“I giovani devono impegnarsi di più perché hanno la forza di sognare”: intervista a Munì (IdV)

di Alessandro Sbarile – Vincenzo Munì, 29 anni, sales manager, è candidato consigliere comunale per l’Italia dei Valori ad Albenga, in appoggio al sindaco uscente Antonello Tabbò.

D.: Perché ha deciso di candidarsi?

R.: A 14 anni se mi chiedevano cosa volevo fare da grande rispondevo il Presidente del Consiglio (sorride, ndr). Mi sono candidato perché credo nel percorso di recupero e nel miglioramento di Albenga, che con Tabbò è iniziato. Ho sempre sentito in maniera molto forte l’impegno politico, nella mia vita ho sempre guardato ai Kennedy come punto di riferimento cui aspirare, da cui imparare ed a cui unirsi per la passione per la politica che trasmettevano. Per me è stato importante aver vissuto a Parigi perché ho toccato una realtà diversa, che mi ha aperto la mente e mi ha permesso di divenire un cittadino europeo.

Inoltre ho scelto questo momento perché i problemi dell’Italia visti da fuori si notano meglio, al di là della valenza puramente politica siamo di fronte ad una scelta importante che la cittadinanza deve prendere: se continuare il cammino di modernità e guardare al futuro con ottimismo, con Tabbò e con l’Italia dei Valori, rispetto ad un’altra proposta, che unisce la gente con la paura. Come IdV vorremmo che la gente usasse il buon senso più che farsi guidare dalla paura del diverso e di ciò che non conosce: su Facebook sono comparse epiteti come “negracci”, “facce sporche”… Albenga per la sua storia e per quello che rappresenta non può lasciarsi andare al razzismo ma deve essere fulcro dell’integrazione. Merita di meglio che essere amministrata da chi fa della xenofobia un punto fermo della propria politica.

D.: Quali progetti intende concretamente portare avanti qualora venisse eletto consigliere comunale?

R.: Premesso che condividiamo il progetto e programma di Tabbò, credo ci siano dei piccoli interventi che si possono fare per migliorare la realtà quotidiana, come lo sviluppare una rete wifi libera e gratuita, che permetterebbe a cittadinanza di avere un accesso internet libero e gratuito, con antenne a bassa frequenza. È già stato fatto in città più grandi come Parigi,

Un’altra cosa è quella di realizzare un campo fotovoltaico, come già nel programma, che permetta ad Albenga di sfruttare il dono del clima buono che abbiamo in Liguria; oggi è un campo da cui si può guadagnare dal punto di vista economico, tramite i fondi statali. Lo Stato finanzia se stesso, Comuni che aderiscono hanno ottimi vantaggi; credo che Albenga possa sviluppare questi progetti, con una riduzione spese pubbliche e vantaggi perché avremo possibilità di ridurre bollette delle utenze comunali e vendere l’energia prodotta.

Credo poi che linea giusta sia la raccolta differenziata e credo si possa potenziare e si debba arrivare ad un piano di raccolta differenziata porta a porta e arrivare a rifiuti zero, come a Capannori, dove il Comune ha risparmiato 2,5 milioni di Euro di denaro pubblico per lo smaltimento dei rifiuti normali e guadagnato 200.000 euro l’anno solo dalla vendita del materiale riciclato.

Poi prendendo esempio da comuni vicini, come Cairo Montenotte, una buona iniziativa sarebbe un distributore di latte crudo, senza spreco perché ogni giorno si rifornisce e quello avanzato destinato alla produzione. Ciò consente una minor produzione di rifiuti e favorisce un vantaggio economico, costo 1 euro contro 1,50 o 1,40; questo è un punto che si può fare anche con detersivi o altri liquidi. Sono interventi su cui si può ragionare e su cui mi impegno.

Nell’ambito del recupero culturale che la giunta ha portato avanti – dalle mostre al recupero di Palazzo Oddo – mi impegno a contribuire a migliorare le strutture già esistenti e a favorire la nascita di un nuovo teatro comunale, come voluto dal programma, che possa divenire fulcro della cultura di Albenga.

D.: Per quanto concerne l’integrazione, cosa ritiene si debba fare?

R.: Si deve iniziare dal basso. È vero che se non si parla una lingua in un posto diventa difficile; occorre creare centri culturali dove i cittadini di paesi diversi possano confrontarsi. L’integrazione va fatta in modo reale, creando manifestazioni in cui invitare a conoscere gusti e culture delle altre persone, con festival concerti e manifestazioni. Credo sarebbe molto importante per togliere braccia alla criminalità, che spesso sfrutta chi arriva in condizioni difficili e si scontra con una realtà che non li vuole. Per me vale la regola che chi sbaglia paga, ma a prescindere da razza e nome, ma per affrontare il problema in modo concreto. Ma non si può pensare che questa gente venga qui per spacciare, perché se c’è chi vende c’è che chi compra per cui e credo che si debba riflettere sulla natura della società e sulla deriva che sta prendendo. Dobbiamo riprenderci la città: molto è stato fatto da questa amministrazione, ma è un percorso che deve continuare e una affermazione della Guarnieri ci riporterebbe indietro.

