Oggi pomeriggio, mercoledì 11 dicembre, alle ore 18 presso le sale espositive del terzo piano di Palazzo Oddo, s’inaugura la mostra a titolo “Caleidoscopio, espressioni artistiche collettive della Galleria Wikiarte di Bologna”. Curata da Deborah Petroni, «la mostra si sviluppa intorno ai lavori di tre artisti contemporanei, proponendo una mescola di sensibilità e modalità espressive che in modo armonico dialogano tra loro a intercettar lo sguardo di chi vorrà confrontarsi con qualcosa di nuovo e originale».
«Alessandro Sala, Glenda Tinti e Luca Tridente, gli artisti che interverranno al vernissage. Ed è appunto con loro che idealmente si conclude il programma delle manifestazioni annuali di Palazzo Oddo, lasciando tuttavia aperto il dialogo con l’arte contemporanea, che proseguirà, per tutto il 2014, con un calendario nutrito e rappresentativo del panorama artistico italiano».
La mostra rimarrà aperta fino al 29 dicembre, dal martedì alla domenica, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30.
Alessandro Sala – Nato a Genova nel 1958, dove vive e lavora. Inizia il suo rapporto con l’arte sin da piccolo con la tempera e l’acquerello. Consegue prima il diploma di geometra e poi quello in grafica pubblicitaria. L’approccio con il mondo del lavoro lo vede impegnato nella progettazione grafica e stampa con aziende leader del settore.
Non dimentica mai la sua passione per la pittura, toccando tutte le tecniche pittoriche per dedicarsi definitivamente all’olio, con escursioni nell’acquerello. Un incontro fondamentale col Maestro Carlo Azzaretti, si consolida in una grande amicizia. Parallelamente all’attività primaria si dedica alla musica, ottenendo egregi risultati al flauto traverso nelle collaborazioni con il compositore Fulvio Pereda. La notte è la sua dimensione per lavorare. Nel 1997 decide di esporre i suoi lavori e di dedicarsi definitivamente alla pittura.
Glenda Tinti – Nasce a Prato, città dove attualmente vive e lavora. Fin da piccola manifesta un grande interesse per l’arte ed il disegno, iniziando a copiare le opere dei grandi artisti del passato . Scopre così Caravaggio, Van Gogh, Munch e Frida Kahlo, ancora oggi alcuni dei suoi artisti preferiti. Nel frattempo prosegue il proprio percorso scolastico diplomandosi al liceo classico Cicognini di Prato e poi studiando storia dell’arte all’ università di Firenze e poi di Verona. Frequenta per un anno la bottega della pittrice Adriana Leati prendendo lezioni di disegno e pittura: questa sarà un’esperienza fondamentale, non solo per apprendere le basi del disegno, ma anche per trovare un proprio stile e studiare in modo approfondito la tecnica ad olio.
Inizia così a partecipare alle prime collettive nella sua città natale fino all’incontro fondamentale, nel 2012, con la galleria Wikiarte di Bologna che le dà la possibilità di far conoscere i propri lavori ad un pubblico più ampio e di realizzare la sua prima personale in galleria. I suoi lavori si ispirano al mondo del cinema (in particolare ai film di Tim Burton), a quello delle illustrazioni (ama la delicatezza dei disegni di Beatrix Potter e Sarah Kay) , al meraviglioso mondo della natura e degli animali e ai lavori di Margaret Keane; ma è soprattutto al genere del Surrealismo Pop che si rifanno i suoi ultimi lavori, con una particolare ammirazione per artisti come Audrey Kawasaki, Mark Ryden e Ana Bagayan.
Luca Tridente – Nella pittura vive la mia doppia anima…. La convinzione nel carattere della propria esistenza rivela la dedizione, in tutto e per tutto, di Tridente al mondo artistico. La duplicità del suo modus vivendi è condizionata dalla concezione del mondo sempre in movimento tra l’infinito e il nulla, per perifrasare Pascal. Cosi stabiliti, queste due estremità si attraggono, creando una dinamica che, in questo caso, possiamo chiamare creatività artistica. L’infinito è legato alla spensieratezza puerile, al divertissement inteso come gioco innocente che, nell’incontro con la realtà crea fratture.
La serie di lavori incentrati sulle Fratture dimostrano come la tela è intesa non come superficie pittorica, ma come campo di azione della vita. Le lacerazioni prodotte sono radicali, espresse con forti contrasti cromatici e dislivelli materici. All’astrazione, però, non si arriverà mai. In quanto di vita si tratta. Accanto alle Fratture nascono figurazioni, volti, figure, paesaggi con le stesse caratteristiche: la matericità espressiva e la cromia accesa dell’Informale italiano, le colate dell’Action Painting ma soprattutto il basso rilevo dell’Oggettivismo.
Tridente stesso afferma un autentico bisogno di contatto fisico con il materiale “pittorico”. L’artista stende e modella a mano il gesso, l’elemento principale dei suoi lavori, ribadendo la duplicità dell’ artista-atifex, del pittore – ingegnere che trasforma il rigore matematico, necessario per costruire, in rigore artistico necessario per raccontare la vita. Il gioco del fanciullo di modellare il gesso si trasforma nell’impegno dell’uomo di illustrare la realtà. Il divertissement pascaliano non allontana da se stessi, quindi, ma contrariamente avvicina le due parti dell’essere nell’equilibrio chiamato Arte.
Oh, una rarissimia iniziativa a Palazzo Oddo…incredibile…
Ecco un altra colpa della Guarnieri, aver tolto dalla Palazzo Oddo due ragazzi giovani che stavano lavorando bene e facevano tantissimi eventi per sostituirli con tre anziani che negli ultimi due anni non hanno fatto praticamente nulla…