PIERINO LA PESTE

di Sandra Berriolo – Pierino ha ricevuto la pagella. Ma non è contento e la riporta indietro alla maestra. Ma come si permette? Quattro in matematica! E da quando? Lui che è bravissimo a dare le caramelle ai compagni per farsi ridare indietro la carta, metterla da parte e quando ne ha un po’ venderla alla bottega equa e solidale che ci fa le decorazioni di Natale. Le caramelle ovviamente se le fa regalare dallo sponsor, che sarebbe suo zio che le produce. Coi soldi che tira su con le carte riciclate offre il gelato alla più bella della classe. Che ovviamente non lo fa mica per niente, eh! La mamma le ha spiegato che deve essere amica solo coi compagni di un certo livello sociale. Così lei li invita a casa e i genitori son costretti a conoscersi e papà cerca di sistemarsi meglio col lavoro.

Comunque Pierino, dicevamo, non è niente contento della pagella. Quindi inalbera una vivace protesta coinvolgendo la famiglia. Tutti insieme vanno dal Preside, che chiede sempre di stare calmi e di rispettare i ruoli, a dire che la maestra sicuramente ce l’ha con lui. E che la maestra non sa fare il suo lavoro, mentre Pierino sa il fatto suo. E che ‘sti votacci che gli ha dato le saranno stati suggeriti da qualcuno, magari da quel compagno che scrive il giornalino della scuola. È pur vero che Pierino è il Direttore responsabile del Giornalino, così si chiama appunto, ma non mette mai becco nelle scelte del caporedattore. Perché Pierino sarà pure un po’ peste però è corretto e se può aiuta anche gli altri se hanno bisogno. Quindi anche ‘sto 3 in educazione civica lui proprio non lo vuole!

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo

11 Commenti

  1. Questa è stata una delle agenzie fra le prime cinque del mondo,Arthur Andersen,andate a vedere che fine ha fatto ed i perchè su wikipedia,forse trafficoni che forse falsavano bilanci,ovviamente operava anche in Italia con aziende di un certo rilievo,che non faccio nomi.Ovviamente non se ne fa di tutta un erba un fascio,ma lascia molto da pensare!!

  2. La chiusura delle fabbriche è tutta un’altra storia. I motivi sono molteplici. E le colpe ben distribuite. L’istat fa statistiche e basta.Il confronto era fra il 2010 e il 2011. Non di 20 o più anni di storia.

  3. Ha ragione la Sandra: ci sono in giro troppi cattivi maestri e non possiamo lamentarci se poi gli allievi non imparano. Ricordo un proverbio Albenganese che dice: U cumanda chi nu sà e u travaia chi nu pò.

  4. Buona sera. I ricordi di Ferrara sono molto importanti, da funzionario del PCI, a onorevole Socialista, atttualmente dopo un travagliato sic….trascorso schieratosi a destra. Purtroppo le agenzie di rating non sono sempre credibili ma sono quelle che movimentano i mercati azionari e gli spred, e noi non ci possiamo fare niente. Per quanto riguarda l’Istat mi viene da ridere, perchè i funzionari non vanno nel biellese a vedere tutte le fabbriche di tessuti chiuse, nel lodigiano lungo la paullese dove una sincronia di capannoni ex fabbriche sono abbandonate, nel trevigiano dove le fabbriche di mobili non hanno più ordini, oppure nella nostra Val Bormida dove ormai si vedono solo cartelli affittasi e vendesi attaccati ai capannoni artigianali ed industriali. Purtroppo bisogna essere realisti non ci sono attualmente dei provvedimenti che possano fare ripartire i mercati e i consumi. Speriamo in un prossimo futuro. Un saluto

  5. Questo non è progresso nè sviluppo, solo RUMENTA DI IMPORTAZIONE AMERICANA che ha contagiato tutta l’Europa. RUMENTA di evidente origine capitalistica, nella più deteriore e conservatrice maniera di intendere questq “invenzione” di quei quattro beoti d’oltre oceano.
    Quattronerd che si ammazzano dalle XXXX davanti ai monitor e possono decidere dei destini di uno stato sovrano a loro piqacimento…. una disparuta minoranza del mondo finanziario più bieco che hanno il governo di interi popoli con un click del mouse…
    Cos’altro dobbiamo importare da “quel paese” dopo quest’ultima schifezza?
    Dopo essersi rovinati loro stessi invitabilmente hanno pure subito il fascino dei loro compari anglosassoni .. .. Meglio i cinesi, piuttosto.
    La soluzione potrebbe essere quella di sganciare ogni fardello che ci leghi al finto stato piu’ potente del mondo ma non possiamo. Se l’euro fu un miraggio e un sogno per iniziare a cotruire un blocco centrale europeo oggi, siamo quasi costretti a rimpiangere l’autarchia del ventennio… Che disastro.

  6. @marti74,pienamente d’accordo,le agenzie chi le ha volute??Da chi sono pagate??
    Chi dà incarico,nel dover raccogliere informazioni,giudizi,avete mai visto una azienda dar contro a chi li paga??Come se l’avvocato di fiducia andasse contro il propio cliente!!Non se mai visto.Vi sono state agenzie a livello mondiale operanti anche in Italia,come la Arthur Andersen (settore fiscale marketing)- vedi dati Wikipedia,sparite,interessante vedere come.Ciao Ragazza !!

  7. Grande Sandra!!!! Il problema è in un vecchio proverbio Albenganese: Cumanda chi nu sà e u travaia chi nu pò

  8. mmm
    Magari il Presidente del Consiglio doveva fare finta di niente, ma le agenzie di rating non sono mica così credibili. Come ha ricordato Ferrara ieri sera, avevano anche detto che la Lehman Brothers andava piuttosto bene. Poco dopo è fallita.
    Tra l’altro i dati positivi di Istat, sull’industria italiana, le hanno smentite ulteriormente. Quindi si può anche dire che le agenzie non sono una brava maestra 😉

  9. Grande Sandra, metafora mirata,ma anche grande realta di alcuni comportamenti sociali,forse in alcune scuole?Forse di personaggi cosidetti Vip?? Non aggiungo altro, altrimenti rischio di essere bannato un’altra volta !!hahaha 😉

  10. per chi segue i tg e i giornali di tutto il mondo: Silvio che dice che le agenzie che hanno squalificato l’italia non capiscono niente…e ha rimandato al mittente la relazione

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