D.: Ha usato nei santini una foto “alla Obama”: perché? Non c’è il rischio di una comunicazione omologata?

R.: Guardo ad Obama con ammirazione perché vedo in lui la possibilità che si affermi un mondo diverso dall’establishment, come in Italia, dove l’età media dei politici è alta. Volevo richiamare l’idea di una gioventù che ha il diritto e dovere di partecipare al rinnovamento della società: in Italia il motto “largo ai giovani” non si è mai del tutto avverato. Credo che un cittadino debba impegnarsi per migliorare le cose e penso che fra i 20 e i 30 anni questo impegno debba essere profuso con maggiore forza possibile. Sono questi cittadini che devono impegnarsi di più perché hanno la forza di sognare. Per questo è un richiamo ad una forza giovane e passionale, che vuole cambiare con intelligenza e guardare avanti.

L’omologazione avviene quando dietro all’immagine non c’è nulla; Berlusconi ha portato alla politica un risvolto in cui conta più apparire che essere, il come e non il cosa si dice. Per me è un rischio, un degrado di natura culturale: senza essere moralisti credo che si debba e si possa avere un futuro migliore che essere tronista o velina. L’omologazione nasce senza idee, quando si ha qualcosa da dire l’omologazione non prende il sopravvento e ciascuno di noi può dire la propria e ritrovarsi con persone con cui non si condividono le idee.

D.: Milita in un partito “personalizzato” e postideologico; non c’è il rischio che a livello locale diventi un cartello elettorale più che un vero e proprio movimento politico?

R.: Non credo nel momento in cui le persone che militano in questo partito siano capaci di ragionare con la propria testa e affrontino in modo diretto i problemi locali. Vero che l’Idv ha chiari riferimenti a livello nazionale, come l’antagonismo al berlusconismo; vero che a livello locale e a livello comunale contino le persone e le idee che si portano. Non credo che a livello comunale IdV possa avere questo pericolo perché sono convinto che le persone che hanno deciso di partecipare alla nascita dell’Idv albenganese siano persone rispettabili, con idee e voglia di dare un contributo forte al miglioramento della città, cui crediamo il Sindaco Tabbò abbia contribuito.

D.: Che idea si è fatto del rapporto fra politica e giovani?

R.: In questa campagna elettorale si è provato a discutere molto sul tema dei giovani, ma sono stati strumentalizzati perché se uno vuole fare politica non la fa in discoteca. Per esempio noi con i giovani del Pd volevamo organizzare un dibattito pubblico con i giovani dei vari movimenti. Siamo stati tirati alla lunga e poi tutto è saltato perché i giovani del centrodestra si sono tirati indietro; se i giovani non hanno avuto il coraggio di presentarsi a un dibattito pubblico con dei pari età fa pensare che non avessero molto da dire. La gioventù che vuole partecipare deve esporsi e rischiare non solo fare aperitivi in discoteca. La gioventù non è merito: costanza e coerenza lo sono.

D.: Dovesse riassumere la sua attività politica in un motto?

R.: Non credo nella politica degli slogan perché non porta a niente e nasconde mancanze e vuoti; si vuole dire tanto con un motto ma non si dice nulla (lo vediamo tutti i giorni nella politica di Berlusconi). Sento di poter promettere a chi deciderà di darci fiducia che per noi la politica va fatta con intelligenza, raziocinio ed onesta intellettuale. Prometto impegno, onesta, coerenza e senso critico perché vogliamo lavorare d’accordo con Tabbò, di cui stimo molto modo di essere e di fare, e col resto della maggioranza per continuare il percorso di rinascita della città. Ad Albenga ci sono nato e vissuto, ci ho passato la maggior parte della mia vita e voglio per la mia città il meglio e credo che il meglio sia rappresentato dall’attuale giunta e dal suo impegno. Con l’aiuto della cittadinanza noi dell’Italia dei Valori vogliamo continuare il percorso di rinnovamento e chiediamo la possibilità di contribuire a continuare questo percorso.

3 Commenti

  1. Hai promesso il voto a La Placa?
    Non preoccuparti……….tanto non se ne accorge……………………………

  2. Quante SENSATE parole, bella intervista.
    Ti darei il voto ma non posso (ho promesso il voto a la Placa)
    …no scherzo non abito ad albenga, sennò ti voterei.
    A.

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