MILLE LIRE AL MESE…

di Sandra Berriolo – Come, vi stupite se uno dice che bisognerebbe cambiare posto di lavoro? Ma se ci lamentiamo tutti di certi impiegati che “stanno là da trent’anni e non fanno un tubo, potrebbero lasciare il posto a qualcun altro!” Cosa c’è di male a cambiare lavoro? Importante è lavorare e possibilmente facendo una cosa che ti piace e per la quale sei predisposto. Mai sentito dire a nessuno “che palle ‘sto lavoro, come vorrei anche io fare la fotomodella (o l’ingegnere o il corridore di Formula 1 o…)?

Io si. Ho sentito donne manager invidiare l’impiegata, ho sentito la bidella invidiare la soubrette, ma anche il medico ospedaliero invidiare l’idraulico (arriva quando vuole lui, non deve salvare una vita, difficilmente lo chiamano di notte, guadagna bene). Salvo non sapere che in ogni lavoro ci sono aspetti negativi (pure le fotomodelle dopo un po’, causa età, non son più richieste) e che chi li fa si scoccia. Insomma cosa c’è di male a voler cambiare lavoro? Ha ragione Monti: dopo un po’ ci si stanca dei soliti colleghi, della routine, degli stessi posti e spesso così con il passare degli anni si è meno motivati e si rende un po’ meno. E allora ci si inventano gli hobby per svagarsi dallo stress lavorativo e per manifestare la propria creatività. Ok per i passatempi ma se un po’ di creatività la mettessimo nel lavoro sarebbe tutto più leggero.

Certo, bisognerebbe mantenere il proprio lavoro NON il POSTO di lavoro. Se uno è falegname cosa gli cambia lavorare in proprio o all’Ikea o in una cooperativa di falegnami o come dipendente di una azienda di mobili? Fai sempre il falegname, a parte la diversità di trattamento economico e le responsabilità. Allora diciamo che le vecchie generazioni sono attaccate allo stipendio, o al guadagno in caso di indipendenza imprenditoriale, non al lavoro. Credo che invece i giovani siano meno condizionati dall’idea del posto fisso; l’importante è che un lavoro lo abbiano però. Ma questo è un altro discorso.

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo

12 Commenti

  1. cambiare lavoro può essere bello, necessario per mgliorarsi, a volte capita anche di dover scappare…. il problema però è trovarne un altro….

  2. In moltissimi altri paesi il cambio di lavoro e visto come apertura mentale,apertura al lavoro stesso,qui in Italia e sempre stato visto come se uno non avesse radici,come un possibile fannullone, che cambia troppo spesso lavoro,ma a volte la realtà e ben diversa,per quanto mi riguarda ho coltivato la mia passione,cercando di realizzare un sogno nel cassetto,ma haimè aperto il cassetto e subentrata una crisi mondiale,mi sento come lo sfigato di turno,forse era meglio il posto fisso ben remunerato??Certo che a volte per soddisfare le propie passioni costa caro e salato,reputo che Monti abbia ragione,avevo assunto una persona a tempo indeterminato,questa una volta assunta ha cambiato atteggiamenti,forse sapendosi tutelata,quasi impossibile licenziarla nonostante i danni che creava,mi sembra giusto che si possa licenziare nello stesso modo in cui si assume,se andiamo davanti agli uffici di un certo ente, noteremo che vi è sempre la coda fuori,persone che fanno causa al propio titolare con un facilità estrema,se vengono le mesturazioni,ò mal di testa per i maschietti, vanno in mutua per tre giorni,ma il titolare anche se richiama il dipendente per i danni subiti,non può far nulla,neppure licenziarlo se non sborsando quattrini,alcuni furbetti si fanno assumere per un anno e poi approfittano per usufruire della disoccupazione,cosa assai frequente da queste parti, oggi moltissime aziende non sono piu in grado di dare la certezza di uno stipendio fisso.

