PAROLA DI CASSIOPEA – Il Primo amore non si scorda mai

“Parola di Cassiopea”: il Corsara inaugura oggi una nuova rubrica nella quale si parlerà liberamente non solo di sesso ma anche – e soprattutto – d’amore. Buona lettura!

– La contessa Alexandrovna: “Sei il più grande amatore che ho avuto”
– Boris Grusenko: “Beh, io mi esercito molto da solo”.
(da “Amore e Guerra” di Woody Allen)

di Cassiopea – Certo che non me lo dimentico il primo vero bacio! La persona che amavo (o meglio la prima persona che ho creduto di amare davvero) ha premuto lo Stop in ascensore; eravamo entrambi molto giovani…e un attimo dopo mi sono trovato in bocca un lumacone caldo e viscido (la sua lingua) che frugava e si faceva strada verso lo stomaco. Molto più simile ad una visita gastroscopica che a qualcosa di romantico. Urlai: “Che schifo! Che cosa fai?” Come dimenticare?

Ma il primo amore, quello vero, è qualcosa di più profondo e duraturo che un piccolo incidente di percorso dovuto ad inesperienza, emozione e fretta. Il vero amore va coltivato negli anni e perfezionato e dedicato totalmente alla persona più importante, quella senza la quale nulla esisterebbe e nulla avrebbe più senso: quella persona siamo noi stessi. Sì perché è impossibile amare qualcun altro se prima non abbiamo raggiunto un equilibrato, tenero, confidenziale rapporto con noi stessi.

È biblico: Ama il tuo prossimo come te stesso. Dice come te stesso, non più o prima o invece. E dice “ama” e amore è rispetto, cura, conoscenza. dedizione, fiducia e molto altro ancora di cui avremo modo di parlare.

È impensabile l’idea di dare piacere ad altri attraverso di noi, le nostre azioni, il nostro corpo, senza prima conoscere perfettamente quello che dà piacere a noi stessi, le nostre reazioni, i nostri tempi, la nostra mente che crea e ricrea continuamente idee e fantasie, il nostro corpo che è unico e irripetibile e perciò va esplorato e conosciuto profondamente e seriamente.

La parola corretta è bruttina e vagamente inquietante: ricorda i sensi di colpa e le prime confessioni imbarazzate dove ci dicevano che chi lo praticava avrebbe sicuramente perso la vista: masturbazione. Etimologicamente però deriva dalla parola “turbamento”, propriamente significa “contaminare con le mani”. Ma la parola turbamento invece è un po’ più carina e significa mettere in disordine o disturbare o scompigliare, alterare.

Non è necessariamente negativa perché un turbamento si può provare anche di fronte a grandi emozioni positive come un’opera d’arte, un film, una poesia o una lettura…e potrebbe essere un bene che a volte nella nostra quotidianità arrivi qualcosa come una puntura di spillo o una piccola scossa elettrica che ci turba, che scompiglia un po’ i nostri giorni tutti ordinatamente allineati, tanto da annoiarci, forse anche un po’ perché prevedibili. Il turbamento può essere una spinta per un cambiamento dentro di noi, anche profondo.

Ma torniamo a noi: amarci un po’, amarci di più, conoscerci, amarci un pochino ogni giorno, dedicarci un pochino di tempo e qualche coccola. Prendere ogni mattina per mano il piccolo bimbo che siamo stati e che esiste ancora relegato in un angolino in fondo in fondo alla nostra anima e al nostro cuore e dirgli “vieni con me” e regalargli dieci minuti del nostro preziosissimo tempo per fare due passi con lui (cioè da soli con noi stessi) e cercare di parlargli ma soprattutto di ascoltarlo.

Troppe volte è stato messo a tacere frettolosamente, imbottito di parole e pastiglie per non sentirlo piangere e urlare dentro di noi. Questa vocina che viene da dentro (che spesso è un malessere e si esprime piangendo, urlando) incredibilmente è la nostra risorsa più vitale: è la parte più viva e vera di noi stessi.

È cresciuto con noi e continua a diventare grande e consapevole. Dobbiamo amarlo di Vero Amore, rispettarlo e dargli piacere. Chi vive l’autoerotismo come un surrogato (una pezza!) all’amore con un partner si sbaglia e si sbaglia di grosso. È come confondere l’amore fatto per amore, quello che ti salva la vita, con il sesso fatto come sport (una doccia e via). L’amore fatto da soli con noi stessi, fatto per amore, è un momento importantissimo prezioso di crescita, conoscenza e consapevolezza di noi, di chi siamo, cosa vogliamo.

Nel silenzio, nella solitudine, nella quiete che solo la nostra presenza può darci, questo attimo prezioso ci spalancherà mondi e ci porterà in luoghi meravigliosi, incantati, solo nostri. Questi stessi luoghi, questi percorsi magici, se praticati con amore e consapevolezza potranno essere poi donati alla persona che amiamo, la prenderemo per mano e la condurremo con noi nel nostro piccolo paradiso possibile, quello dove doniamo all’altro, per amore, la cosa più bella, importante e preziosa che abbiamo: noi stessi.

* Parola di Cassiopea: la rubrica Corsara di Cassiopea

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