Unione dei Senza Lavoro Savona: “Oggi la Cabur, domani chi? Basta alla strategia del massacro sociale ed economico del paese”

di Fabrizio Pinna – «Esprimiamo solidarietà concreta ai lavoratori della Cabur di Altare che sono in lotta per difendere il proprio posto di lavoro». Così l’Unione dei Senza Lavoro Savona si esprime, entrando ancora una volta nel merito della crisi che ha travolto in questi ultimi anni molte imprese e lavoratori del territorio savonese e che non sembra arrestarsi. E nulla di nuovo, dicono, si è intravisto all’orizzonte nemmeno dopo il “tavolo provinciale sull’emergenza lavoro di Luglio”: «Non ci permettiamo di entrare sugli aspetti della piattaforma rivendicativa che stanno portando avanti, né abbiamo la presunzione di indicare strategie. Cabur si aggiunge alla lunghissima lista di aziende provinciali nelle quali è aperta una vertenza occupazionale. Questa lista si aggiunge a quella, altrettanto lunga,di aziende che dopo percorsi più o meno lunghi sono state chiuse definitivamente».

«Venerdì 1 Novembre – prosegue il sodalizio – dalle colonne dei quotidiani locali, il presidente della camera di commercio di Savona, annunciava che 1 savonese su 4, cioè il 25%, non lavora perché ‘il lavoro manca’. Le cifre devastanti della crisi e della disoccupazione provinciale sono supinamente accettate come un dogma, così come le parole del presidente della camera di commercio di Savona. Alle belle parole proferite al tavolo provinciale sull’emergenza lavoro di Luglio, le uniche cose concrete accadute sono state altre chiusure, altri licenziamenti, altri percorsi di cassa integrazione e mobilità».

“Le possibilità di recupero dipendono innanzitutto dalla consapevolezza, da parte di tutti, che occorre reagire in modo nuovo e diverso, senza aspettare che, semplicemente, si calmi la tempesta”, ha sottolineato giovedì scorso il presidente della Camera di Commercio di Savona Luciano Pasquale illustrando le linee programmatiche dell’Ente per il prossimo anno. Ma in un “sistema economico”, che ha mostrato la corda, il sodalizio savonese punta il suo indice accusatorio soprattutto sul mondo imprenditoriale. «Quella che oggi viene definita genericamente ‘crisi’ genera un effetto domino su altri comparti economici, dal terziario al commercio. I numeri provinciali, regionali e nazionali legati alla cosiddetta ‘crisi’», sostiene l’Unione dei Senza Lavoro, «paiono confermare sempre più chiaramente che la riduzione occupazionale sia una strategia imprenditoriale giocata al riparo della crisi ormai accettata da tutti. È logico domandarsi dove questa strategia ci porterà, e soprattutto fino a quando il tessuto socio-economico provinciale, regionale e nazionale potrà ancora reggere»: «Il canovaccio delle vertenze svolte esclusivamente sul ricorso agli ammortizzatori sociali per periodi più o meno lunghi, accettando di fatto e per dogma la riduzione occupazionale, può essere una strategia di prospettiva per il territorio e per i lavoratori? L’aumento del 30% delle ore di Cassa integrazione nei primi sei mesi del 2013 e l’aumento delle chiusure di imprese pongono il savonese tra le zone più depresse del paese. La settorializzazione delle lotte non è una risposta ad una situazione generalizzata purtroppo ben più grave. La Politica, oltre a non farsi trovare, continua a sfornare provvedimenti che alimentano la disoccupazione la precarizzazione e l’impoverimento di milioni di persone e di famiglie».

«Un paese che sceglie di sacrificare le proprie risorse, le proprie intelligenze, i giovani, il proprio patrimonio tecnico e culturale alla speculazione bancaria, finanziaria ed economica, che sperpera risorse pubbliche negli armamenti e in opere faraoniche inutili, è un paese che nega un futuro ai propri cittadini. Per questo non accettiamo che ci si dica che il lavoro non c’è, che occorre aspettare e attrarre investimenti diminuendo il costo del lavoro e le condizioni lavorative. È ora di dire basta alla strategia del massacro sociale ed economico del paese», conclude l’Unione dei Senza Lavoro Savona.