Albenga: al Sacro Cuore riflessioni sul Cammino di Santiago de Compostela

(foto)di Claudio Almanzi – Una serata dedicata a riflettere sul valore del Cammino di Santiago de Compostela si svolgerà venerdì 6 dicembre alle Opere parrocchiali del Sacro Cuore ad Albenga. Nell’occasione verrà presentato il libro di Davide Gandini “Il dono più grande”. L’iniziativa è organizzata dalla Biblioteca del seminario di Aalbenga, nell’ambito degli Incontri culturali 2013 ed a conclusione dell’Anno della Fede. Alla serata interverrà (alle ore 21) anche l’autore del volume che racconterà la sua esperienza di un percorso che è stato soprattutto un viaggio dell’anima.

Il diario è denso di sapienza, narra di un pellegrinaggio a piedi da Lourdes a Santiago de Compostela che naturalmente va al di là del puro aspetto pratico, o cronachistico. Un volume che ha già avuto numerose e lodevoli critiche ed anche un notevole successo di pubblico: «Il libro- ha detto Don Domenico Pezzini- è un diario che racconta di un pellegrinaggio a piedi da Lourdes a Santiago de Compostela e Finisterre realizzato dal 1 luglio al 18 agosto 1992. Ma già dalle prime pagine ci si accorge che in questo caso l’etichetta “diario” appare largamente insufficiente a definire un libro complesso, denso di sapienza, un po’ come la “strada” assunta a metafora centrale dell’esistenza. La strada è fatica, avventura, scoperta delle miserie e delle ricchezze di cui si è fatti, luogo di incontro con le miserie e con le ricchezze altrui, cornice naturale di riflessioni provocate dal sorgere di domande fondamentali proprio perché si è messi di fronte brutalmente a ciò che veramente conta: un po’ come nel deserto».

«Purché, s’intende, la strada sia fatta a piedi. Non è una condizione assoluta, e anche un viaggio fatto con qualsiasi altro mezzo contiene alcune delle componenti sopra evocate. Ma l’andare a piedi è sostanzialmente diverso: cambia radicalmente la dimensione del tempo e dello spazio, e dunque il modo con cui ci rapportiamo alle cose, a noi stessi, agli altri. Per questo chi ha conservato l’abitudine di camminare si troverà spesso in sintonia con molte di queste pagine: quante volte, leggendolo, mi sono rivisto su per i monti in route con gli scout. Una memoria per tutte: chi può apprezzare meglio la grazia dell’acqua di chi soffre l’arsura e il peso del caldo e della strada e sogna il canto di una fonte, o il gorgogliare di un ruscello? Tutte le pagine bibliche che hanno l’ acqua come metafora centrale ne escono come improvvisamente illuminate, diventano vere in assoluto. Ma anche chi non va a piedi, almeno non per lunghi tratti, troverà nel libro un sacco di cose che lo lasceranno alla fine molto più ricco di quando ha cominciato, esattamente come al termine di un viaggio o di un percorso».

«L’autore riesce molto bene a farci entrare nella sua esperienza, a farci sentire le sue reazioni di fronte a un paesaggio o una persona: sembra quasi di camminare con lui come invisibili compagni di strada, e insieme a lui raccogliere tutto quanto la strada insegna. Confesso che ho affrontato la lettura del volume con non poche perplessità: come potevo essere in sintonia con l’autore e cosa poteva insegnarmi il diario così peculiare di uno che cammina verso Santiago? Ho cambiato presto idea. Il libro coinvolge ed è molto denso di esperienza e di sapienza. L’estate è tempo di viaggio. Ma c’è chi solo si sposta da un luogo all’altro, senza mai uscire dallo scafandro del suo io: non si interroga, non impara niente, e al ritorno non ha niente da dire né da dare, se non perseguitare gli amici con orribili e noiosi filmini. È cento volte meglio allora, viaggiare dentro un libro, con un libro. Consiglio vivamente il libro a chi non ha perso il gusto di quei viaggi intensi che sono i pellegrinaggi dell’anima».