{"id":202749,"date":"2018-11-13T11:56:33","date_gmt":"2018-11-13T10:56:33","guid":{"rendered":"https:\/\/www.albengacorsara.it\/?p=202749"},"modified":"2018-11-13T11:56:33","modified_gmt":"2018-11-13T10:56:33","slug":"le-periferie-dei-bambini-12-milioni-di-bambini-e-adolescenti-vivono-in-poverta-assoluta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.albengacorsara.it\/2018\/11\/13\/le-periferie-dei-bambini-12-milioni-di-bambini-e-adolescenti-vivono-in-poverta-assoluta\/","title":{"rendered":"\u201cLe periferie dei bambini\u201d: 1,2 milioni di bambini e adolescenti vivono in povert\u00e0 assoluta"},"content":{"rendered":"

Presentato oggi in anteprima il IX Atlante dell\u2019infanzia a rischio \u201cLe periferie dei bambini\u201d di Save the Children, pubblicato da Treccani, che sar\u00e0 disponibile a breve nelle librerie italiane. Un viaggio senza precedenti attraverso le periferie delle grandi citt\u00e0 e del Paese, che sono per i bambini vere e proprie \u201cperiferie educative\u201d, in termini di mancato accesso all\u2019istruzione, agli spazi ricreativi e culturali.<\/p>\n

1,2 milioni di bambini e adolescenti vivono in povert\u00e0 assoluta. Ma non sono solo le condizioni economiche del nucleo familiare a pesare sul loro futuro. L\u2019ambiente in cui vivono ha un enorme impatto nel condizionare le loro opportunit\u00e0 di crescita e di futuro. Pochi chilometri di distanza, tra una zona e l\u2019altra, possono significare riscatto sociale o impossibilit\u00e0 di uscire dal circolo vizioso della povert\u00e0: la segregazione educativa allarga sempre di pi\u00f9 la forbice delle disuguaglianze, in particolare nelle grandi citt\u00e0, dove vivono tantissimi bambini, ed \u00e8 l\u00ec che bisogna intervenire con politiche coraggiose e risorse adeguate.<\/p>\n

All\u2019interno di una stessa citt\u00e0, l\u2019acquisizione delle competenze scolastiche da parte dei minori segna un divario sconcertante. A Napoli, i 15-52enni senza diploma di scuola secondaria di primo grado sono il 2% al Vomero e quasi il 20% a Scampia, a Palermo il 2,3% a Malaspina-Palagonia e il 23% a Palazzo Reale-Monte di Piet\u00e0, mentre nei quartieri benestanti a nord di Roma i laureati (pi\u00f9 del 42%) sono 4 volte quelli delle periferie esterne o prossime al GRA nelle aree orientali della citt\u00e0 (meno del 10%). Ancora pi\u00f9 forte la forbice a Milano, dove a Pagano e Magenta-San Vittore (51,2%) i laureati sono 7 volte quelli di Quarto Oggiaro (7,6%)[1].<\/p>\n

Differenze sostanziali tra una zona e l\u2019altra riguardano anche i NEET, ovvero i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano pi\u00f9, sono senza lavoro e non sono inseriti in alcun circuito di formazione: nel capoluogo lombardo, in zona Tortona, sono il 3,6%, meno di un terzo di quelli di Triulzo Superiore (14,1%), mentre a Genova sono 3,4% a Carignano e 15,9% a Ca Nuova, e a Roma 7,5% Palocco e 13,8% a Ostia Nord[2].<\/p>\n

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Anche i dati tratti dai test INVALSI testimoniano il divario nell\u2019apprendimento scolastico. A Napoli, ad esempio, una distanza siderale di 25 punti INVALSI divide i bambini dei quartieri pi\u00f9 svantaggiati da quelli che abitano a Posillipo, a Palermo sono 21 quelli tra Pallavicino e Libert\u00e0, a Roma 17 tra Casal de\u2019 Pazzi e Medaglie d\u2019Oro, e a Milano 15 punti dividono Quarto Oggiaro da Magenta-San Vittore[3].<\/p>\n

Allargando lo sguardo alle altre risorse educative essenziali per lo sviluppo dei bambini, scopriamo, ad esempio, che i minori che non hanno l\u2019opportunit\u00e0 di navigare su Internet nel Mezzogiorno si concentrano nei capoluoghi delle grandi aree metropolitane (36,6%), e vivono spesso nelle famiglie con maggiori difficolt\u00e0 economiche (38,8%), cos\u00ec come, nelle stesse zone, i bambini e adolescenti che non svolgono attivit\u00e0 ricreative e culturali raggiungono il 77,1%[4].<\/p>\n

