punteggiate di ristoranti carissimi, dove i mostri di cui sopra spendevano 30 000 dollari per bottiglie di vino che i sommelier compravano alle case d’asta apposta per loro.

L’attacco dell’undici settembre era stato mirato contro Wall Street, sperando che le torri cadessero dall’altra parte dell’impatto degli aerei, sotterrandola, invece purtroppo si sono sedute su se stesse, ammazzando un sacco di gente innocente, e Wall Street e’ rimasta chiusa solo per un giorno. Pur circondata dall’orrore di più di 3000 morti e tanta distruzione, in qualunque altro posto nel mondo, sarebbe stata chiusa se non altro per decoro almeno due o tre giorni, ma no, quelli si sono presentati al lavoro arrivando con i loro elicotterini privati…

Abbiamo dovuto aspettare undici anni per vedere Wall Street chiusa per ragioni altre da Natale e Capodanno. Questo uragano li ha costretti a chiudere per mancanza di elettricità per due giorni interi. Non succedeva da piú di un secolo!

Sandy e’ arrivata, nessuno ci credeva, dato che l’anno scorso, ad agosto, tutti si aspettavano che Irene, lo scorso uragano, avrebbe portato gravi danni, e invece ha risparmiato New York, scaricandosi sulla campagna circostante.

Come per l’uragano dell’anno scorso, le zone basse della città sono state evacuate, inclusi noi e i nostri vicini mostruosi, che hanno occupato gran parte degli appartamenti disponibili presso i migliori alberghi della città.

Molte famiglie di gente normale però nelle diverse zone di evacuazione di Manhattan, Brooklyn e Queens, non hanno creduto necessario andarsene e sono rimaste a casa, anche perché l’alternativa era andare a passare la settimana nelle palestre delle scuole, dormendo su brandine da campo senza privacy, condividendo pochissimi bagni, mangiando hot dogs per pranzo e cena, combattendo per aggiudicarsi la possibilità di caricare il cellulare.

Il risultato e’ stato quello che sapete. Sandy è arrivata ed è stata molto cattiva. Molti hanno perso molto o tutto. Ma i Newyorchesi, come ho detto prima, mostrano il loro lato migliore, la resistenza, nei momenti di difficoltà, e ancora una volta, dopo 20 anni, hanno potuto stupirmi, e questa volta, in bene.

Dappertutto, il giorno dopo l’uragano, si sentiva il rumore e la puzza dei generatori che alimentavano le pompe. Quasi tutti, nei condomini, si sono tirati su le maniche e si sono messi al lavoro, anche quelli che non avresti mai immaginato volessero sporcarsi le mani, pompando acqua da pianterreni e cantine. Un lavoro lunghissimo e schifoso, dato che l’acqua e molto altro, pompata da una parte, arrivava dall’altra. Per due giorni, sostenendo guerre per aggiudicarsi la pochissima benzina disponibile, dato che il porto e i ponti erano chiusi e non poteva arrivare, hanno pompato quasi senza sosta.

Invece nei quartieri dove abita soprattutto gente normale come Red Hook a Brooklyn, dato che senza elettricità i frigoriferi dovevano essere svuotati, quelli che non lavoravano alle pompe hanno iniziato a grigliare all’aperto, in strada, la carne e il pesce prima che andasse a male, presto raggiunti da altri, inventando una fantastica grigliata di quartiere e condividendola con chiunque passasse.

Inoltre, in tutta la città I numerosissimi volontari, organizzati dall’amministrazione in base alle loro competenze sono stati assegnati a diversi lavori nel recupero degli impianti elettrici, del sistema di riscaldamento cittadino a vapore, nel pompaggio delle gallerie delle metro e delle ferrovie ecc. Cosicché a due ore dalla fine del pompaggio dei tunnel, oggi, sabato 2 novembre, il sud di Manhattan ha riavuto l’elettricità e la metro riprenderà a funzionare domani minimizzando l’impatto economico sulla città e… soprattutto sulla borsa!». (Elena Berriolo)

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo

4 Commenti

  1. …ho messo sacchi di sabbia alle finestre…..e quando ti vedo al mattino al bar da come saluti so già se il resto della giornata sarà uragano o venticello…:)

I commenti sono bloccati.