DALLA COLTURA ALLA CULTURA E RITORNO

di Sandra Berriolo – Sabato scorso ad Albenga c’è stato il delirio della mondanità. Musica, presentazione libri, inaugurazione mostre, degustazioni. Per i soliti cinquanta che presenziano a tutto è stato un tour de force. In una città di 25 mila abitanti dovrebbe essere normale la contemporaneità di eventi, poiché diverse possono essere le utenze per le diverse proposte. Invece gira gira, a partecipare son sempre gli stessi, con poche eccezioni.

Quando si organizza qualcosa bisogna anche stare attenti all’orario: la sera molte signore non si spingono in centro storico, il sabato pomeriggio bisogna andare alla Coop, la domenica pomeriggio ci sono i nipotini da portare ad Alassio. Poi ci sono le garanzie sull’evento: se Gallea presenta un libro, quel libro sicuramente si compra, se Sommariva ospita un fotografo non si può mancare anche perché c’è il rinfresco. Eppure dovremmo essere un esempio per paesi limitrofi ed essere invasi da visitatori da ogni dove. Non ci rendiamo conto di quello che abbiamo.

Sabato scorso ho portato in giro per Albenga uno scrittore napoletano. Era estasiato dal centro storico, stupito per le auto in Piazza dei Leoni (“un posto magico”), elettrizzato per il fermento di gente in giro, rasserenato dalla relativa calma di traffico e clacson (“c’è un silenzio assordante qui”). Ha conosciuto persone simpatiche e accoglienti, interessate alla sua persona e alla sua opera. Ha visitato aziende di esportazione floricola nel momento di maggior lavoro, domandandosi cosa ne facessimo di tutta quella ricchezza.

Lui non sa la fatica che si fa qui per far passare la cultura, che in fondo abbiamo sempre una mentalità contadina. Che la maggior parte degli eventi non li inventa il Comune ma qualche Associazione di volontariato; poi arriva il vicesindaco Vannucci saluta, assaggia e se ne va. Lui non sa che il Consigliere delegato alla cultura, che era invitato alla sua presentazione, non è venuto perché era all’ospedale.

* Nella foto: lo scrittore napoletano Alfonso Mormile incontra il Re Carciofo

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo

11 Commenti

  1. Siccome avevo da lavorare,non hò avuto notizie sulla premiazione dei risotti proposti ,penso che possa far piacere hai lettori come si è svolta la rassegna culinaria,cosa han proposto e la graduatoria dei premiati,chissà che non ne esca una plateale discussione,che ne pensi Sandra??Per ciò che riguarda la mentalità contadina, vero è che vi sia tale mentalità,ma ancor peggio il dire dall’Albenganese,che è meglio passeggiare e fare acquisti ad Alassio,disprezzando la propia città di nascita e di residenza,come ho sentito la mattina di Pasqua da un ingauno DOC,come sentii sul lungo mare da un nome illustre, che Albenga non sarà mai come Alassio,le ideologie storiche, radicate, non portano al migliorare la città.

  2. Il Palio dei Rioni è stata un occasione epr molti per far soldi.
    Ma a farne di più non sono stati i commercianti del centro storico che pagano le tasse bensì tutti colori i quali, memori della passata edizione ( completamente incontrollata) hanno affittato cantine e imbastito in fretta e furia una “slot machine culinaria” . Risultato: quello a cui allude hesketh e una bolgia infernale di taverne una attaccata all’altra in palese eccesso di offerta.
    Un atteso regolamento dovrebbe contamplare:
    – la razionalizzazione dell’offerta di cibi e bevande su base tipologica e di ubicazione;
    – l’inserimento non soltanto di taverne ma anche la rappresentazione di antichi mestieri medievali;
    – la pianificazione di tutta l’offerta dello spettacolo, adeguatamente distribuita tra tutti i rioni;
    – la cura e il rispetto scenografico compresi i costumi di tutti;
    …e molto altro.
    Final Borgo docet, ovviamente prestando attenzione a non farsi prendere troppo la mano.
    Alla base di tutti ci vuole un comitato organizzatore che funzioni.
    Ho saputo che quest’anno se ne occupa direttamernte il Comune.
    Avranno tenuto conto di questi aspetti?

  3. Credo che commenti tipo quelli di “Mister” siano da stigmatizzare visto che lanciano accuse e insulti del tutto gratuiti ad altri utenti.Per non parlare dell’italiano alquanto avventuroso.
    Detto questo vorrei dire al Signor Alessandro Pareto che è vero che manifestazioni come il palio dei rioni sono state molto importanti e riuscite.Ma è anche vero che sarà fondamentale per le prossime edizioni avere un regolamento un po’ più serio e restrittivo.E soprattutto farlo rispettare.L’estate scorsa ho visto gente che transennava dei vicoli e improvvisava cucine a cielo aperto.E la lista delle cose poco limpide sarebbe molto molto lunga.Se non ci si dà una regolata il giochino rischia di rompersi presto.