Questi alcuni tra i dati messi in luce dal IX Atlante dell\u2019infanzia a rischio \u201cLe periferie dei bambini\u201d di Save the Children, l\u2019Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita ai bambini e garantire loro un futuro, dedicato alle periferie educative in Italia, e pubblicato per il terzo anno consecutivo Treccani.<\/p>\n

\u201c\u00c8 assurdo che due bambini che vivono a un solo isolato di distanza possano trovarsi a crescere in due universi paralleli. Rimettere i bambini al centro significa andare a vedere realmente dove e come vivono e investire sulla ricchezza dei territori e sulle loro diversit\u00e0, combattere gli squilibri sociali e le diseguaglianze, valorizzare le tante realt\u00e0 positive che ogni giorno si impegnano per creare opportunit\u00e0 educative che suppliscono alla mancanza di servizi\u201d, ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.<\/p>\n

Sono quasi 3,6 milioni i bambini e adolescenti che vivono nelle 14 principali aree metropolitane del Paese (2 su 5 del totale in Italia)[5], e crescono spesso in zone o quartieri sensibili che possiamo definire \u201cperiferie\u201d da tanti punti di vista differenti, non solo rispetto alle distanza dal centro citt\u00e0, ma in base ai diversi deficit urbanistici, funzionali o sociali dei territori. Sono ad esempio \u201cperiferie funzionali\u201d i quartieri dormitorio, \u201csvuotati\u201d di giorno per effetto dei grandi flussi pendolari verso i luoghi di lavoro, privi di opportunit\u00e0 e povere di relazioni sociali. Secondo questo criterio, a Roma e Genova vivono in aree ‘periferiche’ il 70% dei bambini al di sotto dei 15 anni, e a Napoli e Palermo il 60%, un numero che scende al 43% a Milano e al 35% a Cagliari[6]. Pi\u00f9 in generale, quando bambini e adolescenti delle citt\u00e0 pi\u00f9 densamente popolate si guardano intorno, 259.000 (l\u201911,8%) vedono strade scarsamente illuminate e piene di sporcizia, non respirano aria pulita e percepiscono un elevato rischio di criminalit\u00e0[7].<\/p>\n

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Il IX Atlante dell\u2019infanzia a rischio \u201cLe periferie dei bambini\u201d traccia una mappa dei divari che in termini di risorse economiche e culturali, accessibilit\u00e0 dell\u2019istruzione e dei servizi, qualit\u00e0 degli spazi urbani, verdi, ricreativi espongono maggiormente bambini e adolescenti al rischio di vulnerabilit\u00e0, ma dimostra, al tempo stesso, come essi siano la risorsa pi\u00f9 vitale e il potenziale pi\u00f9 alto su cui puntare per innescare una indispensabile rigenerazione di questi luoghi. Un\u2019introduzione aggiornata al grande dibattito sulle periferie, che articola insieme un\u2019analisi geografica, sociale e educativa. Il primo tentativo di cartografare le periferie italiane dal punto di vista dell\u2019infanzia che attinge all\u2019esperienza di Save the Children e di tante altre associazioni impegnate sul campo, alle pi\u00f9 recenti ricerche scientifiche e ad una collaborazione straordinaria con ISTAT, uffici statistici di MIUR e INVALSI e ufficio studi della Caritas Italiana. Il volume di 290 pagine, presentato oggi in anteprima e disponibile a breve in libreria, \u00e8 curato da Giulio Cederna e corredato dagli scatti del fotografo Riccardo Venturi, da 32 tavole, 120 mappe, 20 tra grafici e infografiche, da 6 parole chiave, interpretate con contributi originali da esperti di periferie in campi diversi, come Cristina Alga, Carlo Cellamare, Walter Nanni, Marco Picone, Enrico Puccini e Sabrina Lucatelli. Una versione multimediale e interattiva \u00e8 disponibile online (www.atlante.savethechildren.it).<\/p>\n

\u201cLa retorica della \u201ccentralit\u00e0\u201d dei bambini e delle famiglie racconta un Paese che non c\u2019\u00e8. Basta scorrere le pagine dell\u2019Atlante per leggere una storia diversa: l\u2019infanzia \u00e8 la vera \u201cperiferia\u201d dell\u2019Italia.\u201d continua Valerio Neri.<\/p>\n

