{"id":262890,"date":"2022-03-12T08:49:32","date_gmt":"2022-03-12T07:49:32","guid":{"rendered":"https:\/\/www.albengacorsara.it\/?p=262890"},"modified":"2022-03-12T08:49:51","modified_gmt":"2022-03-12T07:49:51","slug":"moda-i-freni-alla-ripresa-delle-340-microimprese-artigiane-liguri","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.albengacorsara.it\/2022\/03\/12\/moda-i-freni-alla-ripresa-delle-340-microimprese-artigiane-liguri\/","title":{"rendered":"Moda, i freni alla ripresa delle 340 microimprese artigiane liguri"},"content":{"rendered":"\n

Prima l’impatto del Covid che ha affossato il fatturato del 2020, poi i rincari dei prezzi di energia e delle materie prime. Ora la guerra in Ucraina, con le conseguenti ripercussioni sull’export (la moda \u00e8 il secondo settore per esportazioni in Russia, con vendite nel 2021 pari a 1,346 miliardi di euro, il 17,5% del totale, dietro ai macchinari e apparecchi per 2,147 miliardi, il 27,9% del made in Italy verso il Cremlino). Sono tutti fattori che stanno mettendo a dura prova la ripresa della moda<\/strong> a livello nazionale, e anche in Liguria.<\/p>\n\n\n\n

Un settore che nella nostra regione conta 340 realt\u00e0 artigiane<\/strong> sulle 440 micro e piccole imprese totali del territorio (253 dell’abbigliamento, 118 del tessile e 33 della lavorazione della pelle) con 721 addetti <\/strong>sui 984 complessivi nel settore. Dati che ne confermano la vocazione artigiana: sia per numero di attivit\u00e0 imprenditoriali (84,2%), sia per numero di addetti (73,3%), la nostra regione \u00e8 prima in Italia per incidenza artigiana sul totale delle micro e piccole imprese del settore. A dirlo \u00e8 l’ultima elaborazione dell’Ufficio studi di Confartigianato, su dati Istat.<\/p>\n\n\n\n

A Genova le microimprese artigiane della moda sono 208, con 462 addetti. A Savona se ne contano 56, con 102 addetti. Nello spezzino le microimprese del settore sono 43 e danno lavoro a 96 persone, mentre nell’imperiese troviamo 33 micro e piccole realt\u00e0 artigiane e 60 addetti.<\/p>\n\n\n\n

Il momento non \u00e8 semplice, ma c’\u00e8 chi resta ottimista e prova a reagire, incrementando le azioni promozionali e provando a essere pi\u00f9 presente sul mercato: \u00abIl 2020 \u00e8 stato molto impegnativo: avevamo gi\u00e0 consegnato la collezione, ma con i negozi chiusi in tutto il mondo molti clienti l’hanno resa o hanno chiesto degli sconti \u2013 ricorda Fiorella Ghignone<\/strong>, responsabile settore Moda di Confartigianato Genova e titolare di Liapull<\/strong>, piccola impresa manifatturiera genovese specializzata nella lavorazione del cashmere e di abiti di alta moda \u2013 Abbiamo reagito facendoci trovare pronti, nel 2021, con la nuova collezione e tutti gli strumenti virtuali necessari a promuoverla\u00bb.<\/p>\n\n\n\n

Il ritorno delle fiere in presenza \u00e8 uno dei pochi segnali positivi, che pu\u00f2 anche contribuire a rilanciare gli interscambi con l’estero: \u00abRitrovare i propri clienti \u00e8 importante per ristabilire rapporti e contatti, cos\u00ec come \u00e8 accaduto per noi la scorsa settimana alla Parigi Fashion Week \u2013 spiega Ghignone<\/strong> \u2013 Alla manifestazione c’erano gli statunitensi, ma ovviamente mancava tutta la clientela russa e quella del Far East, nuovamente bloccata per il Covid, anche se non se ne parla: la fiera di Shanghai, Chic 2022, in programma dal 25 al 29 marzo, \u00e8 stata rimandata a data da destinarsi\u00bb.<\/p>\n\n\n\n

In particolare, l’export totale del settore moda regionale, pari a quasi 83 milioni di euro<\/strong> tra il primo e il terzo trimestre 2021, ha recuperato il 6,2% rispetto allo stesso periodo del 2020, ma deve ancora colmare un gap del 15,8% sul 2019. A Genova, 56,6 milioni di euro di export, la variazione sul 2019 \u00e8 del -17%, mentre sul 2020 il settore ha recuperato quasi il 20%. La Spezia \u00e8 messa peggio: 15,8 milioni di export nei primi tre trimestri del 2021, in calo, rispettivamente, del 26,9% e del 17,2% sul 2020 e sul 2019. A Imperia e Savona i numeri sono pi\u00f9 contenuti, con trend che seguono ritmi opposti: 5,4 milioni di export nel savonese (+5,7% sul 2020, +51,8% sul 2019), oltre 4,8 milioni nell’imperiese, in crescita del 27,6% sul 2020, ma ancora in calo del 33,7% sul 2019.<\/p>\n\n\n\n

L’esposizione del settore verso il mercato russo<\/strong> \u00e8 di circa 5 milioni di euro sugli 83 milioni dei primi 9 mesi 2021. Un valore quasi totalmente concentrato in una provincia, quella spezzina, che fa viaggiare verso Mosca prodotti per quasi 4,2 milioni di euro. Seppur con numeri decisamente inferiori rispetto ad altri \u201ccolossi\u201d della moda italiana, come Fermo, Milano e Reggio Emilia, La Spezia si colloca comunque tra le 40 province maggiormente esposte su questo mercato. \u00abLa Russia rappresenta una fetta importante di fatturato del settore \u2013 conferma Ghignone<\/strong> \u2013 Noi abbiamo ad esempio un cliente che, da solo, pesa per il 5% sui ricavi totali. Avevamo gi\u00e0 messo in produzione degli ordini, ma con lo scoppio della guerra abbiamo dovuto sospendere tutto: l’auspicio, soprattutto per le drammatiche conseguenze umanitarie di questo conflitto, \u00e8 che si arrivi presto a una tregua e a un accordo diplomatico\u00bb.<\/p>\n\n\n\n

Tra le conseguenze della guerra, anche un inasprimento dei rincari di materie prime ed energia<\/strong>: \u00abI filati stanno registrando rincari medi compresi tra il 15 e il 20%<\/strong> \u2013 sostiene Ghignone<\/strong> \u2013 Lana e cashmere, in particolare, sono saliti del 20%<\/strong>. Nel nostro settore incidono anche gli aumenti dei costi di tintoria, intorno al 10%. E poi, come per tutto il manifatturiero, l’aumento dei prezzi dell’energia, stimati intorno al +150%<\/strong>\u00bb.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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