MERCATINI DOC

di Sandra Berriolo – Passo stamattina da Piazza del Popolo, Albenga, trovo dei baracconi al posto dei produttori di ortaggi. I contadini son stati sistemati in mezzo alla strada, dietro l’edicola. Ah già, in questi due giorni – in occasione della manifestazione sui prodotti tipici ingauni – c’è il mercatino delle Regioni. La Liguria non so se c’è, ma di sicuro trovo calzettoni a pois e collanine; poi per fortuna c’è anche quello dei collari anticervicale.

Ora: niente da dire sui mercatini ma che siano almeno inerenti alle manifestazioni o perlomeno al titolo del mercatino stesso. Non mi è chiaro di quale regione italiana siano tipici i calzini da jogging ma sicuramente mi sfugge. Sono ignorante io, lo so. E i braccialetti di finta bijotteria sicuramente sono eccellenza di qualche località del Sulcis oppure del Salento, zone a me quasi sconosciute.

Però i collarini contro la cervicale mi attirano molto, forse potrei pure comprarne uno. E come attirano me, pure altri si avvicinano con fare ben più deciso che verso i formaggi piemontesi. Sarà che tutti questi aumenti ci fan venire il mal di testa e ci fan passare la fame?

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo

19 Commenti

  1. Ieri sono andato fare un giro,in via Dei Mille,bancarelle sotto l’acqua,e non meno, buona parte della merce,i bancarettari che correvano cercando di riparare formaggi ecc.ecc..,ora, forse qui al mare,non vi sono piogge acide,ma diffiderei ad acquistare prodottii alimentari che han preso acqua piovana,ammirevole la costanza dei bancarettari,che non demordono neppure al tempo avverso!!!

  2. Infingardo,se tutti ragionassimo come hai espresso il tuo commento,non si và da nessuna parte ,ci si accontenta e basta,secondo tè,ma le cose non devono essere cosi’,anzi e la qualità,la genuinità,l’auto controllo sanitario,sono le regole imposte da una comunità Europea,che purtroppo vige solo per noi Italiani,basta fare 100km.per notare le differenze,ma al di là delle regole,Albenga hà il diritto di valori aggiunti,di valorizzare il territorio,ed i suoi prodotti,altrimenti passiamo per la terza serie,manco per la seconda,visti gli andamenti delle politiche,non vi è alcun dialogo fra Amministrazione,associazioni di commercianti,agricoltori,artigiani,se non solo per alcuni episodi,come per l’estero,ma nelle altre regioni d’Italia,spesso non funziona cosi’,e siccome ne facciamo parte,anche se Albenga sembra un territorio “lunare”,si deve crescere,e non accontentarsi di bancarelle,ò sagre tanto per .Rammento che nell’entroterra Ligure vi sono produttori di ottimi formaggi,ve nè uno anche ad Albenga,ma probabile che nessuno li interpelli,come vi sono produttori di pesto salse ecc.ecc.,basta che si parlino fra le associazioni di settore,e l’amministrazione,ma qui si usa fare ogn’uno per sè,ed i risultati sono palesi.

  3. Non è assolutamente automatico: cose buone artigianali e genuine=poca igiene.
    Ma dove stà scritto???
    Un tempo l’igiene era come oggi: se eri una persona pulita lavoaravi in maniera pulita e gli sporcaccioni sono sempre esistiti.
    Sulla faccenda del maneggio di denaro e alimenti non esiste normativa che connoti come inquinante il denaro: stà al buon senso del commerciante.
    Comnque oggi quasi tutti i commercianti o usano i guanti o le molle/pinze per toccare gli alimenti.
    In ogni caso: meglio defeicere in quel pizzico di asetticità che oggi va di moda piuttosto che ingurgitare prodoitti adulterati, contraffati, arricchiti di conservanti, manipolati chimicamente che in fatto di igiene non li batt enessuno….
    Inoltre ricordo a tutti il fattaccio delle mozzarelle provenienti dalla produttivisssima Germania di qualche tempo orsono. Erano belle impacchettate con ogni requisito di legge ma… diventavano blu a causa di una colonia di batteri fognatizi tra cui uno “spione” che faceva diventare blu il prodotto e grazie al qualer abbiamo evitato di mangiarcele…!
    Quindi W LA NOSTRA RUMENTA PIUTTOSTO. … evado ancora più in là: siamo poi sicuri che tutti quei prodotti del basso piemonte e quei formaggi tipici che vediamo nei banchetti siano genuini? Non lo so.
    Se proprio devo farmi becciare meglio che a farlo sia un “nostrano”!