I bambini e gli adolescenti sono infatti sempre pi\u00f9 ai margini della popolazione in termini demografici: nel 1987 erano il 23,2% del totale e oggi superano di poco il 16%, a fronte degli over65 che sono cresciuti dal 12,6% al 21,2%[8]. Minori che si ritrovano anche ai margini dello spazio pubblico, se \u00e8 vero che 94 bambini su 100 tra i 3 e i 10 anni non hanno modo di giocare in strada, solo 1 su 4 trova ospitalit\u00e0 nei cortili, e poco pi\u00f9 di 1 su 3 ha la fortuna di avere un parco o un giardino vicino a casa dove poter giocare[9]. Ai margini della politica, per effetto di una spesa pubblica che negli anni della crisi economica, pur crescendo in termini assoluti, ha tagliato la voce istruzione e universit\u00e0 dal 4,6% sul PIL del 2009 al 3,9% del 2015-16, mentre altri paesi europei rispondevano alle difficolta di budget in maniera diametralmente opposta aumentando questa voce di investimento fino al 5% del PIL[10]. Una forbice in negativo con l\u2019Europa che si riscontra anche sui fondi per \u2018famiglia e minori\u2019 fermi in Italia ad un esiguo 5,4% della spesa sociale, contro l\u201911% di Germania, Regno Unito e Svezia e ben al di sotto della media UE attestata all\u20198,5%[11]. I minori in Italia sono soprattutto, e sempre di pi\u00f9, ai margini della ricchezza, se si considera che la povert\u00e0 assoluta riguarda il 12,1% di loro, non fa distinzioni tra bambini e adolescenti (12,4% fino a 3 anni, 11,4% da 4 a 6 anni, 12,3% 7-13 e 11,8%14-17) e pesa sul quotidiano di 702.000 famiglie con minori (10,9%). La povert\u00e0 relativa riguarda 1 minore su 5 e, a conferma di un trend negativo, chi ha oggi meno di 17 anni ha una probabilit\u00e0 di diventare povero cinque volte pi\u00f9 alta rispetto ai propri nonni[12].<\/p>\n

\u201cLa rinnovata collaborazione tra Save the Children e Treccani per l\u2019Atlante offre quest\u2019anno uno strumento unico per indagare e comprendere la vita dei bambini nelle periferie, intese non solo come periferie delle citt\u00e0 ma anche come spazio sociale e mentale, un luogo a cui guardare per capirne i bisogni e le criticit\u00e0 degli adulti di domani ma anche le loro straordinarie potenzialit\u00e0, e per assumersi la responsabilit\u00e0 di creare e offrire opportunit\u00e0 concrete dove sono pi\u00f9 indispensabili e non pi\u00f9 procrastinabili.\u201d afferma Massimo Bray, Direttore Generale della Treccani, che pubblica anche quest\u2019anno l\u2019Atlante dell\u2019infanzia a rischio.<\/p>\n

\"\"\u201cL\u2019Atlante racconta le periferie \u201cdalle periferie\u201d, dal di dentro, con concretezza e con l\u2019urgenza del fare, perch\u00e9 solo partendo dai territori e puntando sui bambini e gli adolescenti \u00e8 possibile ridisegnare le politiche di inclusione, dalla cultura allo sport, ai trasporti, l\u2019ambiente e l\u2019abitare. E\u2019 necessario un impegno straordinario, da parte delle istituzioni e dei soggetti sociali, per rigenerare le periferie dei bambini e per garantire ad ogni bambino il diritto di crescere in un ambiente ricco di opportunit\u00e0 educative e di crescita. Per questo motivo, Save the Children \u00e8 oggi impegnata in Italia nella costruzione di \u201ccomunit\u00e0 educanti\u201d proprio nelle periferie di maggior sofferenza sociale.\u201d, conclude Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children.<\/p>\n

Save the Children \u00e8 presente nelle periferie pi\u00f9 svantaggiate di 18 citt\u00e0 italiane[13] grazie a una rete di 23 Punti Luce nei quali offre a bambini e ragazzi tra i 6 e i 16 anni l\u2019opportunit\u00e0 di partecipare ad attivit\u00e0 formative ed educative, come accompagnamento allo studio, laboratori artistici e musicali, gioco e attivit\u00e0 motorie, che solo nell\u2019anno in corso hanno coinvolto oltre 8.130 minori.<\/p>\n

Dal 15 novembre al 20 dicembre \u00e8 possibile portare aiuto concreto, attraverso il sostegno allo studio e laboratori creativi ai bambini del Punto Luce di Save the Children del Rione Sanit\u00e0 a Napoli. Si potranno donare 2 euro inviando un SMS al 45533 dal proprio cellulare con rete Wind Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali, oppure 5 o 10 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa con Tim, Wind Tre, Fastweb, Vodafone e Tiscali. Sempre da rete fissa \u00e8 possibile donare 5 euro chiamando con TWT, Convergenze e PosteMobile.<\/p>\n