Politica: domande e speranze

di Franco Astengo – Il totale degrado in cui è immersa la situazione politica italiana e la necessità, urgente ed indifferibile, di superamento dell’attuale quadro di governo si impongono come elementi assolutamente prioritari da affrontare, principalmente attraverso una forte mobilitazione di massa che dia seguito positivo alla riuscita dello sciopero generale organizzato dalla CGIL lo scorso 6 Settembre: serve una mobilitazione di massa unitaria che chieda un cambio di direzione politica del Paese, aprendo così di fatto una stagione diversa.

Ciò premesso non possiamo però dimenticare il lato più strettamente “politico” della fase che stiamo attraversando ed, in questo senso, proviamo ad approcciare costruttivamente la proposta di “Nuovo Ulivo” lanciata ieri a Vasto da PD, IdV, SeL, mettendo da parte (con fatica) anche l’elemento negativo del prosieguo, nelle forme e nei modi attraverso i quali la proposta stessa è stata lanciata, di un uso (sconsiderato da parte del centro-sinistra) dello schema leaderistico-presidenzialista, che si concretizza in annunci buoni essenzialmente per i vari TG.

Con il massimo della buona volontà possibile proviamo allora ad analizzare situazione e prospettive. Se si intende davvero lanciare una proposta di alternativa al Paese occorre, prima di tutto, compiere una dirompente operazione di verità, su due punti:

1)      La natura ideologicamente e ferocemente classista della “crisi”, utilizzata da settori ben precisi della finanza e della politica per ristabilire condizioni di vero e proprio “servaggio” nei confronti del mondo del lavoro, di distanze sociali di tipo ottocentesco, di superamento delle condizioni create con la Costituzione Repubblicana. Questa natura ideologicamente e ferocemente classista, è stata concretizzata nei processi di costruzione di nuove ricchezze tali da costruire un insopportabile quadro di diseguaglianze, distruggendo lavoro vivo e possibilità concrete di diverse relazione sociali. E’ necessario che chi intende portare avanti la proposta di “Nuovo Ulivo” sia analiticamente corretto su questo punto. Una nuova stagione della politica italiana può nascere soltanto da un progetto di ristabilimento dei diritti e di riequilibrio nelle diseguaglianze sociali;

2)      La “questione morale”. E’ evidente che quanto emerge, da questo punto di vista, nell’intreccio pubblico/privato da parte dell’attuale Premier risulti del tutto insostenibile, fuori dalla portata di qualsivoglia immaginazione, anche la più perversa. Altrettanto evidente appare il dato che la “questione morale” non si ferma lì, ma è fenomeno esteso, “trasversale” che investe diversi settori economici e politici. Il centrosinistra, il possibile “Nuovo Ulivo” ha il dovere, anche in questo caso, di sviluppare il massimo della chiarezza, non lasciando alcun dubbio su natura, realtà, esiti di alcuni fatti. E’ bene comprendere, sotto questo aspetto, che l’antipolitica  ha camminato molto, in diversi strati sociali, e che non potrà essere semplicemente una battaglia “contro” sia pure condotta unitariamente a recuperare milioni di persone sfiduciate e poste ai margini del dibattito politico.

Rimangono sullo sfondo altre questioni che citiamo soltanto per titoli: dal tema dell’Europa Politica, a quello più complessivo del ruolo internazionale del nostro Paese.

Riassumiamo, in conclusione: è necessario aprire un processo di ri-costituzionalizzazione, di vero e proprio “ritorno allo Statuto”, la Costituzione Repubblicana è  stata violata nei suoi punti fondamentali a favore di una “Costituzione Materiale” mai approvata da nessuno.

Questo processo di ri-costituzionalizzazione può rappresentare il vero punto di rottura con questo brutto passato recente, nel corso del quale è stata scritta la pagina più nera della Repubblica.

Dimenticavo, ancora, e aggiungo: la Sinistra, quella storica della grande tradizione e quella “nuova” delle giovani generazioni rappresentative delle contraddizioni sociali emergenti, è priva di rappresentanza politica: non si illudano coloro i quali intendono proseguire con la pretesa di rappresentare la sinistra attraverso il leaderismo di coprire il buco con  le cosiddette “primarie” allo scopo di riaffermare il proprio personalismo. Senza un coinvolgimento del basso, il recupero di una pratica politica radicata sul territorio, la costruzione di una classe dirigente moralmente e politicamente all’altezza, non ci sarà soggettività adeguata e allora si sarà ancora una volta in balia di giochi di potere, all’interno dei quali, difficilmente si potranno trovare le risorse per aprire una fase di effettiva Liberazione della società e della politica in Italia.