  4. …………….la questione è molteplice.
    1) esistono fior di leggi e molto severe in materia. Pertanto non si capisce perchè un negoziante deve stare attento a tutto mentre un mercataro può tenere il formaggio sotto il sole.
    2) Detto questo non sono schizzinoso e capisco che certi prodotti di nicchia possono essere gestiti in deroga anche delle norme comunitarie (vedi il vero lardo di colonnata e il vero pecorino di fossa)……….ma è chiaro che non è questo il caso.
    3) Non ha senso fare mercati a valore aggiunto zero assoluto……se devo derogare su qualcosa in materia di sanità credo che ne valga la pena per una fiera di contadini e allevatori (veri) che portano il loro poco formaggio, poco vino, poco olio, poco salame di grandissima nicchia prodotto con le mani sporche come facevano i nostri vecchi e magari anche presidio slowfood ……..

    siamo anni luce dalla schifo che abbiamo visto ad Albenga negli ultimi due anni. Persino il mercatino di Natale era ridicolo per quello che offriva

  5. @Infingardo Non è questione di essere schizzinosi, semplicemente se questo viene fatto in negozio fioccano verbali. Non so cosa può succedere nelle cucine dei ristoranti, ma ti ricordo che il denaro è forse la cosa più sporca che esiste. Domenica volevo comprare un pezzo di formaggio, ma visto l’igiene ho cambiato idea.
    Prova a chiedere ai commercianti di alimentari quali e quante cose bisogna fare per essere in regola: e tutto questo costa!!!
    Saluti

  6. …..i mercatini organizzati ad albenga fanno semplicemente schifo. Non apportano nessun valore aggiunto e mettono in crisi il commercio locale cui fanno concorrenza sleale. Pertanto o gli si da un senso (basta guardare certi mercatini in toscana, provenza o trentino che propongono prodotti regionali e sono molto belli) oppure piantiamola li di fare mercatini con fazzoletti e mutande……sempre che qualcuno non abbia il suo bel tornaconto……….

  7. @giustiziere: confermo la bontà dei prodotti di nicchia liguri, ma invito ad andare nelle bancarelle a vedere l’origine dei cosiddetti prodotti locali…il 70 per cento degli oli extravergine liguri sono fatti con aggiunta di oli provenienti dalla spagna o dalla puglia…le olive ed i suoi derivati( pate, creme, ecc…) sono lavorate con altri prodotti non locali…il miele poi??? vorrei sapere dove abbiamo le arnie se non nel basso cuneese …il carciofo nostrano costa una cifra…e non è certo conveniente da proporre in una fiera ( perchè al prezzo vanno aggiunti gli oneri d’esposizione ecc…)….e comunque da quanto leggo su questa rubrica da parte dei soliti “noti”…sono convinto che se ad albenga regalassero gioielli per strada, le fontane zampillassero oro liquido ecc….avremmo sempre un “giustiziere” piu’ bravo e capace a cui non andrebbe bene nemmeno quello..perchè siamo albenganesi…e criticare al bar è la cosa in cui riusciamo meglio…..