  3. L’ importante è portare a casa la michetta, TUTTI I MESI DELL’ANNO ! Poi se il lavoro non è così gratificante come abbiamo sempre sperato, creiamoci uno spazio libero solo per noi ; oppure ci toglieranno anche gli hobbies? Gesù……..

  4. e brava marti74, e’ bello cambiare lavoro ma dove si trova un aaltro lavoro, un operaio che lavora in una impresa a tempo indeterminato dove trova una altro lavoro in questi momenti, si tiene ben stretto quello che ha, non ti pare?? Pensa se uno cambia lavoro e poi l’azienda fallisce come tante in questo momento.. c’e’ solo il suicidio in prospettiva.

  5. grazie ragazzi, temevo di essere lapidata; ma in fondo, chi potrebbe mai lapidarmi se non si trovano più sanpietrini?

  6. Butto lì uno spunto di riflessione…
    E se qualcuno confondesse “posto fisso” con “diritto acquisito”?
    Sappiamo bene che, a lavorare in certi posti, non è tanto lo stipendio a far gola, quanto l’indotto di sconti, corsie preferenziali, agevolazioni, tutele, ecc…
    Dal mio punto di vista, comunque, ho fatto l’abitudine alla mia condizione di precario, e piuttosto che lamentarmi cerco di mettere a frutto quanto di meglio offre questa condizione; in fin dei conti, l’ideogramma cinese che simboleggia la nostra parola “crisi” ha due significati: “momento difficile” e “opportunità”…
    Meditiamo.

    GLB.

  7. Sono d’accordo con Sandra. Ho sempre detto che il posto fisso è da Fantozzi. E ho sempre detto, come suggerito anche da zio jo, che è meglio cambiare più tipi di lavoro nella propria vita. Ci sono lavori che magari vanno in disuso per vari motivi, più cose uno sa fare, meglio è.
    Ma forse, non è il momento giusto di fare le battute che fa Monti.

  8. I giovani, forse, possono “permettersi” di non fare alcuni lavori disagiati (?) come il panettiere, il contadino ma anche il manovale, ecc. perché non hanno ancora una famiglia da mantenere e alle spalle ci sono i genitori che provvedono. Anche gli stesi genitori magari sognano un lavoro meno faticoso per i figli.
    Comunque anche in questi settori non penso che le offerte di lavoro siano molte. Conosco una signora (con 2 figli) che sta cercando disperatamente un lavoro di qualsiasi tipo ma non trova nulla.
    Sul discorso del secondo lavoro ci sarebbe da scrivere un libro (ti ho fatto un assist… .-) ) tante sono le situazioni reali: molti di quelli che fanno orari ridotti (6 ore) hanno da sempre un secondo lavoro (in nero) che serve per tirare avanti, oppure per andare in vacanza…e come dici tu spesso senza competenza che oltre sottrarre posti di lavoro creano concorrenza sleale.
    Ciao

  9. Fare più cose nella vita stimola il cervello e aumenta le capacità di adattamento. E’ pure vera la seconda cosa che dici. Ma ti ricordo che ci sono lavori che molti giovani rifiutano (fare il panettiere ti impegna di notte, fare il contadino significa usare le mani con ogni clima, ecc) eppure i posti ci sarebbero. Inoltre molti che hanno già il posto fisso, ma si vede che si annoiano, fanno un secondo lavoro in nero e magari senza molta competenza. Sono tutti esempi, è chiaro. Non tutti sono così e molti fanno un secondo lavoro perchè col primo non ce la fanno.

  10. Da sempre sostengo che una persona ogni 4/5 anni dovrebbe cambiare lavoro, e non intendo il posto ma proprio il tipo di lavoro.
    Certo sarebbe bello in un mondo perfetto (o quasi) ma al giorno d’oggi chi ha un posto fisso se lo tiene stretto, anche perché il futuro si prospetta ancora peggio del presente.
    Ciao

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