“Come movimenti per l’acqua – proseguono – lo sapevamo da tempo dato che contro questi poteri ci scontriamo da anni, ancor prima dell’esito referendario del giugno 2011. Nel caso di Albenga i ricatti da parte dell’ILCE sono alla luce del sole e, come afferma l’ex sindaco Guarnieri, da oltre 20 anni il privato ha saputo influenzare in qualche modo la vita della città. Non a caso un anno fa il nostro comitato ha presentato un esposto alla magistratura chiedendo agli organi competenti di verificare la legittimità del presunto debito di 9 milioni di euro del comune nei confronti dell’ing. Enrile il cui affidamento è scaduto nel 2007».
«È ora il momento di voltare pagina e di rispettare la volontà di oltre 9500 cittadini albenganesi che nel referendum del 2011 si sono espressi per una gestione dell’acqua pubblica e partecipata, priva di lucro da parte dei privati. Riteniamo pertanto che la scelta di confluire nella SCA e, finalmente, di estromettere gli interessi dei privati, avviata dalla ex sindaco Guarneri, sia l’unica coerente con il processo di ripubblicizzazione dei Servizi Idrici Integrati della Provincia di Savona».
«Chiunque si avvicenderà nell’amministrare Albenga, a partire dal Commissario Prefettizio, ha quindi la strada tracciata. Però – conclude il Comitato Savonese Acqua Bene Comune – riteniamo che solo la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini è e sarà garanzia di successo, cosa che non ha fatto l’ex sindaco Guarneri».
*Nella foto: una manifestazione, lo scorso anno, del Comitato Savonese Acqua Bene Comune davanti al Comune di Albenga (12 giugno 2012)