di Fabrizio Pinna – Nel luglio scorso la Rete Savonese Fermiamo il Carbone ha inviato ai sindaci di Vado e Quiliano e ai Presidenti di Regione Liguria e Provincia di Savona una lettera con richiesta di spiegazioni sui “pesantissimi dati emersi dal biomonitoraggio sui licheni trasmesso dalla stessa Centrale di Vado Ligure Quiliano (e di cui inspiegabilmente i cittadini sono venuti a conoscenza dopo oltre cinque anni)”; nella missiva, ricordano gli attivisti, «chiedevamo testualmente “alle S.L. di volerci comunicare il Loro pensiero su quanto segnalato e le azioni concrete che intendono intraprendere a fronte di una situazione di inquinamento come appare dal citato biomonitoraggio”». Ma da allora, nessuna risposta è mai arrivata.
Da qui – in vista dell’incontro per l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) che si terrà a Roma lunedì 17 settembre – la nuova lettera pubblica di diffida agli enti locali (**), “per darne contezza a tutti i cittadini della Provincia che hanno il sacrosanto diritto ad essere informati in modo che possano essere a conoscenza finalmente della situazione”, rilanciata in questi giorni dalla Rete Savonese Fermiamo il Carbone con la richiesta che «siano affrontate con massima regolarità e scrupolo le procedure di AIA avendo come riferimento l’irrinunciabile principio di precauzione richiamato particolarmente nella legislazione europea e che sia rimossa qualsiasi ipotesi di AIA più o meno “transitoria”, che riteniamo una inaccettabile “scorciatoia” che, lungi dall’assicurare la tutela dei cittadini e del territorio, ci appare come un incomprensibile ed enorme vantaggio nell’esclusivo interesse economico dell’azienda».
(**) Lettera diffida agli Enti locali della Rete Savonese Fermiamo il Carbone
Rete Savonese Fermiamo il Carbone