In Liguria l’agricoltura apre al sociale, Barbagallo: “nuove opportunità e possibilità per il comparto”

“Aprirsi al mondo del sociale vuol dire offrire nuove opportunità e possibilità all’agricoltura Ligure”. È il commento di Giovanni Barbagallo, assessore regionale all’Agricoltura al termine del Consiglio Regionale che, per la prima volta in Liguria, incentiverà, regolandoli, i rapporti possibili tra un mondo produttivo ed imprenditoriale, come quello agricolo, e il vasto mondo del Terzo Settore, come accade in altre reagioni italiani e in diversi Paesi europei.

Per agricoltura sociale si intende quel complesso di attività che, “dalle azioni co-terapeutiche, all’avvicinamento sociale e lavorativo, dall’educazione e formazione per persone a bassa contrattualità e con disagio e disabilità, all’accoglienza di persone in difficoltà, bene si innestano in un mondo che riconosce lo stabile equilibrio tra produzione e relazione sociale, tra economia ed ambiente, favorendo l’integrazione fra il comparto agricolo e gli obiettivi sociali regionali”, spiega Barbagallo.

L’Agricoltura sociale risulta perfettamente allineata alla così detta Strategia Europa 2020 che punta a rilanciare l’economia dell’UE nel prossimo decennio ponendosi cinque ambiziosi obiettivi in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale e clima ed energia.

“Con questa legge l’agricioltura si apre a un mondo composto anche di imprese, basti pensare alle cooperative sociali (oltre quattrocento in Liguria) e al mondo associativo, che puntano a diventare imprenditori agricoli con positive ricadute per il recupero del territorio”, aggiunge Barbagallo.

L’agricoltura sociale, oltre a offrire un’opportunità integrativa di reddito agli agricoltori, inserendo in azienda persone disagiate, potrebbe favorire anche aree svantaggiate dove le fattorie didattiche degli agriturismi potrebbero diventare fattorie sociali. “Penso agli anziani, ma anche ai bambini che, in casi di difficoltà dei piccoli comuni montani, le fattorie sociali potrebbero trasformasi in inediti agri-nidi per i bambini di quel territorio”, spiega Barbagallo. Dare un’opportunità di occupazione nel settore agricolo a persone o a gruppi di persone con difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro e offrire nuovi servizi ai cittadini delle zone rurali è un anche obiettivo del Psr 2014-2020.