PUBBLICITÀ PROGRESSO

di Sandra Berriolo – Passo tutti i giorni da Piazza San Michele. Da almeno un mese non posso fare a meno di notare i gruppuscoli di persone che ammirano la gigantografia della piana di Albenga appesa al muro del Palazzo comunale. Chi si toglie gli occhiali e si avvicina a 15 centimetri per scovare casa sua, chi proteso in avanti come Chaplin stando in equilibrio sulle dita dei piedi insegue con la mano il tracciato di una strada dell’entroterra. Ho visto bambini, turisti lunghi e biondissimi, spazzini del luogo, anziani dell’entroterra venuti perché è giorno di mercato. E poi gruppetti di signore attempate, geometri della Comunità montana, artisti di strada.

Insomma chiunque è attratto dapprima dalla ricerca di casa sua o del luogo in cui è ospite e poi, e lo noti quando si allontana di due o tre passi, dall’idea inaspettata della vastità e bellezza di questo luogo. La scoperta dell’entroterra per l’ospite casuale o la consapevolezza di esso e del suo essere dimenticato da parte dell’indigeno. Quel verde che crediamo ormai estinto invece riempie gli occhi prepotentemente e per l’ospite è una distrazione dalla prima attrazione: la costa. E quella tartarughina che sembra tanto grande vista dalla passeggiata, là in mezzo a quel blu sembra uno spillo e fa tenerezza.

Basta un’immagine come questa a farti amare di nuovo questa terra, che vista dal basso sembra ormai neutra ed estranea alla vita vera. Basta un’immagine come questa a fare una pubblicità immediata ad Albenga e il suo territorio. Bene ha fatto l’Amministrazione a chiedere all’autore, Luciano Rosso, di lasciare la gigantografia oltre i termini della mostra fotografica della quale faceva parte. E si dovrebbe pensare a iniziative come queste per promuovere ulteriormente le positività di Albenga. Pensate un’immagine come questa appesa a Firenze o Roma o dove vi viene in mente. Poi sognate anche che chi la vede e decida di visitarla trovi qui un bell’albergo, ristoranti tipici in quantità, una guida turistica che, parlando in tre lingue, l’accompagna a vedere i monumenti e le frazioni, cittadini che non buttano cartacce e cicche a terra, extracomunitari ben inseriti che gestiscono ristoranti e negozi, bar aperti anche di sera, albenganesi che di sera girano in Albenga.

Vabbè scusate, posso sognare anche io no?

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo

5 Commenti

  1. Non c’è destra, sinistra, rossi, bianchi, gialli o verdi… Non servono capipopolo, tribuni della plebe o aizzatori di folle…
    Ci sono, e servono, le persone, tutte le persone, che in quanto esseri umani hanno il diritto-dovere di pretendere una vita serena e di un luogo accogliente e stimolante dove poter vivere – per l’appunto – serenamente…
    E la gestione di questo diritto-dovere la dobbiamo attuare da soli, al meglio delle nostre possibilità morali, etiche e (perchè no?) anche spirituali.
    Se la diamo in mano a qualcun altro, coi tempi che corrono, c’è il serio rischio che la gestione del nostro diritto-dovere alla serenità finisca in mani sbagliate.

    Mai sentito parlare di F.I.L., Felicità Interna Lorda? Bob Kennedy ne parlò una volta, durante la sua campagna elettorale, e “stranamente” tre mesi dopo ci lasciò le penne…

    http://www.goleminformazione.it/articoli/pil-hdi-indice-di-sviluppo-umano-gpi-indicatore-progresso-reale.html

    Io non credo ciecamente alla F.I.L. come panacea di tutti i mali del mondo, nè tantomeno vorrei sublimare al ruolo di opinion-leader o essere scambiato per un freakettone che inneggia al ritorno alla natura.
    Credo, però, alle grandi potenzialità di ogni singolo essere umano, e a come queste potenzialità diminuiscano drasticamente quando l’essere umano smette di lottare per i suoi sogni di serenità, delegando qualcun altro a farlo.

    Quindi, per rispondere all’autrice di questo bell’articolo che sto commentando, dobbiamo sognare! Tutti noi… E sforzarci per far avverare i nostri sogni.

  2. Ma se a 20 metri dal Vostro muro piastrellato spacciano a go go, a cosa state credendo?? non è che anche voi fate uso di stupefacenti?

  3. Fossimo negli anni ’60 si potrebbe anche sperare di realizzare un progetto simile. Oramai gli scempi del tessuto urbano, ma sopratutto di quello sociale, spinto, anche, da una sinistra poco attenta, ne ha, forse, vanificato ogni ragionevole realizzazione.
    Pensare di inserire nel tessuto sociale alcune persone è come illudersi di far acquistare un pc Tim Cook.

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