  8. Ogni volta che vado a questi mercatini o ci passo mi rendo conto della poca tutela che diamo ai nostri prodotti.
    Il numero di espositori foresti dovrebbe essere “chiuso”, tutelando la quota di prodotti liguri.
    Non ci vedo nulla distrano.
    Infingardo non sembra avere a cuore i nostri prodotti e forse lui sulla pastasciutta ci mette il burro o la margarina al posto del pregiatissimo olio LIGURE, forse non ama il basilico e preferisce la pasta condita con il peperoncino, con tutta probabilità non gradisce il gusto delle olive taggiasche e preferisce quelle pugliesi, oppure non apprezza la differenza tr aun carciofo nostrano e uno romano…, immagino che lui non apprezzi neppure le acciughe sotto sale nostrane e preferisca quelle sicule o spagnole …e si potrebbe andare avanti all’infinito con i vini bianchi e rossi (compresi quelli di nicchia che stiamo recuperando grazie a lungimiranti interventi di singoli produttori) , le conserve, il miele, gli aromi. Dato che la cucina ligure è una delle migliori in assoluto, credo che i prodotti locali potrebbero essere sponsorizzati meglio e si parte anche dai mercatini per tutelare le nostre risorse.
    Provate un po’ a vedere come fanno nelle altre regioni.
    Non credo che sia discriminatorio in questo senso attuare qualche forma di tutela….!
    Quest’inverno sono stato ad un mercatino simile, di prodotti agro-alimentari a Laigueglia:ho trovato DI TUTTO fuorchè prodotti locali…solo due o tre banchetti il resto tutti cuneesi&friends..:-(

    A loano anni, orsono, per scherzo, nacque un marchio, LOA, non vedo perchè non si potrebbe fare la stessa cosa anche qui con “Arbenga”, non necessariamente da citare soltanto quando accomunato con ” ‘a nescia” per far capire come ci facciamo piccettare sempre dagli altri!!!

  9. …e poi mi sorge spontanea una domanda: quali sarebbero i prodotti tipici locali?…a parte i carciofi (pochi e carissimi)…il pesto (che di artigianale ha poco)….forse i pomodori…non ne vedo mica altri???…i formaggi vengono fatti fare altyrove….il pigato buono chi lo produce lo vende a pochi privati o se lo tiene…il resto è pseudo pigato …artigianato manufattoriero non ne abbiamo …

  10. ….in linea di massima tutti i commenti sono abbastanza convinti e convincenti.
    Dovremmo però restare un pochino con i piedi per terra e tentrare senza faziosità a vedere le cose come se fossimo alla finestra e non nel centro della piazza; mi spiego:
    a. se non c’erano tante bancarelle con prodotti tipici locali è perchè mettere “un banco” estemporaneo costa in tempo e denaro, ed è piu’ proficuo continuare in quella giornata ad occupare il posto presso il mercato provinciale per il quale già si è pagato;
    b. oramai dappertutto le bancarelle sono “monopolio” di cinesi ed extracomunitari che vendono di tutto ed a prezzi concorrenziali;
    c. per quanto riguarda il maneggiare cibo e contemporaneamente soldi….be….davvero….siamo un popolo di eroi e naviganti….se ci schifiamo di cio’….meglio non andare in giro per ristoranti…perchè dietro le quinte delle cucine ..succede di tutto….(ma occhio non vede cuore non duole???)…e poi…magari andiamo all’estero in paesi esotici e mangiamo porcherie nei suk..ma li va tutto bene…
    In sostanza…credo che dovremmo smettere di lagnarci sempre di tutto e tutti….Albenga non è il centro del mondo…siamo un minuscolo comune pieno di gente “pseudosnob”…suvvia….accontentiamoci di cio’ che abbiamo..senza troppe manie di grandezza.:..PARLIAMO COME MANGIAMO….!!

