Elezioni regionali alle porte : campagna elettorale fiacca

di Mary Caridi – Un appuntamento, quello con il voto per il rinnovo del parlamentino ligure, ormai imminente, ma la campagna elettorale non pare essere ancora entrata nel vivo. Un lungo ed estenuante giro delle segreterie per costruire liste e alleanze in numerosi  vertici, contatti, incontri, che appassiona solo i politici, mentre i cittadini paiono avvolti dalla noia e dall’indifferenza. Una pratica politica autoreferenziale che pare più attenta ai propri equilibri interni, alle lotte intestine per conquistarsi un posto al sole con una candidatura.

Le strade e la cartellonistica ci mostrano faccioni pseudo sorridenti e frasi assurde rivolte al povero elettore che non ne può più anche dello spreco di risorse economiche spese dalla politica. Messaggi che ci annunciano che dopo l’inverno ci sarà la primavera. Che finalmente ci siamo, o che la Liguria è di tutti. E meno male che il territorio della Liguria è ancora nostro e che se è di tutti non è solo dei politici che scorazzano e decidono sulle nostre teste. Una  campagna più che di ascolto che assume un tono pedagogico, antico e pedante come in fondo sono ancora i nostri politici che restano abbarbicati ad un modo vecchio di fare comunicazione politica. Le squadre che si affrontano affilano le armi.

Ma saranno in grado di cogliere un clima, di capire cosa chiedono loro i cittadini? Il team di Biasotti pare al momento maggiormente all’attacco, ha una nutrita produzione di comunicati stampa che informano sui numerosi appuntamenti del candidato presidente ed un ufficio stampa che pare piuttosto agguerrito e cosciente del marketing politico. Dall’altra parte l’avversario Burlando pare non essere ancora entrato nel vivo della sua strategia elettorale. Comunicati in ordine sparso come se mancasse una vera regia , forse consapevoli che un governatore uscente ha già speso alcune delle sue carte e pare meno aggressivo, meno accattivante, magari si rifarà e prenderà fiato. Sondaggi alla mano  alternano alla testa del gradimento, una volta Biasotti, una volta Burlando, ci raccontano di una campagna di avvicinamento alla poltrona di Presidente che resta aperta e una presidenza scalabile se Burlando non metterà in atto una strategia comunicativa differente e meno timida e  confusa. Molte delle energie il Pd le ha spese nell’estenuante gioco dello sfoglio della  margherita con l’Udc: mi ama o non mi ama? Mi tradisce o starà con me? Un Udc un po’ libertina ha tenuto impegnato il Governatore e le segreterie e nel frattempo il tempo è trascorso e il voto si avvicina.

Molti cittadini hanno osservato con una punta di fastidio il gioco delle alchimie e ora attendono programmi e soluzioni pratiche e concrete ai loro problemi. Nel  ponente si fanno notare alcuni candidati un po’ più presenti sui media, da un Barbero ispirato e romantico che ci promette una primavera migliore dopo un freddo inverno, a un Nino Miceli che ci dice con faccia sorridente che lui c’è. E come non accorgersene se è ovunque? Certo la scelta va in direzioni differenti, siti online compresi (qui non lo abbiamo ancora visto, forse ci snobba…). Carlo Ruggeri del Pd ha compiuto scelte più intellettuali e meno di viscere, una campagna intelligente con la tv online, radio e incontri reali, tanti incontri, a dimostrazione che non dimentica l’importanza del contatto reale. Michele Boffa sempre del  pd ha aperto un point ad Albenga ancora inattivo e in zona poco si vede e si nota, spendendo le sue energie, si presume, nella Valbormida. Altro candidato capolista della lista civica “Noi con Burlando” si è mosso giocando d’anticipo con banner su un giornale online insieme ad altri candidati in ordine sparso, facendo una scelta che lui spera produttiva. Carlo Tonarelli era iperattivo già in tempi non sospetti, quando ancora neppure immaginava che avrebbe ricevuto una candidatura nella lista di Berlangeri. Con Agenda 21 ha messo in campo negli ultimi mesi un’autentica maratona di  incontri su ambiente e salute.

In ogni caso al momento la squadra di Biasotti pare avvalersi di maggiore energia comunicativa, dopotutto l’amarezza di aver perso la precedente sfida con Burlando deve averlo reso più aggressivo e con desiderio di rivalsa. Burlando ha il vantaggio dell’uscente e delle nutrite  iniziative messe in campo, ha messo in atto una campagna più politica e meno mediatica,  potrebbe avere in mente di far correre e stancare l’avversario e poi fare uno scatto alla Coppi, pedalando con vigore nell’ultimo miglio?

3 Commenti

  1. Per quel che riguarda la campagna di Burlando non mi pare affatto che sia senza regia anzi i suoi manifesti mettono i cittadini ed i loro problemi in primo piano con l’impegno del presidente uscente a continuare nella sua opera di risoluzione (a prescindere dal colore politico bisogna dargli atto che ad esempio il buco nel bilancio sanitario ligure l’ha risanato in questi 5 anni).

    Biasotti invece non sfrutta a dovere le sue carte e si adegua alla classica strategia d’opposizione attaccandosi a qualsiasi malcontento (mugugno tv era necessaria?) ed affidandosi a slogan ormai superati da 15 anni (“la liguria merita più lavoro e meno sprechi” recita il suo manifesto, ok ma qual’è la tua idea a riguardo?).

    E a proposito di carte non giocate a dovere ma visto l’attuale blitz delle fiamme gialle in de ferrari qualcuno dovrebbe dire a burlando di far ricordare alla gente che il fattaccio risale al 2004 ovvero quando in carica c’era biasotti…

  2. x Luisa: indubbiamente concorderai con me che i dati se non li diffondi adeguatamente diluiscono la forza di un messaggio politico. Vedo che pur in un periodo in cui molti giornalisti bravi e anche giovano sono disoccupati, molti politici italiani hanno segreterie prive di persone con la sufficiente professionalità per veicolare le informazioni e le notizie del lavoro svolto dalla politica. Politici che fanno incontri senza che nessuna foto doccumenti l’evento e spesso neppure i risultati dell’incontro. Ecco che chi ha ben compreso che i contenuti e i programmi vanno diffusi e resi fruibili agli elettori appare maggiormente dinamico e facilita il lavoro del giornalista che poi li diffonde .Poi va da sè che comunicazione da sola non fa una vittoria, ma di certo un po’ aiuta. Mary Caridi

  3. Penso che la valutazione di un candidato debba farsi sui dati, non certo sulla qualità del marketing politico o della campagna elettorale. Se devo essere sincera, in genere diffido da chi fa delle pubblicità troppo “studiate” perchè sanno troppo di finto. Preferisco quindi affidarmi a chi riesce a darmi dei risultati concreti o dei programmi realistici che io possa condividere.

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