Area crematoria ad Albenga: dai comitati civici un “No sempre più convinto e categorico”

di Fabrizio Pinna – Cerchi aperti, cerchi chiusi: il Coordinamento dei Comitati civici che da mesi sostengono la protesta contro la realizzazione di un forno crematorio nella piana di Albenga torna oggi a ribadire il suo No al progetto, condividendo «il documento con il quale le Associazioni degli Agricoltori hanno espresso la loro posizione, nettamente contraria alla realizzazione di tale impianto a Leca, Lusignano o in altro sito individuabile sul territorio ingauno, e la loro preoccupazione per le ricadute negative sull’immagine delle eccellenze prodotte nella piana».

Dopo i dubbi sollevati le scorse settimane sui rischi e l’inopportunità della costruzione di un’ara crematoria ad Albenga, le associazioni degli agricoltori hanno infatti anche declinato l’invito a partecipare all’ultimo incontro organizzato il 25 ottobre dall’amministrazione Guarnieri: non dubitiamo “della volontà di applicazione delle norme di legge in materia per la progettazione di impianti di questo tipo”, ma riteniamo “di avere esaurientemente esposto le proprie preoccupazioni nell’ambito dell’incontro svoltosi il 14 ottobre”; “pur riconoscendo il giusto titolo dell’Amministrazione a valutare le problematiche della comunità in una prospettiva più ampia, siamo pure a richiamare l’attenzione anche sulla necessità di salvaguardia di un’immagine importante che oggi contraddistingue le produzioni agroalimentari albenganesi e che potrebbe essere compromessa dall’iniziativa”, si legge in una lettera firmata dai presidenti provinciali Gerolamo Calleri (Coldiretti), Aldo Alberto (Cia) e Massimo Rebella (Confagricoltura), indirizzata al sindaco Rosy Guarnieri e all’assessore all’Agricoltura Carlo Parodi (22 ottobre 2013).

Né sembra, del resto, abbiano fatto passi avanti in questi giorni i confronti diretti tra i comitati del No (che hanno raccolto già oltre 1200 firme) e i partiti di maggioranza – in parte sostenitori dell’opera imprenditoriale privata la quale sarebbe avviata via project financing – per una pregiudiziale verso incontri separati con Pdl e Lega Nord posta, secondo quanto risulta da attendibili indiscrezioni, dalla segreteria ingauna del Carroccio. La posizione contraria già annunciata dalla minoranza consigliare, in particolare il Pd, e le divisioni sulla questione nel Pdl e tra gli “indipendenti” del centro destra sono note.

«Raccogliendo l’invito del Sindaco ad abbassare i toni, mai peraltro alzati, proseguirà il dialogo costruttivo intrapreso, senza però abbassare la guardia su un progetto che non ha mai approvato», dichiara comunque in una nota il fronte civico per il no, senza tuttavia lasciare grande spazio a future significative mediazioni verso «Un progetto contro il quale il Coordinamento dei Comitati si batte da sempre per salvaguardare e tutelare la salute dei cittadini e l’economia della piana che ne sarebbero compromesse. Se già dal primo impatto, nonostante la superficiale e scarsa informazione sull’argomento da parte dell’Amministrazione, la realizzazione di un forno crematorio sul territorio albenganese era fonte di preoccupazione, ora che, dati alla mano, si è venuti a conoscenza dei livelli di inquinamento che l’impianto può produrre, la netta opposizione alla sua realizzazione nella piana non può che essere più forte. In città dove i forni sono già funzionanti, infatti, le analisi dei livelli di diossina prodotti evidenziano gravi danni causati alla salute e alle produzioni agricole. Il no alla realizzazione del forno crematorio, quindi, non può che essere sempre più convinto e categorico».

«Un’opposizione ferma – sostengono i militanti del Coordinamento dei Comitati – che vigilerà anche affinché il Piano Regolatore Cimiteriale, in via di predisposizione, non possa costituire una scappatoia per realizzare l’impianto di cremazione aggirando le proteste della Città ed imponendo la volontà di pochi»: «Una protesta che manterrà toni pacati finché ci sarà la possibilità di esprimere democraticamente la propria volontà, finché i cittadini potranno difendere il loro diritto alla salute e i loro interessi economici. Un dissenso composto che diventerà un urlo sempre più forte e deciso se l’Amministrazione comunale non giungerà a quell’atto di responsabilità che tutti si aspettano, abbandonando definitivamente il progetto della realizzazione del forno crematorio nella piana ingauna, per il bene dei cittadini, per il bene del territorio».