  11. @carloalberto Non solo: vedere una persona che ti taglia il formaggio e poi prende in mano i soldi il tutto rigorosamente senza guanti?
    Ormai sono anni che non vado più in vacanza (sigh.) ma ricordo che trovavo si bancarelle, ma dei prodotti tipici locali e non mi ritrovavo il pesto!
    Per il resto direi che nei commenti è già stato detto tutto, speriamo che Vannucci & company ascoltino.
    Saluti

  12. Sono quattro anni,che continuo a combattere contro i mulini a vento,sul fatto di fiere,bancarelle,sagre senza il senso, che della cultura Regionale han ben poco a vedere ,anche se sono un foreste,ma vivo ad Albenga, per ciò dissenso le manifestazioni che non danno una migliore visibilità,ed il giusto lancio ad Albenga,a parte i Fieui dei carrugi, forse gli unici nel mirare alla cultura del luogo,per il resto ha ben poco di culturale,vi sono nell’entroterra produttori di formaggi,ortaggi,sculture del legno di ulivo ecc.ecc.,possibile che non si possa invitarli magari prendendo dalla camera di commercio gli indirizzi,forse basterebbe coinvolgere la stessa camera di commercio,visto che sembrerebbe interessarsi prevalentemente per l’estero,ed il levante Ligure,ma finalmente si comincia a leggere qualche cosa che fin ora sembrava che a nessuno interessasse,ò per omertà,brava Sandra e non lo dico per fare demagogia od altro,ma per palese verità,per voler vedere Albenga crescere ed avere il giusto ruolo che le compete, un posto piacevole da viverci e visitare !!

  13. Sono daccordo: linea dura sulle provenienze dei prodotti. NON ESISTE che in questi mercatini ci sia ogni tipo di prodotto della provincia Granda piuttosto che della Trinacria e NON CI SIA LA NOSTRA MERCE, I NOSTRI PRODOTTI TIPICI!!!!
    In Sardegna valorizzano quello che hanno e lo propongono in tutte le salse.
    Noi dovremmo promuovere le nostre eccellenze. Per esempio: basgnoschiuma al basilico, saponette: al basilico, Grappa al basilico, dentfricio: al basilico e aglio, etc etc etc
    AA l arumenta W i nostri prodotti!

  14. Buona sera. Non so quanto piacere abbia fatto ai commercianti di Albenga vedere questi mercatino. I nostri prodotti e produttori al margine e gli altri seppur muniti di autorizzazione in piena piazza. Poi vorrei fare una considerazione. Con tutte gli organi preposti che continuano a fare i controlli, i commercianti, i ristoratori, i bar, panetterie ecc. che devono sottostare alle leggi igieniche della norma HCCP cosa possono dire di formaggi, salumi, dolci, e altri prodotti, senza un minimo regime di refrigerazione?. Perchè gli altri devono controllare e annotare sui registri tutti i giorni i gradi dei loro frigoriferi, le sanificazioni ecc. e questi? Non mi sembra giusto nei loro confronti, però non credo di avere mai visto ne vigili urbani, ne i vari ispettori ASL o altri a fare i controlli. Così si ha un regime di “cornuti e mazziati” Un saluto

  15. avete dimenticato i prodotti etnici di legno……………….! ognuno fa quello che sa………!

  16. …senza nulla togliere al brocante e alla corsetteria una città che si vuol vantare di essere turistica secondo me merita di più di bancarelle culinarie di prodotti tipici extra nostro territorio

  17. ….aggiungo per i Fieu di Caruggi: fiondatina senza – ovvio e beninteso – neppure sfiorare la polemica politica !!!

  18. Non si tratta popriamente di “baracconi” ma condivido pienamene la sostanza di quanto scrve Sandra. Siamo sempre alle solite: improvvisazione, carenza di strategia e di .”pensiero”, mancanza o bassa qualità di direzione artistica. Ormai non è più una novità ma purtroppo la regola Così anche qualche buona idea come una rassegna delle eccellenze del Bel Paese finisce finisce per degenerare anche in fiera di paccotiglia. Leggo: “Gino Rapa scrive” ma non trovo nulla. Vorrei conoscere anche la sua opinione e se i Fieui sono già così liberi e maturi da essere in grado -come penso – di azzardare qualche fiondatina …anche solo tirando una pallina da ping pong.

I commenti sono bloccati.