Legge di stabilità: Maruska Piredda (Idv) a tutela dei coltivatori imperiesi e ingauni

di Sergio Bagnoli – La Legge di stabilità appena licenziata con un doppio voto di fiducia dal Governo guidato da Enrico Letta proprio non piace a Maruska Piredda, consigliere regionale ligure e capogruppo in Via Fieschi per l’Italia dei Valori. Secondo la Piredda, infatti, l’introduzione della nuova Imposta Unica Comunale data la sua esosità rispetto alla vecchia Ici avrà come conseguenza quella di uccidere molte realtà produttive italiane in genere, e liguri nella fattispecie, a meno che le amministrazioni locali, con lungimiranza, chiamate concretamente ad applicarla, non decidano di prevedere sgravi per dette vivaci realtà produttive che, da qualche anno, vedono sempre più giovani nella veste di imprenditori.

Maruska Piredda è particolarmente preoccupata per le imprese agricole che hanno sede nel Ponente ligure e specialmente in provincia di Imperia e nella Piana ingauna. Bisogna infatti ricordare che nell’Imperiese trova sede ben il 40% del totale delle imprese agricole liguri, per la precisione numericamente parlando sono 4.784, che occupano settemila addetti su un totale regionale di undicimila. In Ingaunia invece insiste la stragrande maggioranza delle tremilasettecento imprese agricole del Savonese per un totale di quasi cinquemila lavoratori. Nell’Imperiese si coltivano olivi e fiori perlopiù, nell’estremo Ponente savonese colture ortofrutticole in serra e verde ornamentale. Tra Albenga e Ventimiglia, poi, diffusa è pure la coltivazione della vite.

“Come affermano le Associazioni di categoria, che in tema hanno condotto serie stime, quando la Iuc sarà a pieno regime, in mancanza di interventi correttivi a livello locale, poi, le imprese potrebbero arrivare a pagare circa il 51% in più di imposta rispetto al 2011 sui propri immobili produttivi, laboratori e terreni coltivabili. È dunque necessario aprire al più presto un tavolo istituzionale tra Regione Liguria e Comuni per calmierare questo salasso considerato anche che il comparto agricolo imperiese sconta già, rispetto a quello di altre regioni italiane, l’handicap rappresentato da estimi catastali elevatissimi”, sottolinea il capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale.

Il principio del tavolo istituzionale Regione- Enti Locali, proposto dalla Piredda e contenuto in un ordine del giorno dalla stessa presentato in Consiglio regionale, è stato comunque accettato dalla Giunta capeggiata da Claudio Burlando del Pd. In tale sede dovranno individuarsi misure di sgravio ed agevolazione a favore della filiera agro- alimentare come richiesto dal consigliere del “Gabbiano che vola”. Tra il 2008 ed il 2012, cioè nei quattro anni di crisi economica globale, la contrazione del Pil ligure relativo al comparto agroalimentare è stata pari al 12,1% cioè doppia a quella generale pari al 7,6%. In questo 2013 che sta per concludersi però si intravedono segnali confortanti per il futuro giacché negli ultimi dodici mesi la crescita dell’agricoltura ligure dovrebbe attestarsi attorno al un più un per cento scarso contro il più 0.6% nazionale.