  4. Caro mister. Visto che sei talmente vigliacco da lanciare accuse vergognose nascosto dietro l’anonimato (peraltro dimostrando di non conoscermi per niente), non meriti risposte.
    Per tutti gli altri, non ho detto che il palio è “tutto” o “la risoluzione di tutti i problemi”. Semplicemente, se ogni volta che una manifestazione funziona, si fa di tutto per sputtanarla, Albenga rimarrà sempre nel limbo in cui si trova da secoli.

  5. Buona sera. Caro Pasquino penso che oltre al Piatto Blu abbia preso il volo anche il museo del complesso Palazzo Oddo.Un saluto

  6. ……….qualche settimana fa ho assistito ad un convegno su cultura e turismo organizzato alla sala san carlo. Una delle cose più furbe che è stata detta riguardava la necessità di avere un calendario unico delle manifestazioni/eventi da Andora a Finale. Si potebbe così scoprire che viviamo in uno dei posti più belli del mondo e che con un po più di organizzazione potremmo fare sfracelli…….invece ognuno per se e Dio per tutti….c’è persino qualcuno che crede di aver messo le ali ad Albenga con un palio incasinato dei rioni (festa bella e divertente) perdendo di vista che negli ultimi due anni le presenze nei musei si sono dimezzate e almeno per il momento il Piatto Blu ha preso il volo. Questo dovrebbe far riflettere………….

  7. è sempre così 3 o 4 manifestazioni organizzate contemporaneamente, anche se condividono lo stesso tipo di pubblico, anche quando, come venerdì scorso, si conoscono da tempo alcune date. ma poi quando per es. fai notare a qualcuno che ha organizzato un concerto di ragazzi la sera in cui a Loano c’è un anteprima nazionale, quello ti risponde “d’estate ogni sera c’è una cosa, magari un’altra sera c’è la sagra della melanzana”

  8. Articolo molto interessante, come sempre Sandra è l’unica ad Albenga che ha il coraggio di dire “il re è nudo”, gli altri sono troppo occupati, facendo mille capriole e acrobazie, a leccare il fondoschiena di chi in quel momento loro pensano abbia il potere e soprattutto hanno paura, vista l’aria così democratica che si respira ultimamente…
    Sandra è l’unica che ha il coraggio di usarla sta benedetta fionda…di fionde e carciofi in realtà ne abbiamo la nausea, cioè di quel modo ruffiano di fare pseudo-cultura…del re carciofo che gira per albenga, della scritta entrando in albenga e di altre stupidaggini ne faremmo volentieri a meno, almeno quanto le scazzottate o le estrenazioni nostalgiche…
    Finchè ci saranno mille parrocchiette, mille tromboni autorefernziali, mille ruffianetti, e mille buffoni di corte non usciremo mai da queste anguste mura, rendendoci solo ridicoli all’esterno.
    Se per qualcuno poi il massimo è il palio dei rioni e tutto dire….

  9. …in media stat virtus….(la verità sta nel mezzo)…..sbagliato prendersela con la mentalità “contadina”….errato affermare che Albenga manca di tutto…Impareremo mai a giudicare le cose senza partigianeria????

  10. Ma cosa dice questo nuovo pareto, un commento di non senso, ce la con la mentalita’ contadina, ma i cosidetti “contadini” sono la fortuna di albenga,23 banche ,300 suv, senza pagare tasse. Ma cosa pensa questo pareto che il palio dei rioni salva tutto. Albenga manca di tutto, di pulizia e di ordine altro che puzza sotto il naso. Ognuno deve vedere se ha o meno cadeveri negli armadi e pareto quanti cadaveri….Quanto paga di tasse in confronto a me che lavoro tutto il giorno come bracciante agricolo a volte in nero come i suoi operai e a volte no. Prima di fare commenti ci pensi un po’ di piu’.

  11. Mi sembra un po’ qualunquista come visione. Sono 100 anni che la “mentalità contadina” è la causa di tutti i mali, e nessuno si è mai posto il dubbio che forse, sono i “non contadini” la vera piaga della città. Infatti non sono i contadini che stanno facendo di tutto per sputtanare e mettere una bella croce sopra il palio dei rioni, uno degli eventi che più si discosta dall’ambiente agricolo e che, nonostante alcuni dettagli da rifinire, è divenuta in due anni la manifestazione top dell’estate ingauna. Non sono i contadini che regolarmente boicottano, non partecipando, i tentativi di unire cultura e agricoltura, ritenendo che visto chi li organizza, sarà sicuramente una cosa “da contadini”. Arbenga a nescia ha la puzza sotto il naso, e non si rende conto che la puzza proviene da loro stessi.

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