Continua a Savona la “protesta dei forconi”: disagi e tensioni

di Fabrizio Pinna – Ancora manifestazioni di protesta anche nel Ponente ligure degli attivisti dei “forconi”. Dopo il collasso ieri a Savona del traffico, stamattina su indicazione del Prefetto “sgomberato” il presidio dalla Torretta, ma i manifestanti si sono ora dati appuntamento in Piazza Saffi dove stanno convergendo anche gruppi di studenti. Disordini si sono verificati in via Paleocapa e sono tornati i blocchi del traffico. Nuovi gruppi si sono ora di nuovo indirizzati verso la Torretta. Disagi anche nell’estremo ponente, con il blocco dell’A10 Genova-Ventimiglia per i presidi a Imperia Est (Km. 106,3).

Intanto il tam tam prosegue sui social network, dove anche i “forconi” savonesi cercano di darsi un coordinamento che è sembrato molto labile e improvvisato già ieri. “Ma a Savona non manifesta più nessuno?”, “Siamo un gruppo di ragazzi del liceo classico siamo dalle 8 in piazza sisto e volevamo sapere se è sempre qua il punto di ritrovo!”, “in piazza Saffi direi che c’è il ritrovo, sennò prova dalla Torretta”, sono alcuni dei messaggi che rimbalzano in questi minuti via Sms e tra una bacheca e l’altra di Facebook.

C’è chi si lamenta oggi della tiepida partecipazione di molti: “Triste vedere poca partecipazione da parte di pensionati più interessati a comprare al mercato o a guardare con sdegno alla finestra; e i commercianti, pochi hanno chiuso come se i problemi fossero solo di chi era in piazza. Per me sarà un Natale triste, ho 33 anni madre single di una bimba di 5 anni. Ho terminato la disoccupazione dell’Inps da un mese”, racconta desolata Monia B.; “purtroppo artigiani e commercianti molto pochi!!! come al solito tutti siamo bravi a lamentarci ma quando si deve fare qualcosa la partecipazione è misera”, incalza Marco G.. Ma c’è anche chi pensa ad azioni più decise, come Carlo Lavagna che oggi rilancia: “ora bisogna bloccare anche i Centri Commerciali sede del peggior sfruttamento dei lavoratori! Blocchiamo il Gabbiano e Le Officine”. O chi guarda direttamente alla realtà nazionale e al Parlamento: «Domani abbiamo una grande occasione, a Roma si vota la fiducia al governo, andiamo a Roma a mettergli pressione, ora o mai più», dice Giuseppe Zarba.

A Savona molti attivisti dei partiti di “sinistra” hanno considerato e liquidato la manifestazione come “fascista” – e sono volati insulti per le strade anche per lo sventolio del tricolore – ma le voci dei partecipanti lunedì, nonostante una presenza di “destra”, erano in realtà eterogenee, difficilmente etichettabili, con partecipazione consistente di giovani e studenti. I disagi sono stati molti e la “frammentazione” disordinata ha peggiorato le cose, tanto da ricevere la censura del prefetto di Savona, Gerardina Basilicata: «La manifestazione ha trasceso i limiti della libertà di protesta, interferendo con la vita dei cittadini», ha spiegato, «è durata troppo a lungo e ha avuto forme intollerabili. La difficoltà delle forze dell’ordine è derivata dal fatto che i dimostranti erano dispersi in decine di piccoli gruppi e non era quindi possibile intervenire in modo efficace. Abbiamo chiesto rinforzi e comunque tutti coloro che hanno trasceso verranno denunciati per intralcio alla circolazione».

E dopo gli incidenti di ieri il “movimento 9 dicembre di Savona”, che si è definito come a-partitico, cerca di moderare ulteriormente gli animi, prendendo soprattutto le distanze da qualsiasi forma di violenza; Micaela Branchetti (una delle coordinatrici) precisa oggi la posizione: «Il movimento 9 dicembre di Savona, a seguito degli accaduti di ieri durante lo svolgimento della manifestazione, si dissocia fermamente da quei gruppi di persone facinorose non facenti parte di questo gruppo, che con le loro azioni hanno pregiudicato la buona riuscita della manifestazione stessa. Si deplorano altresì gli atti di violenza avvenuti contro alcuni cittadini e cose, questo comportamento violento non appartiene alle ideologie del movimento 9 dicembre di Savona anche in campo nazionale, poiché ha ottemperato al codice etico imposto ai propri membri, pertanto gli organizzatori e gli aderenti al gruppo ufficiale “9 dicembre di Savona” sono da ritenersi estranei dai fatti suesposti».

Del resto a molti savonesi non sembrano nemmeno chiari né gli obiettivi né le ragioni della mobilitazione che finora ha creato, dicono, solo disagi ai cittadini. Se qualcuno del “movimento” punta il dito contro la disinformazione dei media nazionali (“E come ci si aspettava la tv nazionale fa vedere solo gli di scontri di Torino e momenti di tensione ma non fa vedere che le forze dell’ordine hanno partecipato alla manifestazione camminando a Milano con la gente a Torino anche questa è una vergogna…”, commentano Ermanno e Francesca) altri, come Enrica S., preferisce far girare una lettera/manifesto “Per tutti quelli che non capiscono la gente in piazza scesa il 9 dicembre”: «Italiani tutti viviamo in un periodo storico e in un paese che ha: il più alto tasso di disoccupazione degli ultimi 40 anni; il 50% dei nostri figli non trova lavoro e non lo troverà; la politica Italiana è considerata le più corrotta del mondo; il livello di tassazione è fra i più alti d’Europa; l’informazione e il giornalismo in Italia è corrotto e filogovernativo o filopolitico; le aziende chiudono; i servizi fanno schifo ad iniziare dalle scuole e quindi dalla cultura».

E ancora: «scontano 98 miliardi di multa a chi si è arricchito imbrogliando con le slot machine; i partiti parlando di democrazia chiedono 2 euro alla gente per votare; abbiamo un governo non democratico in quanto non eletto e voluto da nessuno dei cittadini; il presidente della Repubblica protegge la lobby della politica non preoccupandosi del volere dei cittadini. Potere di acquisto dimezzato con l’Euro”. “E tu chiedi a noi perché scendiamo in piazza? No. Noi chiediamo a voi perché non scendete in piazza al nostro fianco? Le risposte sono due: o siete stupidi o siete corrotti come il sistema che vogliamo combattere. In Fede, un cittadino Italiano».